Micia, la pantera domestica di casa, ha capito perfettamente che c’è grande movimento nell’aria. Alla sua umana negli ultimi mesi è cresciuto un pancione enorme, il suo odore è cambiato, come anche il suo umore. Micia che contiene in sé tutto il senso di madre natura, anche se magari non è mai stata gravida, ha capito tutto. E per mesi si è accoccolata su quel pancione dispensandogli fusa a manetta, quasi a voler comunicare che va tutto bene e che bisogna essere tranquilli. Un bel giorno l’amata umana è uscita di casa e dopo qualche giorno è tornata con uno strano oggetto. Ricorda vagamente uno di quei trasportini dove mettono Micia per le visite veterinarie o per andare in vacanza. Ma è un po’ diverso… e soprattutto emana un odore molto strano. È un misto dell’odore della sua amata umana con qualcosa di diverso, di nuovo. Micia si avvicina guardinga, ma come sempre curiosa. Annusa, guarda, annusa di nuovo. Capisce che dentro il trasportino strano c’è un cucciolo di umano e, dopo una breve riflessione, decide di accoccolarvisi sopra, dopo aver marcato il trasportino ed il cucciolo umano con i feromoni delle sue ghiandole facciali.
Cosa fanno i gatti quando arrivano i bambini
Ogni gatto è una creatura a sé, e non vi è alcuna possibilità di prevedere come reagirà il nostro felino di casa all’arrivo di un cucciolo di umano. Fior fiore di etologi, studiosi di comportamento veterinario e psicanalisti animali hanno speso anni ed anni di ricerche per capire se i gatti domestici avessero dei comportamenti tipici della specie, cercando di definirne il così detto “etogramma”, ma la conclusione emersa da questi studi è stata che ogni gatto è diverso dall’altro. Cercare di capire come il nostro gatto prenderà l’arrivo di un neonato in casa, e come si comporterà quando il neonato diventerà un bimbo, prima gattonante e dopo deambulante, nonché a tratti urlante, è davvero un’impresa da maghi, più che da scienziati.
Chi è il gatto domestico
Per capire da dove provenga questa “unicità” dei felini di casa dobbiamo fare un passo indietro e capire chi sono e da dove vengono. Rispetto ai loro “colleghi” cani, i gatti sono stati addomesticati molti secoli dopo, ed anche parlare di domesticazione vera e propria è quanto mai azzardato. Il concetto di domesticazione, infatti, non è applicabile ai gatti. Piuttosto queste misteriose e fantastiche creature hanno scelto, un po’ per amore ed un po’ per convenienza, di convivere con gli umani. I gatti sono animali liberi, predatori attivi e solitari. A differenza dei canidi cacciano da soli e vivono in gruppi nei quali non vi è una gerarchia ben definita, né paragonabile a quella dei branchi di canidi. Ognun per sé e Dio per tutti potrebbe essere il motto dei gatti. Normalmente in questi gruppi si instaurano rapporti di simpatie e antipatie che vanno oltre la parentela o il tempo condiviso. Spesso sono le femmine che creano dei gruppi e tutta l’organizzazione ruota intorno ai loro parti. Ad un certo punto i maschi diventati adulti se ne vanno e cercano un altro territorio dove incontrare una femmina con la quale riprodursi. Le interazioni con le altre specie, uomo compreso, dipendono da una serie di fattori: in primis se il gatto da cucciolo è stato a contatto con queste specie o no, e vi si è dunque abituato. È molto più difficile infatti cercare di far socializzare con altre specie un gatto nato e vissuto in condizioni di semilibertà, rispetto ad uno nato in una condizione domestica. Ma come sempre nel mondo dei gatti ci sono le eccezioni a confermare le poche regole feline. Da ciò si evince che è praticamente impossibile capire come reagirà il nostro gatto all’arrivo di un bebè. Possiamo solo osservare e cercare di rendere la cosa meno stressante e traumatica per entrambi.
Strategie per rendere serena la convivenza tra gatto e bambino
Quando sta per arrivare un neonato in una casa in cui vivono dei gatti è opportuno mettere in pratica alcune strategie. Quando mamma umana è in ospedale si possono portare a casa vestiti o pannolini sporchi ed intrisi dell’odore del nascituro e farli annusare ai nostri gatti. Questo renderà meno impattante l’arrivo a casa del bimbo carico del suo odore nuovo. Si possono poi utilizzare dei feromoni rassicuranti da applicare in casa per rendere l’ambiente più confortevole prima dell’arrivo della grande novità. I gatti, infatti, seppur tutti diversi tra loro, hanno in comune, nella stragrande maggioranza dei casi, di non gradire i cambiamenti nel loro territorio. Il territorio, e quindi la nostra casa, rappresenta tutto per loro e pertanto, l’arrivo di un nuovo essere vivente, e perfino i cambiamenti nell’arredamento, mettono a dura prova i loro nervi. Una volta rientrati col bambino, gli umani devono farglielo esplorare, annusare, osservare, i primi tempi controllando costantemente le reazioni del gatto. Se questo dimostra di accettare e addirittura apprezzare l’arrivo del piccolo umano, non vi sarà più alcun problema, fino a quando il bambino non sarà in grado di gattonare, correre ed involontariamente torturare il felino di casa.
Gatti e bambini più grandi
Se la situazione è invece capovolta ed è un piccolo gatto ad arrivare a casa di un bambino, le precauzioni da prendere sono paradossalmente maggiori. I bambini, specialmente nella fascia di età prescolare, possono infatti scambiare il piccolo felino per un oggetto inanimato, un giocattolo, rischiando di causargli dei danni fisici, oltre che psicologici. I genitori devono pertanto monitorare con attenzione le interazioni tra bimbi e gatto, lasciando sempre a disposizione del piccolo felino una sorta di via di fuga. Anche quando il gatto sarà più grande è consigliabile lasciargli degli spazi, soprattutto verticali, dove potersi rifugiare quando è stanco di interagire. Questa è una delle regole auree per il benessere psicologico dei felini, e va applicata in generale, non soltanto quando ci sono bambini in casa.
Cosa succede quando gatti e bambini convivono?
Questa convivenza apporta molteplici aspetti positivi per entrambi. Per i bimbi la presenza di un animale domestico in generale, ed in particolare di un gatto, è fonte di grandi insegnamenti ed è un vero toccasana anche per la sua salute. Avere un animale in casa offre al bambino occasioni di crescita e gli fa sperimentare diversi sentimenti. Da numerosi studi è emerso che i bambini che hanno animali a casa divengono più responsabili, specialmente se li si coinvolge nel loro accudimento; questi bimbi sono poi dotati di maggiore empatia, e sono mediamente meno stressati o depressi; le loro capacità di apprendimento sono addirittura migliori rispetto ai coetanei che non hanno animali domestici. La presenza di un animale in casa aiuta infatti a rilassarsi e, quando nelle mura domestiche abbiamo un felino, si può contare sull’azione delle sua fusa che sono davvero terapeutiche.
Animali, gatti e sistema immunitario
Altri aspetti positivi di questa convivenza sono quelli emersi da studi di immunologia che affermano che i bambini che vivono con gatti sono meno esposti ad avere allergia o asma; questo probabilmente perché fin da piccoli, quando il loro sistema immunitario era in formazione, sono stati esposti a piccole dosi di allergeni e sporcizia che nel tempo hanno “allenato” le loro risposte immunitarie. È nota infatti già dagli anni Ottanta la Teoria dell’Igiene, postulata dalla professoressa Sally Bloomfield, docente presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine, che ipotizzava il ruolo dell’esposizione a piccole dosi di microrganismi patogeni e non, nei bambini. I bambini che vivono prevalentemente all’aria aperta, che hanno contatto con animali e con il microbiota dei loro fratelli e della loro madre, pare siano statisticamente meno soggetti a patologie allergiche quali eczema ed asma. La Teoria dell’Igiene postula infatti che sviluppo e regolazione del sistema immunitario sono influenzati dall’esposizione a germi in grado di condizionare il microbiota intestinale, popolandolo di microrganismi utili alla salute dell’individuo. Avere un animale in casa è quindi il mezzo migliore e più piacevole per allenare il nostro sistema immunitario e quello dei nostri figli. Ovviamente le minime regole di igiene e pulizia vanno sempre rispettate, ma se impediamo ai nostri bambini di mangiare dalla ciotola del nostro gatto o di giocare con la sabbietta della sua lettiera, e gli consentiamo di coccolarlo, avremo raggiunto anche questo prezioso risultato in termini di salute, senza alcun rischio.
Prendere un gatto con un bambino è una buona idea?
A mio parere non buona, ma buonissima! La presenza di un gatto o di qualsiasi altro animale, come visto in precedenza e dimostrato da diversi studi, aiuta i bambini ad essere più competenti sia da un punto di vista emotivo, che della salute globale. I bimbi che accudiscono gatti imparano quando fermarsi con le coccole ed i giochi esuberanti, imparando quindi il rispetto per l’altro, anche quando questo è diverso da sè e non si esprime con la stessa lingua, oltre che l’empatia per una specie diversa. L’importante, come sempre, è avere rispetto delle necessità di tutti, gatti e bambini. I genitori dovranno quindi vigilare affinché vengano rispettati i bisogni minimi e gli spazi dei nostri amici con la coda, e quelli dei propri cuccioli umani, creando spazi e situazioni che consentano sia ai bambini che ai felini di stare per conto loro quando ne avvertono la necessità, e di potersi coccolare a vicenda e giocare quando ne hanno voglia.