Che lavoro e salute mentale siano strettamente collegati è cosa nota e confermata da decine di studi. Che questa correlazione sia ancor più stretta nelle donne, invece, è una novità su cui è giusto riflettere. Non è poi così strano, a pensarci bene: le donne vivono ancora condizioni lavorative peggiori, paghe più basse, mobbing più frequente e maggior rischio di licenziamento. A ciò molto spesso si aggiunge la necessità di portare avanti le faccende domestiche e la cura dei figli. Ovvio che lo stress possa farsi sentire di più, e che il burnout sia dietro l’angolo.
Lo stress lavorativo e la salute mentale delle donne
Un nuovo studio svolto nel Regno Unito da un’equipe di italiani e inglesi ha analizzato un campione di 26.000 lavoratori britannici (uomini e donne). I ricercatori hanno potuto verificare che, pur continuando a fare lo stesso lavoro per i 5 anni presi in esame, i lavoratori hanno accusato dei cambiamenti nel loro stato di salute mentale in base alle condizioni di lavoro, che cambiavano di volta in volta in base ai progressi tecnologici e alla congiuntura economica. Le conseguenze si sono rivelate diverse in base al sesso del lavoratore: la salute mentale delle donne è più sensibile, rispetto a quella degli uomini, a variazioni nella qualità del lavoro. Ciò comporta che miglioramenti anche piccoli nelle condizioni lavorative si traducano in grandi benefici dal punto di vista della salute mentale.
Lavoro stressante per un europeo su cinque
Secondo un rapporto pubblicato dall’European Agency for Safety and Health at Work sono circa il 20% i cittadini europei che lamentano condizioni lavorative mentalmente usuranti ed elevate condizioni di stress. Una situazione che non è certo migliorata dopo la pandemia e con i metodi di lavoro alternativi come lo smart working. Anzi il lavoro da remoto, che avrebbe potuto costituire una grande opportunità, si è spesso rivelato per le donne una fonte di ulteriore stress. In tante, tantissime, si trovano a dover mandare avanti la casa mantenendo gli stessi ritmi lavorativi, con una sensibile riduzione delle ore di relax.
La sindrome da burnout: danni non solo mentali
È importante ricordare che la sindrome da burnout non riguarda solo la salute mentale, ma anche la salute fisica. L’essere sottoposti a condizioni di grande stress, infatti, comporta un grande abbassamento delle difese immunitarie e un aumento dei rischi di malattie cardiovascolari. È quindi necessario cominciare a pensare a quali possano essere gli strumenti per venire incontro alle esigenze delle donne lavoratrici. Certo, la mentalità della società sta pian piano cambiando, si fa strada l’idea che la gestione della famiglia e della casa non sia più solo compito della madre, e del resto anche i papà oggi possono godere dei permessi parentali. La strada per una reale parificazione è però ancora molto, molto lunga.
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