In seguito all’infezione da Covid 19 sempre più persone lamentano una serie di sintomi che perdurano anche parecchie settimane dopo la fase acuta della malattia, al punto che si è arrivati a considerarla come una vera e propria sindrome: la sindrome post covid (PCS) o Long Covid .
L’aspetto peculiare è che non colpisce solo le persone ospedalizzate o quelle la cui intensità dell’infezione è stata più severa, ma si estende a tutti coloro che sono stati infettati dal virus, anche in forma leggera. Uno studio condotto dall’Università di Melbourne ha stabilito che ben il 34% delle persone infettate dal virus SARS-Cov-2 presentava sintomi persistenti ancora 45 settimane dopo la fase acuta della malattia, e si stima che attualmente oltre 66 milioni di persone sopravvissute all’infezione possano essere colpite dalle conseguenze a lungo termine del Covid 19.
In cosa consiste la Sindrome Post Covid
Proprio come esiste eterogeneità nella fase infettiva acuta, esiste eterogeneità anche nelle complicanze a lungo termine, ma i sintomi più frequentemente registrati sono:
fatica persistente, stanchezza eccessiva e debolezza, anche in seguito al minimo sforzo, disturbi neurologici quali insonnia, ansia, depressione, problemi di concentrazione e memoria, dolori muscolari e articolari, mal di testa, disturbi addominali sia allo stomaco, con nausea, reflusso e difficoltà digestive, che intestinali, con aerofagia, diarrea o stitichezza, tosse secca e problemi cardiaci quali aritmie e variazioni della pressione arteriosa.
Sono stati condotti diversi studi per analizzare le alterazioni fisiologiche alla base di questa sintomatologia, anche per capirne la sua estremamente elevata soggettività, e allo stato attuale delle conoscenze parrebbe esserci un comune denominatore che risiederebbe in un aumento dei livelli sierici di citochine proinfiammatorie, quali l’IL 6 e 17. Sebbene ancora debbano essere compiute ulteriori ricerche per analizzare il fenomeno più nel dettaglio, risulta comunque chiaro che alla base di tutti questi fenomeni ci sia proprio un processo infiammatorio cronico.
È bene quindi correre ai ripari subito, con dei trattamenti specifici e una dieta adeguata, in modo da evitare che il processo infiammatorio possa evolvere ulteriormente, sfociando in processi degenerativi di maggiore entità.
Ovviamente, data l’estrema soggettività dei sintomi, è necessaria più che mai una personalizzazione mirata della cura, con rimedi scelti ad hoc proprio per la sintomatologia di ognuno.
Vi suggerisco alcuni rimedi da utilizzare a seconda del sintomo o dei sintomi che si manifestano.
Come intervenire per sostenere il terreno individuale
Il primo consiglio è quello di provvedere ad una buona depurazione dell’organismo, a prescindere dai sintomi che si hanno. Depurare l’organismo eliminando tutte le tossine che sicuramente si sono annidate nei vari tessuti, sia quelle legate al virus che quelle dovute al metabolismo dei vari farmaci assunti, aiuta tantissimo, sia perché contribuisce a creare un terreno più sano, sia perché aumenta l’efficacia dei trattamenti successivi.
Per la depurazione io consiglio un complesso di linfa di Betulla e fitoembrioestratti di Betulla verrucosa e Ribes nigrum. La linfa di betulla è un depurativo eccezionale dell’organismo, in grado di rimuovere non solo le tossine, ma anche eventuali metalli pesanti, additivi chimici e conservanti depositatisi a livello tissutale e responsabili dell’attivazione di uno stato infiammatorio.
L’associazione della linfa di betulla ai fitoembriostratti di Betulla verrucosa e Ribes nerorende il preparato non solo un ottimo depurativo, ma gli conferisce anche una prima azione antinfiammatoria utilissima in caso di PCS.
Analizziamo adesso i vari sintomi, raggruppandoli in base alle loro caratteristiche:
1) disturbi della concentrazione e calo di memoria:
Il rimedio di elezione in questo caso è il Fitoembrioestratto (FEE) di Melo, da solo oppure in associazione al Ginkgo biloba. La Fitoembrioterapia è una terapia sicura quanto efficace. Agisce in profondità senza presentare effetti collaterali particolari, è adatta anche ai più piccini, e per questo è particolarmente utile nelle sindromi post Covid.
Il Melo FEE aiuta a ritrovare la concentrazione, potenzia la memoria e trova impiego sia nell’astenia fisica che mentale ed intellettuale. In più possiede un’azione leggermente calmante, utile in caso di ansia e agitazione mentale, e un’azione antinfiammatoria articolare che la rende utile, anche in associazione con prodotti più specifici, se il calo della memoria è accompagnato da dolori articolari e/o emicranie.
Il Ginkgo biloba è un altro grande rimedio cerebrale, aiuta a migliorare il microcircolo, favorendo una migliore ossigenazione e quindi un rafforzamento della funzionalità cerebrale, sia in termini di potenziamento della memoria che della capacità di concentrazione e attenzione.
Può essere utile l’associazione di questi rimedi con un preparato a base di acidi grassi polinsaturi omega 3 a catena lunga, compresi quelli a base di alga Schizochytrium, ricchissima di EPA e DHA appunto, che associano all’azione antinfiammatoria, quella neuroprotettiva, contribuendo così a migliorare la performance cerebrale. Per il suo basso contenuto in iodio l’alga Schizochytrium può essere assunta anche da chi soffre di ipertiroidismo.
2) Stanchezza cronica, affaticamento e debolezza
Iniziamo da un Fitoembrioestratto contenente in associazione 3 gemme: Sequoia, Quercia e Ribes nigrum, meglio se fatte macerare insieme per potenziarne gli effetti reciproci.
Il composto è capitanato dalla Sequoia, un forte tonificante sia fisico che mentale, che, in associazione col Ribes nigrum, agisce mediante una stimolazione surrenalica dando forza e resistenza. Completa l’azione la Quercia che infondendo forza, vitalità e allo stesso tempo la giusta tranquillità mentale, rende il prodotto particolarmente indicato negli stati di convalescenza come questo. Ovviamente questo prodotto possiede un’azione antinfiammatoria cortison-like da apprezzare se la stanchezza è associata a infiammazioni di vario tipo, anche osteo-articolari.
In caso di stanchezza può essere utile l’assunzione di Magnesio, da solo o in associazione ai FEE sopra descritti, e, ovviamente di Pappa reale di qualità, che è un ottimo multivitaminico naturale e in generale un rinvigorente dell’organismo, da sola o in associazione ad altri rimedi, quali Guaranà, Ribes nigrum e Acetil carnitina.
3) Dolori muscolari e osteo articolari:
Iniziamo con un fitocomplesso, un insieme sinergico di fito embrio estratti contenente Vite, Pino e Mirtillo rosso, tre rimedi cardine delle affezioni osteo articolari, che alleviano l’infiammazione, migliorano la flessibilità e ne contrastano la degenerazione. In particolare, la Vite agisce sul processo infiammatorio articolare sia acuto che cronico, il Pino ha un’azione mirata anche all’osso, di cui facilita la remineralizzazione, mentre il Mirtillo rosso è il rimedio principe delle sierose, le membrane che avvolgono le articolazioni, ed è un grande rimedio reumatologico. Agisce a numerosi altri livelli, con un’azione lenitiva sulle mucose, sia polmonari che intestinali, rilancia la funzione renale con un’azione depurativa, molto utile in questi casi.
A questo rimedio possiamo associare del Magnesio se vogliamo potenziarne l’azione sul muscolo.
Altri due rimedi importanti in caso di affezioni osteo articolari sono il FEE di Noce e Frassino. Il primo agisce sull’infiammazione non solo delle sierose articolari, ma anche eventualmente delle mucose, soprattutto a livello respiratorio e intestinale, il secondo associa all’azione antinfiammatoria articolare anche un’azione calmante sul SNC, aiutando nella gestione dello stress.
4) Tachicardia e ipertensione:
Un grosso aiuto ci viene dato in questo caso dal Biancospino, una pianta utilissima per controllare la pressione arteriosa e tenere a bada un’eventuale tachicardia. Associa anche un’azione calmante utile per gestire ansia, agitazione e insonnia.
5) Ansia, depressione, diminuita resistenza allo stress e insonnia
Sono diversi i rimedi che agiscono a questo livello:
Iniziamo dal FEE di Tiglio, un rimedio complesso, dall’azione ansiolitica, antispastica, sedativa, leggermente antidepressiva, che favorisce il sonno e tonifica un sistema nervoso esaurito. Data la sua versatilità, può essere di grande aiuto in molti casi.
Il Biancospino è da preferire in casi di ansia accompagnata da agitazione cardiaca, quindi con tachicardia e palpitazioni.
Questi due rimedi si possono trovare anche in una triade simbiotica, in associazione col FEE di Fico, che calma la somatizzazione gastrica, spesso associata agli stati di ansia e di stress, e funge da adattogeno, aiutando a digerire gli eventi. Questo complesso è ottimo anche in caso di insonnia.
Per la diminuita resistenza allo stress consiglio invece un complesso di FEE che al Tiglio e Fico associa l’Olivo, un estratto che protegge il sistema nervoso e allo stesso tempo sostiene e rafforza l’organismo.
Ottima l’associazione con alga Klamath (Aphanizomenon flos aquae) un’alga di acqua dolce che cresce nell’omonimo lago dell’Oregon, della cui assunzione beneficia tutto l’organismo in generale. Innanzitutto è ricca di vitamine: A,E,C,K e tutte quelle del gruppo B, migliora la permeabilità intestinale e grazie alla presenza di feniletilammina, un inibitore competitivo della dopamina, migliora l’umore e dona serenità. Inoltre ha un’azione antinfiammatoria, sia per la presenza di ficocianina, un inibitore competitivo della Cox-2, che per la presenza di Omega-3.
6) Problemi digestivi, mal di stomaco, reflusso e nausea:
Per quanto riguarda il reflusso puoi consultare questo articolo. Suggerisco anche in questo caso un’associazione simbiotica di FEE contenente Ontano nero, Fico e Noce. L’Ontano nero contrasta le infiammazioni delle mucose, con una specificità particolare per quella gastrica, il Fico facilita la digestione e il Noce agisce ad ampio spettro proteggendo sia lo stomaco che l’intestino. Se la problematica gastrica è associata a nausea, potrebbe essere utile associarvi una tisana di zenzero fresco.
7) Tosse secca:
È un sintomo molto comune tra quelli del long Covid. Per la fitoterapia nel trattamento della tosse si può consultare questo articolo. Per la tosse secca da long covid può essere utile uno sciroppo. Ne consiglio uno a base di estratti di Propoli, Drosera, Capelvenere, Verbasco, Grindelia, Altea, Timo ed Elicriso che per la sua versatilità e completezza della formulazione agisce con successo sia in caso di tosse secca che grassa. Può essere utile anche una tisana a base di Malva e Altea.
8) Mal di testa:
Per il mal di testa consiglio un FEE contenente sia Ribes nigrum che Rosmarino e Ginepro che all’azione cortison-like associano quella di depurazione, soprattutto a livello epatico, che può essere di grande aiuto nel trattamento del mal di testa.
9) Problemi intestinali:
In molti lamentano un’alterazione della regolarità intestinale dopo l’infezione da Covid. In questo caso io consiglio di iniziare con un prodotto che sfiammi la mucosa intestinale, come ad esempi il FEE di Noce, ma anche l’associazione simbiotica Noce, Mirtillo rosso e Rosmarino, per poi proseguire con una buona formulazione di pre e probiotici per ripopolare il microbiota intestinale.
Come sempre concludo suggerendovi un Tè che può essere di supporto a questi trattamenti: il Pu’Er. Si tratta di un Tè postfermentato che è utile a dare un po’ di forza, favorisce l’attenzione ed è sicuramente lenitivo per stomaco e intestino.