È bene ricordare che dire “scienza” non equivale a dire “meccanica”, ovvero lo studio del movimento dei corpi e delle forze che lo producono. È impossibile capire la biologia a partire dai postulati della meccanica, perché la dimensione biologica richiede per la sua rappresentazione una conoscenza il cui valore deve essere integrato all’interno di una lettura complessiva del fenomeno. Nel nostro caso si tratterebbe della totalità dell’essere umano.
Affinché questo sapere acquisisca la categoria di “scienza”, deve soddisfare diversi requisiti, ovvero: un insieme di conoscenze oggettive e verificabili su un determinato fenomeno ottenute attraverso l’osservazione e la sperimentazione, la spiegazione dei suoi principi e delle sue cause e la formulazione e la verifica di ipotesi; inoltre, è caratterizzato dall’uso di una metodologia adeguata all’oggetto di studio e dalla sistematizzazione della conoscenza.
Per questo motivo, è opportuno ricordare che l’essere umano non è solo materia, ma è costituito da una parte visibile (la materia, di per sé inerte) e da una parte invisibile molto più grande (le sue Forze Vitali, il suo Principio Vitale, la sua anima o motore energetico e il suo spirito, causa efficiente ed efficace della sua identità e della sua stessa Vita).
È quest’ultima parte invisibile che dà movimento, sviluppo e significato a ogni essere vivente, secondo la propria natura. Ecco perché le scoperte fatte pensando solo alla materia e alla sua meccanica fisica sono buone, plausibili e interessanti, ma insufficienti a dare un resoconto soddisfacente della realtà.
Detto questo, possiamo ora passare al tema specifico di ciò che si dice dell’Omeopatia e dei suoi farmaci. Si insiste nell’affermare che l’Omeopatia è solo suggestione perché i suoi farmaci, analizzati con gli strumenti utilizzati nella medicina meccanicistica, non mostrano molecole del presunto principio attivo: molecole delle sostanze che vengono analizzate fisicamente, come ad esempio nell’analisi di Belladonna, Pulsatilla, Sulphur, ecc. Pertanto, si conclude che si tratta di acqua pura o di acqua zuccherata.
Questa bufala popolare è stata diffusa da coloro che hanno una visione meccanicistica e sanno usare solo gli strumenti per l’analisi fisico-chimica. In altre parole, non utilizzano gli strumenti adeguati al riconoscimento e l’identificazione del fenomeno. È come se uno di noi volesse studiare la Via Lattea con un binocolo, anche se molto potente: non riuscendo a vederla, ne nega l’esistenza, anche se è evidente. Per poter studiare la Via Lattea, è necessario un altro strumento che sia in grado di comprendere il fenomeno. In questo caso, un telescopio astronomico.
Allo stesso modo, per poter vedere, riconoscere e confermare il potere medicinale di una sostanza elaborata secondo il metodo hahnemanniano che supera la potenza hahnemanniana della dodicesima centesimale, sono necessari alcuni strumenti “ad hoc”, quali:
- Termoluminescenza con lampada al quarzo o per spettroscopia.
- Microcromatografia con reagenti o con luce ultravioletta.
- Conduttimetria e spettrografia.
- Metodi fisico-chimici molecolari e particellari.
- Metodi di cristallizzazione
- Metodi biofisici
- Elettroforesi.
Con questi strumenti, la “semplice acqua zuccherina” rivela e dimostra la sua straordinaria capacità di trasformare il funzionamento di un organismo in modo invisibile, delicato, rapido e permanente, come proposto da Hahnemann nel paragrafo 2 della sua opera fondamentale “Organon della Medicina. Scienza e arte della guarigione”.
Prove concrete? Solo una, accessibile a tutti: l’ESPERIMENTO!
Don Eduardo diventa San Tommaso
Don Eduardo era un uomo messicano di circa 65 anni quando l’ho conosciuto. Un saggio pedagogo, di grande cultura, conoscenza e ragione, come si conviene ai tempi. Non si sarebbe mai rivolto all’Omeopatia, “quella ciarlataneria degli stregoni”.
Tuttavia, don Eduardo non viveva, non dormiva, non mangiava, non respirava, non si relazionava con il mondo, perché da un anno soffriva di un continuo dolore ulceroso alla bocca dello stomaco, che nessuna medicina scientifica poteva cambiare. Peggiorava sempre di più, al punto che si proponeva un intervento chirurgico. In breve, l’asportazione di un piccolo pezzo di stomaco con tutti i tremendi effetti collaterali, che in breve significava non vivere più normalmente. Avrebbe dovuto smettere di godersi i magnifici pranzi con gli amici, le interminabili conversazioni di politica, filosofia, calcio o altro, nei piacevoli centri universitari dove aveva sempre vissuto ed era stato felice.
Contro la sua volontà e le sue convinzioni, decise di recarsi da uno di quei ciarlatani che disprezzava, per vedere se poteva risolvere il problema. Una cosa meschina per il suo onore di pensatore e uomo di scienza, ma come tutti sappiamo… il dolore abbatte lo spirito di chiunque. È una di quelle cose che, come poche altre, “mette le persone al loro posto”, di qualsiasi livello o estrazione sociale, cosa che noi medici sappiamo bene.
Don Eduardo chiese un consulto con il maestro Proceso Sánchez Ortega, per Don Eduardo il ciarlatano per eccellenza, di cui all’epoca ero assistente e collaboratore personale. Assistetti alla conversazione di Don Eduardo che, con straordinario buonumore, spiegava al “ciarlatano” il suo caso, senza alcuna speranza di guarigione o di buon auspicio.
Il Maestro Proceso, che con la sua serenità e la sua naturale eleganza non si lasciava intimidire dagli aggressori dell’Omeopatia, faceva a Don Eduardo alcune domande specifiche sul suo stato generale e sul suo umore, quando quest’ultimo smetteva di parlare un po’.
Don Eduardo era perplesso.
Dopo circa mezz’ora di conversazione, con il gentile e breve intervento del maestro Proceso, si alzò e chiese al segretario un rimedio: Nitricum Acidum 30ch.
L’acido nitrico è un forte liquido acquoso e incolore, noto come acido azotico o spirito nitro. Non si trova in natura. Si ottiene dal potassio e dall’acido solforico. È uno dei rimedi più efficaci in caso di distruzione delle mucose, ulcere con secrezioni escorianti e sanguinanti.
Si avvicinò a don Eduardo e gli disse: “Per favore, don Eduardo, apri la bocca”, e gli mise alcuni globuli sotto la lingua. “Ora puoi andare. Mi dica tra una settimana come sta”.
Don Eduardo era sbalordito. Non sapeva cosa rispondere e quasi non sapeva cosa dire per salutare l’insegnante. Si limitò a esclamare: “Grazie, mio dottore. Le farò sapere, senza dubbio”.
Don Eduardo racconta che quando uscì dallo studio medico non aveva mal di pancia. NON È POSSIBILE! Questa”, si disse, “è pura suggestione. Ma ora vedrete come dimostro che non è possibile: appena esco in strada mi metto a correre, cosa che infallibilmente mi provoca un dolore tremendo”.
Don Eduardo attese con impazienza di scendere gli undici piani dell’edificio, dove si trovava l’ufficio del “massimo ciarlatano”, per dimostrare a se stesso che aveva ragione e, di conseguenza, la sua convinzione sull’infallibilità della scienza ufficiale e della sua modernità.
Finalmente raggiunse il livello del suolo e partì in velocità verso l’Alameda, dove poteva correre a suo agio. Nonostante il suo peso e i suoi 65 anni, correva come un levriero in mezzo alla foresta. Il dolore non arrivava! Ma non poteva essere vero, così Don Eduardo continuò a correre, a saltare e a fare piroette di ogni tipo fino allo sfinimento. E… sì, era possibile! Il dolore era sparito con soli 3 globuli sotto la sua lingua… e per sempre!
Don Eduardo divenne un grande sostenitore dell’Omeopatia. Presiedette congressi internazionali e riunioni accademiche e, con la gioia della sua salute, la sua enorme cultura e il suo buon umore, fu, fino alla sua morte, un grande testimone e difensore di questa straordinaria e unica “scienza dei ciarlatani” che avrebbe rivoluzionato il mondo.
L’Omeopatia trasforma il basilisco
Tuttavia, non fu l’unico a rimanere grato all’Omeopatia per la vita, laddove la suggestione dell'”acqua fresca e zuccherata” non poteva reggere. Don Ramón ha potuto sperimentarla anche con il figlio José, di 28 anni, che si trascinava sulla sedia a rotelle fin dalla nascita, dopo una caduta che aveva lasciato il ragazzo con una paralisi cerebrale a vita.
José aveva scatti d’ira incontrollabili. All’improvviso, nell’esasperazione della sua continua agitazione, aveva crisi di terribile violenza che incutevano terrore. Don Ramón, con tutta la pazienza di un padre affettuoso ed esausto, lo lasciava libero di scorrazzare nella piazza del paese, dove allora eravamo stabiliti, e dove tutti lo conoscevano e lo sopportavano come se fosse il proprio figlio. José correva come un pazzo, urlando e sbavando come una bestia selvaggia. Un vero basilisco su tutte le furie.
Un pomeriggio, mentre ero nella sala di consulenza in piazza, la scena apocalittica si svolse davanti a me e a un collega. Noi due guardammo e, con tutto lo stupore e la preoccupazione per quello che stavamo vedendo, ci chiedemmo subito quale rimedio dovessimo dargli.
In pochi minuti, come ci era stato insegnato, siamo arrivati entrambi allo stesso rimedio perché, in situazioni critiche, i sintomi sono chiarissimi: Datura Stramonium, l’erba del mago, la mela spinosa. Una pianta della famiglia delle Solanacee, originaria dell’India, che cresce tra le macerie e intorno a vecchi muri o lungo i bordi delle strade, ma come possiamo dargliela?
Ma come possiamo dargliela? Era impossibile avvicinarsi!
Decidemmo in fretta: presi in mano un tubetto di Stramonium 30ch e corremmo di sotto per vedere come avvicinarci al basilisco.
Joseph correva a tutta velocità per la piazza, urlando a squarciagola, ruggendo e sbavando, schiumando dalla bocca come un uomo posseduto. Tutti si erano ritirati per proteggersi da quel pazzo pericoloso. La piazza era quasi vuota, ma tutti, nascosti, osservavano la situazione, rattristati, spaventati e in attesa.
Ci precipitammo verso il pazzo José, gridandogli contro come se fosse in allarme… e mentre veniva verso di noi come una palla di fuoco, prima che potesse prenderci, sparammo la manciata di piccoli granuli nella sua bocca aperta e schiumosa come meglio potevamo, nella speranza che alcuni di essi cadessero nella sua bocca.
Appena i granuli sono finiti in bocca a José, si è addormentato sulla sedia, come il più sereno e felice dei bambini.
La gente, che non vide mai che portavamo medicine in mano, vide solo due pazze che urlavano contro il pazzo che ruggiva senza sosta e che, da lontano, aveva fatto un gesto magico, come il mago Merlino, quando aveva ordinato alle acque di riprendere il loro corso.
Una volta sedato il personaggio, abbiamo avuto un impulso incontrollabile a ridere della scena e della nuova e straordinaria dimostrazione dell’effetto di un rimedio omeopatico quando è il vero Simillimum. L’effetto rapido, dolce, permanente e insuperabile della “semplice acqua di zucchero” dei ciarlatani, che diventerà senza dubbio la vera scienza medica del terzo millennio.
Il contributo dell’Omeopatia
Lo straordinario contributo dell’Omeopatia, dal punto di vista di questa misteriosa “acqua di zucchero”, è stata la scoperta di come disintegrare la materia di ogni particolare sostanza, liberandone le energie intrinseche, specifiche e particolari, conservandole senza alterazioni. È stato così creato un metodo rigorosamente scientifico per manipolarle in modo da rivelare il loro enorme potere medicinale e curativo. In altre parole, la trasformazione della materia in vibrazione informata, come uno sguardo, un colore che vediamo in lontananza, un suono… capace di cambiare il nostro stato d’animo in un istante, senza bisogno di un impatto materiale.
Tutti i farmaci dell’autentico magazzino terapeutico omeopatico provengono dalla natura. Che si tratti di minerali come lo Zolfo (Sulphur), di vegetali come la Pulsatilla, di sali minerali come il Fosforo (Phosphorus) o il Calcium carbonicum, di metalli come l’Aurum o di metalloidi come la Silicea, di veleni come il Lachesis trigonocephalus, di sostanze animali come lo Psorinum, ecc. o anche di raggi lunari o di poli magnetici.
Tutte queste sostanze sono sottoposte a un processo chiamato genericamente potenziamento della sostanza e tutte passano necessariamente attraverso le seguenti fasi:
- Frantumazione e disintegrazione della materia (ogni sostanza secondo la sua natura), unendo le particelle ai veicoli che fisseranno definitivamente l’energia. Ovvero fruttosio, acqua e alcol 96˚. Da qui l’idea di “acqua fresca zuccherata”.
- Diluizione, secondo canoni matematici specifici per ogni sostanza, in una soluzione con un determinato rapporto acqua/alcool.
- Dinamizzazione o succussione della diluizione fortemente su un piano duro ma elastico, in modo da disintegrare lo scheletro energetico e liberare sempre più le energie più sottili e allo stesso tempo più potenti. Le succussioni iniziali sono state, per ogni fase, di almeno 100 colpi.
- Diluizione e succussione progressiva, secondo le scale scelte- decimale, centesimale, cinquanta centesimale o LM – utilizzando una fiala per ogni passo. Oppure un flacone per l’intero processo, ottenendo così le scale korsakoviane.
La differenza di scale è come la chiave di sol, la, mi all’inizio di uno spartito musicale. Cambia il ritmo, la velocità, l’emozione, l’effetto sulla nostra anima, senza cambiare la composizione musicale.
È questa la vera rivoluzione in farmacologia e farmacoprassia della “semplice acqua dolce zuccherata”, dove la presenza molecolare del famoso numero di Avogadro scompare per lasciare il posto all’universo delle impalpabili nano particelle, e all’utilizzo del loro enorme potere terapeutico, portando in Natura ciò che prima non esisteva. Lo Stramonium esisteva, ma non lo Stramonium 30ch, che è quello che ha curato il paziente furioso.
Questo è stato un dono dell’intelligenza umana alla Scienza, alla Medicina, alla Terapeutica e alla Vita.