Il contributo dell’Omeopatia
Il livelli di contagio del COVID-19 in Italia sono purtroppo altissimi, così come le morti. Il Global cases center ci posiziona nella classifica dei paesi più colpiti al terzo posto. Ad oggi conta 181.228 casi. Si tratta di numeri impressionanti. Su iniziativa della SIMO (Società Italiana di Medicina Omeopatica), un gruppo di medici omeopati mette a disposizione il suo contributo alla ricerca sul campo. Negli scopi della ricerca c’è la necessità di approfondire come la Medicina omeopatica possa contribuire nella prevenzione e nella cura di questa pandemia, che in questi mesi si presenta così dura e difficile da arginare. Dal canto suo la Medicina omeopatica non è nuova all’intervento in situazioni epidemiche, dove ha saputo dimostrare la sua efficacia.
Lo studio è stato realizzato dai dottori Ciro D’arpa (medico omeopata e responsabile del dipartimento di epistemiologia ed etica della SIMO), Raffaella Pomposelli (Medico omeopata, presidente della fondazione Belladonna), Silvia Pipitone (patologo clinico, spec. In ematologia clinica e lab. Spec. In biochimica e chimica clinica U.O Diagnostica ematochimica AZ Ospedaliera Università di Parma) e Andrea Valeri (Medico omeopata responsabile del dipartimento di ricerca della SIMO).
50 casi trattati con la Medicina omeopatica
Gli autori hanno raccolto 50 casi (più un addendum successivo di 18 casi) di soggetti trattati a partire dai positivi al Covid-19, casi probabili e casi sospetti, che sono stati trattati con la Medicina omeopatica. Data l’impossibilità a realizzare il tampone, solo di 10 pazienti sono stati confermati affetti da Covid-19. Per gli altri 40, si tratta di soggetti con sintomatologia simile ai precedenti per i quali non si è potuta accertare l’infezione con indagini di laboratorio. I medici coinvolti sono stati 24 che hanno erogato le prescrizioni telefonicamente o attraverso video consultazione a distanza. I pazienti cronici già in cura, non hanno interrotto le loro consuete terapie, e tutti sono stati trattati con medicinali unitari prescritti secondo i sintomi ed il decorso della malattia. Alcuni di essi sono stati trattati con un solo medicinale (50% dei casi), altri con due o più medicinali. Tra i 50 pazienti trattati,i nessuno ha fatto ricorso a cure ospedaliere.
Trattamento mirato e individualizzato
Si tratta comunque di uno studio preliminare sul campo, in una fase epidemica acuta, per tanto al momento, ha il solo scopo, come sottolineano gli autori, di stimolare una riflessione sulla possibilità di intervento con la medicina omeopatica. Il massiccio ricorso all’ospedalizzazione, dei malati di COVID-19 ha messo sotto pressione il nostro sistema sanitario. Un trattamento mirato e individualizzato in fase di esordio della patologia, avrebbe molto probabilmente ridotto sensibilmente il ricorso alle cure ospedaliere. E’ probabile che ci toccherà convivere per un po’ con questa scomoda situazione. Alla luce del dato proposto dallo studio della SIMO, vale la pena fare ogni sforzo per trovare quelle strategie terapeutiche, più rapide ed efficaci, per garantire l’efficienza del nostro sistema sanitario.