La peggior crisi per i bambini da quando l’Unicef è stato fondato. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia definisce così l’impatto del Covid sui più piccoli, commentando le dimensioni di una tragedia epocale. “100 milioni di bambini in più sprofondati nella povertà, circa 1,8 bambini ogni secondo da metà marzo 2020″, cioè da quando la diffusione del virus è divenuta pandemica. E con la povertà arriva la malnutrizione, la difficoltà di accesso ai trattamenti sanitari essenziali, l’induzione al lavoro minorile fino alla schiavitù.
Covid: per l’Unicef la più grande tragedia di sempre per i bambini
Purtroppo la realtà prospettata dal rapporto dell’organizzazione è terribile, e richiede interventi incisivi e immediati. “l’impatto diffuso continua ad aggravarsi – avverte il documento – aumentando la povertà, radicando la disuguaglianza e minacciando i diritti dei bambini a livelli mai visti prima”. “Circa 60 milioni di bambini in più – continua – si trovano ora in famiglie a livello economico inferiore rispetto a prima della pandemia”. Purtroppo i tempi per tornare ai livelli pre-crisi saranno lunghi, anche negli scenari migliori: 7-8 anni almeno.
Povertà, malnutrizione, mancato accesso alle cure e riduzione in schiavitù
Tragedia nella tragedia, il numero di bambini malnutriti si è impennato a causa dell’emergenza, e rischia di aumentare ulteriormente l’anno prossimo. Sono 50 milioni i bambini che ad oggi soffrono di malnutrizione acuta, ma potrebbero aumentare di 9 milioni nel corso del 2022. Ciò non solo per l’impoverimento della popolazione, ma per le difficoltà alle catene di approvvigionamento e per l’incidenza sulle pratiche alimentari.
L’appello del direttore generale dell’Unicef
“Nel corso della nostra storia, l’Unicef ha contribuito a creare ambienti più sani e sicuri per i bambini di tutto il mondo, con grandi risultati per milioni di persone – ha detto il direttore generale Henrietta Fore – Questi risultati sono ora a rischio. Il numero di bambini che hanno fame, non vanno a scuola, subiscono abusi, vivono in povertà o sono costretti a sposarsi sta aumentando. Il numero di bambini che hanno accesso alle cure sanitarie, ai vaccini, a cibo sufficiente e ai servizi essenziali sta diminuendo. In un anno in cui dovremmo guardare avanti, stiamo andando indietro”.
“Teniamo i bambini al primo posto”
Fore ha concluso poi che “in un’epoca di pandemie globali, conflitti crescenti e un peggioramento dei cambiamenti climatici, mai come oggi è fondamentale un approccio incentrato sui bambini. Siamo a un bivio. Mentre lavoriamo con i governi, i donatori e altre organizzazioni per iniziare a tracciare il nostro percorso collettivo per i prossimi 75 anni, dobbiamo tenere i bambini al primo posto per gli investimenti e all’ultimo per i tagli. La promessa del nostro futuro è fissata nelle priorità che stabiliamo nel nostro presente”.
LEGGI ANCHE: Ripensare il futuro in funzione della salute e della libertà