Zorro, in groppa al cavallo, stava sulla poppa della chiatta, mentre la sua sagoma scura si stagliava sulle acque luccicanti del fiume Senna, il mantello sferzato dal vento, il volto mascherato rivolto verso la riva a mostrare ai suoi inseguitori un sorriso beffardo e, soprattutto, con la Bibbia di Hahnemann stretta tra le mani. Un battello stava salpando dalla riva.
– Rivoglio la mia Bibbia!- Urlò il medico tedesco. Prese per mano la moglie e la costrinse a spiccare il salto. Caddero sul ponte del battello in ginocchio accanto a casse di legno accatastate le une sulle altre.
Hahnemann: – Timoniere, le ordino di raggiungere quella chiatta: sopra c’è un essere immondo, un pericolo per la società! –
Georges Simenon, il timoniere del battello, era intento a ultimare il suo ultimo romanzo e batteva come un forsennato sui tasti della macchina da scrivere. Disse: – Bisogna credere per forza che l’uomo abbia voluto vivere in società, dato che la società esiste; però, da quando esiste, l’uomo usa buona parte della sua energia e della sua astuzia per lottare contro di essa.-
Hahnemann:- Smetta di scrivere e prenda il timone in mano!- Simenon, occupato a leggere velocemente le decine di fogli appena scritti, ribattè: – Scrivere non è una professione, ma una vocazione di infelicità.-
Melanie, ammirata:- Si dice che Simenon sia talmente prolifico da scrivere anche cento pagine al giorno.- Intanto il battello, privo di controllo, andò a sbattere contro la chiatta di Zorro e tutti i suoi occupanti finirono per terra. Approfittando del disorientamento generale, Zorro spronò il suo destriero e balzò sul ponte; con la spada incise un’altra zeta sul posteriore di Hahnemann, poi veloce come un fulmine tornò sulla chiatta.
Hahnemann, dolorante e arrabbiatissimo: – Dobbiamo prendere Zorro! Dov’è finito l’inetto timoniere?- Lo trovarono dietro una pila di balle di lana, disteso con tre fanciulle ignude, intento a passare dall’una altra assai rapidamente.-
Melanie, estasiata: – Simenon è considerato un grande amatore. Si dice che, nella sua vita, sia stato con più di diecimila donne!-
Hahnemann, sbarrando gli occhi:- Non è possibile!-
Simenon, interrompendo solo per un breve attimo la sua azione amatoria, annuì: – La verità non sembra mai vera.- In quel momento passò una barchetta guidata da un soldato.
Hahnemann ci saltò sopra e ordinò:- Insegua la chiatta!- Purtroppo il militare era il grasso sergente Garcia e la barchetta, a causa del peso eccessivo, colò a picco.-
Hahnemann, fradicio e avvilito, riemerse con la testa proprio nel punto della riva dove era sceso Simenon. Lo scrittore era impegnato come al solito a battere a macchina, ad amare fanciulle e a fumarsi la sua adorata pipa, tutto nell’arco di pochi frenetici istanti! Dalla bocca del medico tedesco uscì tanta acqua e alcune parole: – Per lei….Tarentula hispanica….- Poi svenne.
Simenon lesse uno dei fogli appena scritti: – Avvenne tutto per puro caso! Il giorno prima Maigret non sapeva che avrebbe intrapreso un viaggio. Eppure si era in quella stagione in cui Parigi cominciava a pesargli: un mese di marzo effervescente, che profumava di primavera, con un sole chiaro, penetrante, già tiepido…-