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20 Gennaio, 2023

Invito a pranzo con delitto

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Tarcisio Giretti, medico omeopata e cuoco maldestro, nella cucina del ristorante aveva dato il peggio di sé. In poche ore aveva lasciato bruciare due braciole di maiale, aveva aggiunto tanto sale ad un’anguilla da farla sembrare un’aringa e aveva cosparso di farina ogni cosa gli fosse capitata a tiro.

Ortensia Pecca, cravattino nero su camicia bianca e vestito scuro, quindi molto più somigliante ad un pinguino dai capelli rossi che ad un magistrato travestito da cameriera, disse: – Abbiamo modificato, secondo il tuo volere, il menù: tutti i piatti preparati contengono alcol. Inoltre nel salmone al vino rosso e nel brasato al barolo abbiamo aggiunto doppia quantità di vino.- 

Giretti, serafico, spiegò:- Tre giorni fa Grimalda Battichì, ricca ereditiera nonché segretaria del Lyon, è stata strangolata nella toilette di questo ristorante, durante un pranzo allestito dal suo gruppo. Un tubulo vuoto di Zincum metallicum è stato l’unico indizio lasciato dall’assassino. Io ho richiamato quelle stesse persone, quindici in tutto, presenti nel ristorante al momento del delitto: tra loro c’è sicuramente il colpevole. –

Ortensia Pecca osservò, dubbiosa, i quindici invitati. Donne anziane, altere ed eleganti, ingioiellate dalla cima dei capelli fino alla punta delle scarpe; decrepiti aristocratici, nobili, generali in pensione, tutti in elegante abito scuro, tutti proprietari di  ingenti fortune in denaro pari almeno alla quantità di rughe che serpeggiava sui loro volti. Assurdo pensare che tra loro ci fosse un assassino. Giretti:- Il fatto che il giorno del delitto tutti i presenti abbiano mangiato un piatto di pesce persico al vino rosso, ti dice nulla?- Il magistrato scosse la testa.

Giretti: – Tra poco il colpevole, che oggi non sapeva di dover fare un pranzo ad alto tasso alcolico e che, quindi, non ha portato con sé Zincum metallicum, si rivelerà a noi.-

Infatti, dopo pochi minuti, Agnello Ruzzolo, illustre notaio napoletano di settanta anni e futuro candidato alla presidenza del Lyon, iniziò a ad agitarsi. – All’anema ‘e mammeta!- Gridò. Il notaio, dal volto paonazzo e cosparso di spasmi, incapace di tenere ferme le gambe, si alzò e cercò di uscire dalla sala. Ma due agenti travestiti da camerieri glielo impedirono.-

Ecco il colpevole.- Sentenziò Giretti. L’uomo, lasciando perdere i consueti gesti eleganti, sonoramente ruttò e scoreggiò davanti alla contessa Flavia Falconi da Marbone, presidentessa del Lyon.

La nobildonna avvampò di sdegno:- Notaio, come si permette?-

Tutti gli autorevoli commensali restarono sbalorditi dal comportamento triviale dell’insigne notaio che, ormai completamente ubriaco e privo di ogni effetto inibitore, biascicò:- ‘A panza nun cunosce crianza.-

Giretti: – Cos’ha detto alla povera Grimalda, mentre la strangolava?-

Il notaio: – ‘A morte a te, e ‘a salute a chi te magna! – Gli agenti ammanettarono il notaio.

Giretti: – Zincum metallicum è un rimedio utile per sopportare le alterazioni da alcol, soprattutto negli alcolisti, come il notaio, che, per uccidere Grimalda doveva restare lucido nella mente e nel fisico, nonostante avesse mangiato del pesce persico al vino rosso. –

– Assassino!- Gridò Flavia da Marbone.

Il notaio le fece un inchino, poi una pernacchia e farfugliò: – Parla quanne piscia ‘a gallina!-

Il notaio aveva ucciso Grimalda Battichì poiché la segretaria del Lyon, a conoscenza del fatto che lui era un alcolizzato, voleva impedirgli di diventare presidente.