Questi ultimi mesi del 2019 hanno portato molte belle notizie per chi, come noi, crede nell’efficacia terapeutica dell’Omeopatia. Se la prima buona notizia è stata lo svolgimento al Senato del convegno “L’uso della Medicina omeopatica in Italia e aspetti normativi” promosso dalla senatrice Virginia La Mura, la seconda è rappresentata dal finanziamento ricevuto per il progetto Chemocim dal Centro per le Terapie Complementari di Lucca, da quello Medicina Integrata di Pitigliano, di Anestesia e Rianimazione del Santa Chiara di Pisa e dall’Istituto Tumori toscano . La Toscana, fra l’altro, è da tempo all’avanguardia nella sperimentazione nel campo della Medicina non convenzionale. A riprova di ciò, proprio in questa regione è presente l’unico Centro europeo dove Medicina Omeopatica e Allopatica convivono e operano in sinergia sotto il comune scopo della salute del malato. Si tratta del già citato Centro di Medicina Integrata di Pitigliano, un polo d’eccellenza che è un modello per le tante strutture in Italia e in Europa che oggi si ispirano al principio della complementarietà delle discipline mediche. Del Centro di Pitigliano in passato si è occupata anche la trasmissione “Presa Diretta” di Rai3, in un interessante servizio che ci conduce all’interno delle corsie, facendoci vivere come se fossimo presenti, il rapporto tra medici e pazienti, l’impegno degli uni, le speranze degli altri.
Lo studio vincitore del finanziamento, premiato dalla Regione Toscana con uno stanziamento di 315mila euro, vuole approfondire l’efficacia di Omeopatia e Agopuntura, utilizzate in sinergia con un opportuno trattamento fisioterapico e una dieta controllata, nel contrastare alcuni pesanti effetti collaterali della chemioterapia effettuata a seguito tumore al seno. In particolare, l’effetto che si cerca di contrastare è quello che gli specialisti chiamano Chemiobrain, ossia una serie di problemi di carattere cognitivo, che vanno dalla stanchezza mentale, alla ridotta velocità di elaborazione delle idee, ai deficit dell’attenzione e della memoria a breve termine.
Chemocim selezionerà 300 pazienti in base al tipo di tumore alla mammella che hanno avuto e li dividerà in tre gruppi. Tutti e tre i gruppi saranno sottoposti a un trattamento di fisioterapia e ad un regime alimentare particolare, adatto alla loro condizione. I gruppi saranno differenziati per le terapie di accompagnamento: il primo gruppo si limiterà alle terapie appena accennate, al secondo verrà somministrata in aggiunta una cura omeopatica e al terzo invece una terapia basata sull’agopuntura. Dopo tre mesi il gruppo dell’omeopatia e quello dell’agopuntura si scambieranno, così da poter verificare anche eventuali effetti sinergici tra i due diversi metodi terapeutici.
Qualora questa ricerca riesca a dimostrare l’effettivo miglioramento delle condizioni di vita delle pazienti, come ci auguriamo, costituirà un passo avanti importante per il pieno riconoscimento dell’efficacia della terapia omeopatica, oltre a rappresentare un punto di svolta per un’integrazione dei saperi in medicina che non potrà che essere positivo per i pazienti. Troppo spesso, infatti, i due approcci vengono considerati in contrasto, sulla base di opposti estremismi che nuocciono alla reale, positiva comprensione della complessità delle materie legate alla Salute. Sarebbe invece auspicabile comprendere che i migliori risultati terapeutici possono essere raggiunti da un accorto utilizzo combinato delle due.
2 commenti
Sabrina Barsacchi
Spero vivamente che questo progetto di integrazione di varie terapie alternative, possono essere un nuovo traguardo per la medicina e soprattutto per i pazienti.
Geny de Castro Virgens
Maravilha esse Centro de desenvolvimento para uma salute melhor! Toscana está de parabéns !