Tradizionalmente tutte le trattazioni omeopatiche su Opium iniziano con informazioni contro il suo uso allopatico perché maschera i veri sintomi omeopatici del caso. Hahnemann puntualizza che Opium nelle sue sperimentazioni era l’unico rimedio che non produceva alcuna reazione dolorosa. Negli anni ’60, fu coniata una popolare frase che descrive molto bene lo stato Opium: “Stato di beatitudine”. Questa espressione indica uno stato sognante, sereno ed euforico che mima l’effetto di tutti gli oppiacei. Comunque nella “azione secondaria” di Opium, lo sperimentatore fa esperienza dell’opposto di questa assenza di dolore molti dolori ed iperestesia sia fisica che mentale. Nella pratica clinica vengono osservati entrambi gli aspetti di queste reazioni sperimentali.
I casi Opium non sono sempre in uno “stato di beatitudine”. C’è uno stato in cui il paziente è affrettato ed intenso quasi quanto Nux Vomica. Il paziente ha un grande desiderio di lavorare ed effettua i lavori rapidamente e con una mente estremamente lucida. Se il paziente esaurisce le sue risorse, si presenta uno stato opposto di confusione, sonnolenza e torpore. Questi due stati possono anche alternarsi nello stesso paziente. Mentre stato sognante ed euforia sono le tipiche caratteristiche mentali, la paura è lo stato opposto a cui sono soggetti i pazienti Opium. Nelle condizioni acute, Opium può svegliarsi dal torpore con marcato spavento. Allo stesso modo, Opium è uno dei nostri rimedi principali in caso di disturbi provocati da spavento.
Molti autori di omeopatia parlano della mancanza di coscienza morale nelle persone dedite all’oppio o all’eroina, che mentono o rubano per procurarsi la droga. Opium è stato raccomandato perciò in pazienti che sono amorali e in bambini che sviluppano il senso morale piuttosto tardi.
Fisicamente, Opium è comunemente usato in condizioni neurologiche quali narcolessia, convulsioni, delirio e ictus.
Tratto da: Manuale Guida ai Sintomi Chiave e di Conferma – Roger Morrison- Trad.
Bruno Galeazzi – Bruno Galeazzi Editore