La guarigione ideale è la restaurazione rapida, dolce, duratura della salute ossia la rimozione del male nella sua totalità nel modo più rapido, più sicuro ed innocuo, e per ragioni evidenti.
§2 Organon dell’arte del guarire, C.F.S. Hahnemann
Come tutti i grandi eventi che colpiscono il mondo intero, l’arrivo dell’emergenza Covid-19 ha tracciato nuovi scenari di intervento sanitario individuali e collettivi. Medici, farmacisti e operatori sanitari di tutto il mondo hanno dovuto fronteggiare un nemico sconosciuto, una patologia che è risultata essere del tutto nuova. Nessuno sapeva di che cosa si stesse realmente parlando, nessuno conosceva esattamente la contagiosità e la letalità di questa nuova malattia. Le farmacie sono già da anni coinvolte nella sanità pubblica attraverso numerosi servizi, anche di misure preventive, come screening regionali e nazionali, holter pressorio e cardiaco, ECG, determinazione del profilo glucidico e lipidico, prenotazioni visite mediche CUP, come garantire la disponibilità e la sicurezza dei farmaci, compresi quelli galenici, come fornire una risposta rapida ed efficace alle richieste di acuto, consigliare e indirizzare il paziente ad una risoluzione dei problemi di salute di cui fanno richiesta. Così fin dal principio di questa emergenza sanitaria, pur non sapendo chiaramente come affrontarla, se non seguendo le linee guida internazionali, nazionali e le disposizioni governative, essendo l’Italia uno dei paesi tra i primi colpiti da Covid-19, i farmacisti si sono dimostrati partner essenziali in risposta alla pandemia in corso, ostacolandone la diffusione e adottando ogni strategia nazionale, comunitaria e nel tempo mondiale possibile per contenere questo focolaio. Diverse evidenze emergono da tutto il mondo, come lo testimoniano i tanti lavori disponibili nelle biblioteche delle letterature scientifiche, disponibili anche online.
In prima linea dall’inizio della crisi sanitaria
Anche i medici di base si sono trovati del tutto impreparati, anche da un punto di vista dei dispositivi di protezione individuale (DPI), diversi si sono ammalati e molti di loro non hanno più potuto visitare, effettuare le diagnosi e prestare cure ai pazienti che presentavano i primi sintomi. Molte persone si sono trovate repentinamente a non avere più il medico di riferimento che li visitasse e non potendosi recare ai presidi di pronto soccorso, se non per problematiche critiche, o rivolgersi alle guardie mediche, la farmacia restava l’unico presidio possibile e accessibile territoriale.Quando la sanità territoriale si è messa in moto, si è potuta arrestare la corsa di moltissimi pazienti alle strutture ospedaliere dove, soprattutto nella fase iniziale della pandemia, la promiscuità delle degenze ha generato numerosi contagi e sviluppato veri e propri focolai infettivi.
Il farmacista è indubbiamente il fornitore di assistenza sanitaria più accessibile alle persone, ha quindi la possibilità oltre la professionalità di agire in qualità di sostenitore della salute pubblica, aumentando la consapevolezza nella comunità, fornendo informazioni appropriate, consigliando misure precauzionali e offrendo consulenza. Insomma, da queste evidenze e necessità, le farmacie territoriali e ospedaliere hanno prolungato gli orari per fornire servizi essenziali. I farmacisti territoriali hanno dato piena disponibilità di cura e di sicurezza ai pazienti e hanno fornito un’ampia assistenza realizzando di fatto la Farmacia di Servizi di cui si dibatte da tempo.
La digitalizzazione ha funzionato
Grazie all’ordinanza del 19 marzo 2020 firmata da Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile, si è fatto un importante passo avanti nella dematerializzazione della ricetta medica, uno step molto importante nella ridefinizione del percorso Medico-Paziente-Farmacista, formalizzando uno strumento destinato a semplificare e snellire il Sistema Sanitario Nazionale. Senza dubbio l’iniziativa è stata dettata dalla necessità, acutizzata dal contesto emergenziale da Covid-19, chiusi gli studi medici, di assicurare la disponibilità di farmaci ai soggetti più fragili, con l’obiettivo sì di limitare i movimenti dei cittadini, ma allo stesso tempo favorire l’accessibilità alle cure, spesso essenziali, a garanzia della continuità assistenziale ospedale–territorio e a beneficio dei pazienti cronici e di urgenza,che in questa emergenza sono stati i pazienti più vulnerabili. Si pensi ai pazienti diabetici, cardiopatici, ipertesi e oncologici.
Questa possibilità da parte delle farmacie in emergenza ha dimostrato la validità di questa visione, riducendo il carico dei pazienti alle strutture sanitarie, ospedali e ambulatori medici, necessario e richiesto. Un vero e proprio Front Office del SSN che ha saputo reggere all’impatto dirompente di un bisogno di salute e di rassicurazione collettivo. ‘È imponderabile il numero di persone che non sono arrivate in pronto soccorso perché stoppate e filtrate dai farmacisti’come sottolinea con chiarezza il presidente di Federfarma Marco Cossolo su La7 il 16 Marzo 2020.
In farmacia i cittadini hanno trovato sempre una risposta: dalle informazioni sui temi più rilevanti e controversi di igiene da seguire, per i DPI, per la consulenza sui temi della prevenzione, per l’accessibilità all’ossigeno, per le preparazioni galeniche, per l’accesso alle terapie.
L’operato del farmacista durante i mesi di crisi
- Il solerte impegno, nel rispetto dei principi di prudenza e di protezione, a favorire un’efficace informazione verbale e non di prevenzione del contagio. È stato svolto dai farmacisti un grande lavoro di informazione e rassicurazione in questi ultimi mesi.
Le farmacie e le associazioni farmaceutiche hanno preparato materiale informativo per la comunità, come poster, volantini, siti Web, al fine di chiarire le linee guida del governo e qualsiasi altra informazione che potesse essere correlata alla malattia in corso e a quelle concomitanti. Si sono organizzare sessioni con domande e risposte online tra farmacisti, per i cittadini, nelle scuole e nei centri comunitari. Fin dal principio di questa emergenza, diverse risorse e documenti di riferimento sono state rese disponibili ai farmacisti affinché svolgessero al meglio questo compito, risorse digitali, in rapida evoluzione, in continuo aggiornamento e ad accesso gratuito, in modo da avere accesso alle informazioni per la gestione del COVID-19 in tempi molto brevi.
- Reperire nel più breve tempo possibile, attraverso tutte le vie perseguibili, i DPI, carenti per molto tempo sul territorio nazionale e internazionale. Nei laboratori delle farmacie si sono allestiti i primi igienizzanti mani, essendocene penuria, per fornire ai cittadini un dispositivo igienico sanitario essenziale, sostenendo l’importanza dell’igiene regolare delle mani.
Le farmacie sono state i fornitori primari per le famiglie di mascherine mediche e chirurgiche, sottolineando l’importanza di un utilizzo costante per sé stessi e gli altri, regalandole anche ai propri utenti nei momenti più critici, per diffonderne l’uso. Nelle farmacie, come negli altri esercizi di pubblica utenza, è stato realizzato il distanziamento sociale mantenendo una distanza di protezione di almeno 2 m l’uno dall’altro, rimandando agli utenti di favorirlo in ogni ambito al di fuori della farmacia, raccomandando loro di evitare gli spazi chiusi e affollati. Raccomandando ancora, anche con dimostrazioni quando richieste, modi meno contagiosi di tossire o starnutire, coprendo il naso e la bocca con un gomito flesso o un fazzoletto di carta, nonché gettando il fazzoletto immediatamente dopo l’uso, in un recipiente appropriato ed evitare di toccare la zona T del viso (bocca, naso, occhi) sia prima che dopo aver lavato le mani.
- I farmacisti hanno sensibilizzato l’utenza a seguire l’unica strategia terapeutica possibile e perseguibile, al momento come ora, di facile fruibilità, suggerendo di seguire terapie preventive e di sostegno, tenendo conto delle personali vulnerabilità e criticità riferiteci, evidenziate indagando in tempi breve l’essenziale della propria storia biopadografica oppure suggerendo loro di rivolgersi al proprio medico di riferimento. Insomma, mettendo in pratica letteralmente, tutte le strategie possibili a vantaggio del paziente, innanzitutto le norme igieniche, come ci suggerisce sapientemente Hahnemann nel §4 dell’Organon
‘Egli è pure un igienista, se conosce le cause che disturbano la salute e determinano e mantengono le malattie e sa da esse preservare l’uomo sano’.
I farmacisti hanno anche lavorato e lavorano tutt’ora per fornire le consegne a domicilio di farmaci, anche attraverso l’aiuto della protezione civile e di varie associazioni presenti sul territorio.
- I farmacisti hanno fornito e forniscono consulenza online o telefonica, quando possibile, soprattutto come strumento che può aiutare i pazienti che hanno accesso limitato alle farmacie territoriali, in particolare le persone ad alto rischio o coloro che sono in quarantena o in isolamento domestico.
- Al crescere del numero di pazienti che arrivano in farmacia con altri disturbi o disturbi secondari ai farmacisti è affidato il ruolo significativo di consigliare la gestione dei sintomi delle condizioni lievi, consigliando interventi mirati e risolutivi. Il farmacista è direttamente coinvolto a soddisfare bisogni di salute che evolvono in funzione delle esigenze reali quotidiane.
L’impegno dei prossimi mesi
Quest’ultimo punto è di forte attualità. Con l’arrivo della stagione autunnale e prossima invernale il ruolo a cui è chiamato il farmacista dovrà essere ancora più incisivo, con la capacità di intervenire con precisione e risoluzione. È necessario che la popolazione si mantenga quanto più sana possibile o riprenda il proprio equilibrio, in modo costante e duraturo, per scongiurare tutte le possibili variabili confondenti con la pandemia Covid-19 ancora in corso. (Unica missione del medico è guarire in modo dolce e duraturo e presto)5. Sarà necessario sensibilizzare tutti gli utenti di farmacia che uno strumento imprescindibile dell’attuale stagionalità continua ad essere la terapia preventiva e di sostegno del proprio Sistema Immunitario. Innanzitutto, sostenendo il proprio terreno e valutando poi, caso per caso, la possibilità di integrazione. Proprio in questi giorni è stato reso disponibile in modo gratuito a tutti dal Cemon, un libro nato dal contributo di 6 medici professionisti, che spiegano con semplicità e chiarezza come mantenere efficiente il proprio Sistema Immunitario.
Per essere all’altezza di tale compito al farmacista è richiesta una formazione solida, un costante aggiornamento, una capacità di sguardo del paziente ampia e profonda. È ormai evidente a tutti i professionisti della salute che ogni persona ha un suo modo personale di sviluppare la malattia ed è necessario porre l’attenzione sul malato, sulla sua unità psico-fisica e non solo sulla sua malattia. Ogni paziente ha un suo quadro di sofferenza ’unico ed irripetibile’, quindi necessita di un intervento da parte del farmacista capace di raccogliere i sintomi insorti più recentemente, su cui proporre l’intervento, da questo osservarlo in modo generale, dopodiché ritornare al quadro sintomatologico in atto ed eventualmente indirizzarlo da un medico, qualora ci fossero ragioni evidenti. Il modo in cui il paziente vive il proprio stato di malattia assume carattere di Unicità. La Medicina Omeopatica, nel suo metodo, riconosce la sofferenza del malato e attraverso ciò che il malato comunica della sua sofferenza diventa lui il soggetto con la sua malattia. Benché sarà facile constatare molte somiglianze e similitudini tra gli stati di malattia, analizzando più attentamente, si noteranno delle differenze, delle sfumature a volte anche minime, ma che permetteranno di differenziare l’intervento in modo personalizzato. Bisogna porre massima attenzione agli interventi, cercando di evitare di bloccare, sopprimere, acutizzare e quindi aggravare i processi in atto.
Una nuova formazione, una nuova educazione individuale e collettiva si sta sviluppando in questo tempo. Questa esperienza di vita ci segna inequivocabilmente. Si tratta di un’occasione di crescita professionale non scelta ma va colta, mettendo a disposizione tutta la nostra solidarietà tra professionisti, con lo sviluppo di una efficace sinergia tra farmacisti territoriali, farmacisti ospedalieri, i servizi territoriali, i medici e gli infermieri, recuperando il valore della comunicazione e del sostegno tra gli operatori sanitari in difesa della vulnerabilità umana. Che da questi cambiamenti, dovuti al tempo del Covid-19, ne possa venir fuori un’assistenza sanitaria territoriale capace di costruire al meglio il domani.
Parole Chiave
COVID-19, Gestione delle Emergenze, Pandemia, Farmacisti, Professionisti della Farmacia, Farmacia Sanità Pubblica, Prevenzione Emergenza Sanitaria Pubblica, Unità Psico-Fisica, Sofferenza del Malato.