Li chiamano post pandemic puppyes, ovvero cuccioli post pandemici. Sono un esercito di cani, gatti, conigli ed altri animali meno convenzionali adottati circa 3 anni fa per sopperire all’angoscia di grandi e piccini sottoposti ai regimi di lockdown. All’epoca sembrava un sogno: canili e gatti che si svuotavano, umani che convivendo forzatamente con i loro amici a 4 zampe, gli dedicavano tempo ed attenzioni costanti; tutti felici e contenti come in una favola. La certezza che ne saremmo usciti migliori, che avremmo recuperato quel barlume di saggezza da farci capire che la vita è altro, che la vita va oltre gli impegni scadenzati del lavoro e che vale la pena di viverla fino in fondo contornati da affetti, umani ed animali, perché “del diman non v’è certezza”. Ma poi è successo altro.
Cuccioli post pandemici ed ansia da separazioni
Questo amabile, tenero e dolce esercito di cuccioli che allietavano le nostre interminabili giornate chiusi in casa e quella dei nostri figli, ad un tratto si è trasformata in un esercito di cani e gatti adulti, con le loro esigenze da adulti e che soprattutto non sapevano cosa fosse la solitudine. Per fortuna le attività sono ricominciate in presenza, tutto è tornato più io meno come prima, e loro, i nostri amici con la coda, sono rimasti indietro. Non tutti, ovviamente, per carità, ma tantissimi si sono ritrovati a trascorre decine di ore in completa solitudine. Niente più compagni umani, niente più stimoli. Da soli magari in un appartamento o in un giardino. I più sfortunati, che erano andati in mani di farabutti, sono addirittura tornati in canile o sono stati abbandonati per strada. I più fortunati invece hanno dovuto modificare la propria routine con l’aiuto degli umani di casa. Ma in tantissimi hanno sviluppato la così detta ansia da separazione
Cos’è l’ansia da separazione
Per ansia da separazione si intende una condizione psicologica nella quale la persona o l’animale che ne sono affetti manifestano una paura persistente, intensa e inappropriata rispetto all’età di sviluppo, a separarsi dalla o dalle figure di riferimento; i sintomi sono più o meno intensi e le cause solitamente risiedono nel tipo di legame che il cane o, meno frequentemente il gatto, hanno instaurato con i propri umani. Molto spesso, infatti, si tende a dedicarsi molto all’arrivo di un cucciolo in casa e lo si abitua a non stare mai da solo. Cani e gatti con caratteri particolarmente sensibili alla solitudine possono manifestare intenso disagio quando per la prima volta vengono lasciati da soli, anche se in un ambiente che conoscono. Altre volte i sintomi dell’ansia da separazione si manifestano quando è una persona in particolare a separarsi da loro, o anche quando viene a mancare un animale che conviveva con loro. Vi sono quindi diversi gradi di manifestazione del disagio, e diverse sfaccettature di questo problema comportamentale.
I sintomi che non sono dispetti del cane
Molto spesso capita di sentire dire a persone che il cane o il gatto gli fanno i dispetti; quando li lasciano da soli distruggono oggetti, scavano rovinando pavimenti e tappeti, hanno deposizioni inappropriate sporcando con i loro bisogni in casa. Tutti questi però non sono affatto dispetti, ma sintomi di ansia da separazione. In pratica i nostri animali hanno veri e propri attacchi di panico ed i sintomi di questi attacchi sono questi. Nei casi più leggeri non arrivano a vere e proprie distruzioni di mobili e suppellettili, ma magari rosicchiano oggetti o si leccano zampe o altre parti del corpo provocandosi vere e proprie ferite. In altri casi vocalizzano abbaiando, latrando o miagolando di continuo nella speranza di attirare l’attenzione del loro umano di riferimento, e di farlo ritornare a casa da loro. Nel momento in cui i nostri pet mettono in atto tutta questa serie di manifestazioni dobbiamo sempre ricordare che nel mondo animale i dispetti non esistono. Un cane o un gatto non sono proprio in grado di formulare il complesso pensiero del fare un dispetto, né si rendono conto delle conseguenze che i loro gesti potranno portare.
Cosa fare se fido e micia distruggono casa quando sono da soli
Quando torniamo a casa e troviamo urine e feci dappertutto o il divano sventrato, la prima reazione che abbiamo è quella di provare rabbia. Questo è sicuramente comprensibile, ma dobbiamo armarci di tanta pazienza e metterci nei loro panni. Se un amico ha un attacco di panico durante il quale prova a colpirci o a distrugge qualcosa, qual è il comportamento naturale che ci viene da adottare? Di certo non quello di sgridarlo o di urlare… ovviamente cercheremo di rassicurarlo o là per là cercheremo di ignorare i suoi gesti perché sappiamo che in quel momento il nostro amico è fuori di sé, ed i suoi comportamenti non sono razionali. Dobbiamo quindi cercare di fare la stessa cosa con i nostri amici con la coda. Loro spesso sanno che hanno fatto qualcosa che non va, ma più che saperlo se ne accorgono dal nostro comportamento non verbale. Quando siamo arrabbiati i nostri muscoli sono tesi, l’espressione del volto e lo sguardo cambiano, il nostro tono di voce si fa aggressivo e minaccioso. Anche se può sembrare difficile, dobbiamo lavorare su questo. E considerare questi comportamenti come il segno di un forte disagio, ci può davvero aiutare. Prima di tutto quindi cerchiamo di essere calmi e ignoriamo almeno sul momento il nostro amico ed i disastri che ha combinato. Poi, non appena tutti ci saremo calmati, dobbiamo cercare una soluzione. Fido e Micia pensavano infatti di non poter sopravvivere senza di noi e sono andati nel panico. Non serve sgridarli, ma piuttosto cercare aiuto concreto.
Strategie per risolvere l’ansia da separazione del cane
La prima cosa da fare è sicuramente non sgridarli. Questo comporterebbe soltanto un ulteriore stato di ansia, anche perché fino in fondo i nostri amici non possono capire quello che hanno fatto: loro non sanno che quella poltrona ci è costata un occhio della testa, o che quel paio di scarpe erano nuove, tanto mento che le loro urine possono irrimediabilmente macchiare il pavimento. Non dobbiamo neanche isolarli chiudendoli in una stanza o in un’area del giardino recintata, perché questo aggraverebbe ancora più la situazione facendoli sentire ancora più soli ed insicuri. Piuttosto dobbiamo aiutarli con tutti mezzi a nostra disposizione. In primo luogo dobbiamo cercare di aumentare la loro autostima e passare più tempo con loro. Per aumentare l’autostima, e di conseguenza renderli più sicuri di sé, esistono numerosi giochi di attivazione mentale che hanno anche il vantaggio di farci stare insieme. Nel caso in cui non possiamo dedicargli il tempo del quale hanno bisogno, dobbiamo creare una rete di presone, familiari, amici e dog sitter, che riducano il tempo che passano da soli. E poi lentamente dobbiamo abituarli a passare un po’ di tempo da soli. Questo possiamo farlo in primo luogo riducendo al minimo inizialmente questo tempo e cercando di gratificare il nostro amico tenendolo impegnato mentre è da solo. Molto utili a tal proposito sono i giochi che contengono del cibo che possiamo lasciare il nostro amico nel momento in cui starà da solo. Sono dei giochi cavi nei quali possiamo mettere cibo secco ed umido in modo che non solo Fido avrà una gratificazione momentanea per aver ricevuto del cibo, ma si terrà anche impegnato mentre lo mangia.
Un’altra strategia è quella di sdrammatizzare il momento dell’uscita e del rientro: se gli facciamo un sacco di raccomandazioni quando usciamo ed un sacco di feste quando torniamo, ai suoi occhi la nostra assenza apparirà un fatto eccezionale. Dobbiamo invece mantenere un atteggiamento neutro e tranquillo sia in uscita che al rientro, e se lui ci riempie di feste al nostro ritorno, aspettare che si sia calmato prima di salutarlo e coccolarlo a nostra volta.
I consigli degli esperti
La cosa più sensata da fare se Fido e Micia manifestano i segnali di ansia da separazione è in ogni caso una visita veterinaria ed una visita presso un medico veterinario esperto in comportamento. Il veterinario generico potrà escludere in primis che non vi siano patologie organiche fisiche che giustifichino questi comportamenti; ad esempio, se il nostro amico con la coda inizia ad urinare in casa, vanno sempre escluse patologie a carico di reni e vescica, o patologie endrocrino-metaboliche. Una volta assodato che si tratta di un problema comportamentale non causato da problematiche organiche, il medico veterinario esperto in comportamento potrà non solo fare una diagnosi chiara del problema, ma potrà darci numerosi suggerimenti ed una vera e propria terapia comportamentale, che varia in base alla gravità della situazione ed al contesto familiare. Non dimentichiamo infatti che i nostri pet fanno parte di un contesto ben preciso che è quello dell’ambiente in cui vivono, ovvero della nostra famiglia, e risentono pertanto di tutto ciò che succede in quel contesto. Il medico veterinario comportamentalista cucirà una terapia su misura per il nostro amico, come un sarto fa per un abito su misura.
Ansia da separazione e medicine non convenzionali
L’ ansia è un problema emotivo che affonda le sue radici profondamente nel soggetto che la sperimenta. Molto spesso con la sola terapia comportamentale ed i consigli e cambiamenti proposti dai colleghi comportamentalisti non si hanno i risultati sperati, almeno in una prima fase e fortunatamente non in tutti gli animali. Se quindi i cambi di abitudine non riducono i sintomi di questo sgradevole disagio, possiamo aiutare i nostri amici con Omeopatia, Floriterapia, Agopuntura. Queste medicine non convenzionali infatti agiscono riequilibrando l’individuo e riportandolo ad uno stato di benessere e serenità. Il lavoro del medico veterinario comportamentalista potrà essere quindi affiancato e valorizzato dal supporto di queste medicine dolci e che agiscono in profondità, raggiungendo la guarigione in tempi più brevi e soprattutto senza effetti collaterali che spesso i farmaci che agiscono sul sintema nervoso possono avere. Consiglio quindi vivamente di affiancare la terapia comportamentale a queste preziose terapie dolci per ripristinare nel modo più duraturo e naturale l’equilibrio emozionale dei vostri amici, affidandovi anche ad un medico veterinario esperto in medicine non convenzionali.