Secondo l’Agenzia Europea sull’Ambiente sul mercato mondiale esistono numerose sostanze chimiche delle quali sono stati studiati gli effetti dannosi solo in minima parte. L’unico mezzo per ridurre il rischio da inquinamento e diffusione delle tali sostanze di cui non si conoscono gli effetti è semplicemente quello di immettere sul mercato prodotti con il minor numero di sostanze chimiche possibile. Si stima che si usano circa 100.000 sostanze chimiche sul mercato e di queste circa 22.600 si utilizzano in misura superiore a 1 tonnellata all’anno. Solo 500 di queste sono ampiamente studiate sotto il profilo del rischio, 10.000 abbastanza studiate, 20.000 con studi limitati sui relativi pericoli ed esposizioni e ben 70.000 che vengono utilizzate malgrado vi siano studi scarsi su esposizione e rischi sia ambientali che per la salute umana ed animale.
I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE E L’ESPOSIZIONE CHIMICA
La mattinata inizia portando Fido a spasso e offrendo a lui e Micia la colazione. Ci siamo mai chiesti cosa gli stiamo dando da mangiare? Spesso per motivi di scarsità di tempo mettiamo nelle loro ciotole cibo industriale che frequentemente è addizionato da coloranti e conservanti chimici. Glielo proponiamo in contenitori di plastica che, soprattutto nel caso di cibo umido e tiepido, non sappiamo se rilascino sostanze nella razione stessa. Poi usciamo con Fido, che ha una pettorina di nailon, fibra chimica, a contatto con la pelle 365 giorni all’anno 24 ore su 24, mentre Micia riposa sulla sua copertina di pile, altra fibra sintetica. Per strada lui annusa per cercare le tracce del passaggio dei suoi simili, spesso trovando anche tracce di altre sostanza, magari usate per la disinfestazione ambientale da insetti. Portiamo Fido a fare il bagno ed il toelettatore utilizza shampoo con sostanze di sintesi. Dopo un paio di giorni gli applichiamo l’antiparassitario, anch’esso chimico, e per sicurezza lo mettiamo anche a Micia che fa belle passeggiate in giardino. Certe volte Micia non si ritira per ore ed in quel lasso di tempo non abbiamo idea se si strofini in qualche prato dei vicini dove magari è stato passato il diserbante qualche giorno prima. Si torna a casa e fido si stende a riposarsi nella sua cuccia, anch’essa di nailon. Mentre lui dorme e Micia è uscita ci mettiamo a pulire i pavimenti con detersivi chimici e quando ci avviciniamo a Fido lui starnutisce. Ci sarò qualcosa nel detersivo che gli ha dato noia? La giornata prosegue con altre passeggiate, pappe e la solita routine, nella quale noi ed i nostri amici siamo purtroppo esposti continuamente a sostanze chimiche delle quali non si conoscono a 100% gli effetti.
COME DIFENDERSI E DIFENDERE I NOSTRI ANIMALI
L’unica cosa che possiamo fare in questa società dove la chimica impera, è quello indicato dall’agenzia europea sull’ambiente, ovvero cercare di ridurne al massimo l’utilizzo. Nella nostra giornata tipo si può cercare di modificare con poco sforzo alcune delle nostre abitudini. Il cibo offerto ai nostri pet, se cucinato da noi a partire da alimenti per uso umano e magari un po’ ricercati sotto il profilo della salubrità, aiuta tanto. Chi convive con cani di piccola taglia e gatti, spese permettendo, può anche scegliere alimenti certificati biologici, alternandoli con alimenti provenienti da filiere tradizionali. Chi non può per motivi di tempo cucinare ai propri amici con la coda, può orientarsi nella scelta di cibo industriale che sia certificato biologico oppure leggere con attenzione l’etichetta del pet food, scegliendo alimenti che presentano assenza di conservanti e coloranti chimici e che vengono conservati con additivi naturali come nel caso di alcuni fitoestratti o vitamine. In molti mangimi industriali infatti si utilizzano ad esempio estratti di rosmarino come conservante o vitamine come antiossidanti. Alternando un alimentazione più fresca e naturale riduciamo l’effetto dell’accumulo delle sostanze chimiche e questo ha sicuramente un impatto positivo sulla salute generale … come diceva Totò: “è la somma che fa il totale!”
Il problema della ciotola di plastica è invece facilmente risolvibile: basterà comprare per Fido e Micia ciotole di materiali non plastici come l’acciaio inox, il vetro o la ceramica, i quali non rilasciano sostanze volatili anche se posti a contatto con alimenti tiepidi o caldi. Per quanto concerne collari, coperte e cucce si possono preferire le fibre naturali quali cotone e lana, anche se un cane che tira al guinzaglio in passeggiata sarà di certo più contenuto con una pettorina di nailon, molto più resistente.
MA LA CHMICA E’ SEMPRE COSI NEGATIVA PER I NOSTRI PET ?
Purtroppo un po’ di chimica è necessaria soprattutto per quanto riguarda i trattamenti antiparassitari esterni che sono uno dei capisaldi fondamentali della prevenzione alle patologie trasmesse da vettori parassitari. Fortunatamente al giorno d’oggi esistono molte molecole di antiparassitari testati da decenni e che, anche se applicati con dosi superiori a quelle efficaci, si sono dimostrate pressoché innocue. E’ infatti fondamentale proteggere i nostri pet dalle infestazioni di ectoparassiti in quanto questi ultimi possono essere vettori di importanti malattie infettive quali la Leishmaniosi, l’Ehrlichiosi, la Filaria e tante altre . Anche alcuni parassiti interni possono esser veicolati da ectoparassiti, come le Tenie intestinali. Ogni medico veterinario sa quando e per quanto tempo vanno protetti i nostri amici, regolandosi in base alla situazione epidemiologica nazionale e locale. Non è prudente quindi rinunciare a queste molecole, a patto che non si esageri. L’utilizzo scriteriato o sproporzionato di questi prodotti può infatti essere dannoso sia perché può provocare intossicazioni acute, ma anche perché non sappiamo un eventuale accumulo di queste sostanze cosa possa cagionare ai nostri amici con la coda. La soluzione migliore è sempre quella di non esagerare e di cercare di utilizzare una molecola per volta, che vanga scelta in base alla situazione endemica geografica locale, ma anche in base alla vita che conduce il nostro amico; un cane che va spesso in passeggiata in parchi o boschi ed un gatto che esce di casa libero di girovagare sono effettivamente più esposti agli ectoparassiti, rispetto ai loro “colleghi” più casalinghi. In assoluto sconsiglio il fai da te ed invito tutti a rivolgersi al proprio medico veterinario di fiducia per elaborare il protocollo preventivo migliore per il nostro amico.
COSA POSSIAMO FARE IN PIÙ?
Per una protezione aggiuntiva poi esistono fitofarmaci innocui che possono essere utilizzati in aggiunta agli antiparassitari chimici per potenziarne gli effetti. È questo il caso dell’olio di neem, ma anche per l’utilizzo questo prodotto è bene rivolgersi al proprio veterinario curante per studiare un protocollo ad hoc per i nostri amici. E nei mesi invernali, se non c’è grosso pericolo di infestazione ed il nostro amico non necessita un trattamento antiparassitario continuo, si può per un paio di mesi o poco più sospendere le applicazioni, e ricominciare alla prima avvisaglia di rialzo termico, il tutto nell’ottica di non creare un accumulo delle molecole chimiche nell’organismo, se non strettamente necessario.
Ben venga quindi la chimica, se usata quando serve e nelle giuste dosi, ma solo quando i suoi benefici superano i rischi di un accumulo !