Un luogo magico, dove alcune delle grandi menti del secolo scorso anticiparono i temi che oggi ci sono più vicini. La prima comune in cui sperimentarono il vivere bio e in armonia col creato, la cultura vegetariana e la cura naturale del corpo. Uno spazio sospeso nel tempo in cui nacque una controcultura che rigettava la visione borghese del mondo e si ritirava lontano dalla guerra fredda, verso un nuovo sogno pacifista e ugualitario. Pensatori e anarchici, filosofi, teosofi, letterati, artisti e architetti da ogni Paese che si riunirono a Monte Verità, tra i boschi e le colline che affacciano su Lago Maggiore.
Monte Verità: in mostra a Firenze il sogno del ritorno alla natura
Oggi il Museo Novecento di Firenze celebra quell’esperienza, irripetibile nella sua unicità, con una mostra che durerà fino al 10 aprile “Monte Verità. Back to nature” la prima in Italia dedicata alla celebre collina dell’utopia, ai suoi fondatori e agli ospiti illustri che la frequentarono. I nomi di coloro che ballarono in quei prati sono quelli che hanno dato lustro alla cultura del XX secolo, spaziando in ogni campo del sapere. Dall’anarchico Michail Bakunin al coreografo ungherese Rudolf Laban von Varalja, dal teorico anarco-comunista Pëtr Kropotkin al dadaista Hugo Ball, dalla danzatrice Isadora Duncan al grande scrittore Hermann Hesse; e, ancora, dall’architetto del Bauhaus Walter Gropius agli artisti Hans Arp e Paul Klee, da Carl Gustav Jung fino al curatore Harald Szeemann. Con l’arrivo della primavera inizia il periodo delle allergie stagionali, la preparazione del terreno è fondamentale.
Veganesimo, danza, meditazione e cura naturale del corpo
Alimentazione vegana, elioterapia e nudismo, ginnastica, danza e meditazione, ma anche elaborazioni filosofiche come la nascita della teosofia. Espressione dell’arte in ogni sua manifestazione attraverso il corpo, la mente e lo spirito, in risposta ai mali che avrebbero poi afflitto l’umanità negli anni a venire: dall’urbanizzazione incontrollata all’industrializzazione feroce e oppressiva, passando per l’alienazione dell’individualismo e la nascita della società del conflitto perenne.
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