L’importanza del sonno e del riposo è un argomento che a noi di Generiamo Salute sta molto a cuore. Ne abbiamo parlato in più occasioni (ad esempio qui e qui), mettendo in luce il suo funzionamento e l’importanza che esso ha sul nostro stato di salute. Oggi nuovi indizi legano un aspetto del sonno spesso trascurato in medicina, quello dei sogni, con le condizioni funzionali del nostro cervello. Secondo un nuovo studio, infatti, il ripetersi di incubi e brutti sogni in età avanzata potrebbe essere un sintomo precoce del morbo di Parkinson, la malattia neurodegenerativa che porta al progressivo deteriorarsi delle funzioni cerebrali.
Gli incubi sono il primo sintomo del Parkinson?
L’Università di Birmingham ha condotto questa ricerca d’avanguardia, che è stata poi pubblicata sulla rivista scientifica “EClinicalMedicine”, una sezione di “the Lancet”. I ricercatori hanno preso in esame 3.800 anziani, scoprendo che quelli che hanno con frequenza brutti sogni hanno probabilità molto più alte di ricevere in futuro una diagnosi di Parkinson. Nella maggior parte dei casi, fra l’altro, l’insorgenza della malattia si manifestava entro 5 anni dall’inizio dello studio. La differenza d’incidenza tra i due gruppi è stata davvero consistente: le diagnosi di Parkinson nel campione con problemi di incubi sono state il triplo rispetto a coloro con il sonno regolare.
La scoperta apre la strada a diagnosi precoci
Se questi dati venissero confermati, vorrebbe dire che i disturbi del sonno precedono l’insorgenza della malattia di svariati anni. Sarebbe quindi possibile addivenire a diagnosi precoci, arginando in questo modo gli effetti negativi prima che compaiano. Il primo firmatario dello studio, Abidemi Otaiku, sostiene che siano necessarie “ulteriori ricerche in quest’area, per comprendere se i cambiamenti nei sogni in età avanzata, senza alcun evidente fattore scatenante, possa rappresentare un indizio che dovrebbe indurre a consultare un medico”. Sarà necessario, ma non per questo semplice, approfondire la natura dei sogni e il collegamento con le complesse funzioni cerebrali, una sfida per la scienza antica quanto l’uomo stesso.
Parkinson, una patologia che non riguarda solo gli anziani
Il morbo di Parkinson colpisce circa il 3 per mille della popolazione generale e circa 1% di quella sopra i 65 anni. Si calcola che in Italia i malati di Parkinson siano circa 400mila. Secondo Fabrizio Stocchi, direttore del centro Parkinson e disturbi del movimento dell’Irccs San Raffaele di Roma, “Nella metà dei casi il morbo di Parkinson insorge tra i 40 e i 58 anni. Nel 25% tra i 20 e i 40 anni e solo nel restante 25% i primi sintomi si manifestano dopo i 60 anni”.