Nello scorso articolo abbiamo visto quali sono le principali malattie trasmesse da vettori ed abbiamo approfondito la Leishmaniosi, malattia molto più frequente al Sud in quanto i vettori ematofagi responsabili del contagio preferiscono i climi più miti. Ma anche al Nord purtroppo le insidie di alcune zanzare sono presenti… e purtroppo, già da tempo, non solo al Nord. Affronteremo quindi il problema della Filariosi, patologia trasmessa da vettori di riscontro sempre più frequente nei nostri amici con la coda.
Cosa sono e che fanno le filarie
Le Filarie sono vermi tondi che parassitano i tessuti connettivi e l’apparato cardiocircolatorio di cani, gatti ed altre specie; sono trasmessi grazie alla puntura di particolari zanzare, i culicidi, ma anche ad opera di altri vettori ematofagi, quali pulci e zecche. Vi sono diverse specie di Filarie, ma le più diffuse sono la Dirofilaria immitis che causa la Filariosi cardiopolmonare, e la Dirofilaria repens, che aggredisce i tessuti connettivi ed è molto più diffusa in tutta Europa. Entrambe parassitano principalmente i carnivori domestici e selvatici, ma visto che possono essere trasmesse da numerosi vettori ematofagi, possono infestare anche l’uomo, nel quale però non riescono a svilupparsi fino allo stadio di adulto. Le femmine gravide del parassita rilasciano nel sangue dei propri ospiti le microfilarie che a loro volta possono essere trasmesse grazie al pasto di sangue, ad altri animali. Nell’organismo dei vettori, zanzare, pulci e zecche, le microfilarie raggiungono lo stadio infestante e vengono trasmesse proprio grazie al pasto di sangue. A questo punto il comportamento biologico delle due specie diviene differente: le larve infestanti delle Dirofilarie immitis una volta arrivate nel torrente circolatorio degli ospiti carnivori, cani, gatti e selvatici, migrano attraverso le arterie polmonari e approdano al cuore dove raggiunto lo stadio adulto si riproducono. Le larve infestanti delle Dirofilarie repens invece migrano nei tessuti sottocutanei e divengono adulte. In entrambi i casi gli adulti possono sopravvivere nell’ospite per diversi anni. La sintomatologia e la gravità della malattia provocata da questi parassiti sono quindi diverse in base alla specie di Filaria coinvolta.
Dove vivono le filarie
Le Filarie vivono in tutta Europa e la distribuzione delle due specie varia in base alla presenza dei vettori, ma anche dalla movimentazione di animali a scopo ludico, come durante le vacanze, o anche per mostre canine o adozioni da regione a regione. Anche la temperatura, la presenza di numerosi soggetti con microfilarie attive nel sangue e la densità dei vettori influiscono sulla diffusione. In linea di massima la specie immitis è più diffusa nel Sud-Est dell’Europa, maggiormente in Grecia, Turchia, Repubblica Ceca e altri paesi balcanici, mentre la repens è maggiormente isolata al Nord Europa, anche se oramai le aree endemiche si sovrappongono tra loro.
Come mi accorgo se il mio cane ha ha la filaria?
Purtroppo la forma cardiopolmonare di questa malattia infettiva è molto grave. Tuttavia vi sono dei segni e sintomi che se attenzionati da subito possono salvare la vita al nostro amico. Il primo segno da tenere sotto controllo è la tosse cronica accompagnata da difficoltà respiratoria; anche la debolezza ingravescente ed eccessiva accompagnata da episodi di sincopi devono subito farci correre dal veterinario. Quando la malattia va avanti avremo anche versamento addominalecon l’addome che appare gonfio perché pieno di liquido, ed anche a livello degli arti ci può essere un inconsueto gonfioredato dall’edema che si crea. Non funzionando più il cuore, infatti, ci possono essere accumuli di liquido in diverse sedi del corpo. Se abbiamo il dubbio che il nostro amico Fido possa aver contratto la Filariosi dobbiamo sempre rivolgerci al nostro veterinario di fiducia.
Anche il mio gatto si può ammalare?
Nei felini la Filariosi decorre in forma asintomatica fino a quando non si arriva ad avere vere e proprie crisi respiratorie. Fortunatamente è meno frequente che nel cane, ma ciò non toglie che se siamo stati in zona endemica, ovvero dove c’è un alto tasso di zanzare che albergano questo parassita, conviene controllare anche i nostri gatti.
Filariosi sottocutanea: una forma un po’ meno grave
Abbiamo visto nell’introduzione che la Dirofilaria repens, a differenza della immitis, non cagiona sintomatologia così grave a livello cardiopolmonare. La sintomatologia è infatti molto vaga e blanda. Più che altro in alcuni soggetti, sia cani che gatti, è possibile rinvenire dei noduli sottocutanei che contengono i parassiti adulti, o addirittura ritrovare in corso di chirurgia le filarie adulte nei tessuti fasciali e connettivali dei nostri amici. Quando l’infestazione è molto importante si hanno prevalentemente sintomi cutanei, quali prurito, formazione di noduli freddi e non dolenti, ulcerazioni cutanee che tendono a non rimarginare facilmente.
Wolbachia: il batterio dentro al verme
Sembra strano ma una delle cause che scatena maggiormente l’infiammazione nei cani e gatti con Filaria è un minuscolo batterio che vive in simbiosi con questi parassiti. La cura di questo batterio attraverso terapie antimicrobiche specifiche può migliorare lo stato di infezione dei nostri amici rapidamente. Inoltre recenti studi hanno dimostrato che eliminando questo batterio simbionte delle Filarie, si intralcia con qualche meccanismo ancora da chiarire, lo sviluppo delle larve del parassita, diminuendone così la patogenicità. Non stupiamoci quindi se il nostro veterinario di fiducia, anche se non spesso tende ad utilizzare antibiotici, ci prescrive un antimicrobico in corso di Filaria. Diciamo che questo è uno dei casi in cui una terapia un po’ più forte può salvare la vita al nostro amico.
Come capire se fido e micia hanno la filariosi
La prima cosa da fare è prestare attenzione ai sintomi spia, specialmente se si vive in zona endemica, e recarsi con regolarità dal nostro veterinario di fiducia che saprà certamente qual è il test più adatto per i nostri amici. Vi sono dei test che si effettuano infatti con un semplice prelievo di sangue e che, in base alla metodica usata, possono diagnosticare sia la presenza delle microfilarie vive nel sangue periferico, sia la presenza degli antigeni della Filaria in circolo, ovvero “pezzetti” di Filaria in grado di stimolare l’organismo a produrre anticorpi. Le femmine adulte della Filaria, infatti, dopo 6-8 mesi che sono presenti nell’organismo dei nostri amici, producono questi antigeni che possono essere rilevati attraverso test rapidi o di laboratorio. Quando invece si ha il dubbio che un cane o un gatto abbia la Filaria, ma non si riesce a dimostrarlo attraverso questi test, si ricorre alla biologia molecolare, ovvero alla PCR che ricerca piccoli frammenti di DNA del parassita, per avere la conferma che effettivamente quel soggetto lo alberga. Una volta accertato che il nostro amico ha contratto la Filaria, nel caso della immitis vanno fatte indagini radiografiche del torace ed un ecocardiografia per valutare il danno effettivo ed il grado di infestazione, specialmente nei felini, nei quali rappresenta il gold standard per la diagnosi di questa insidiosa patologia infettiva.
Cosa fare adesso che so che fido e micia hanno la filariosi?
La prima cosa da fare è ovviamente affidarsi al proprio veterinario curante evitando il fai da te. Nel caso delle Filariosi cardiopolmonare occorre immediatamente eliminare gli adulti attraverso trattamenti farmacologici specifici e nei casi più gravi attraverso la chirurgia, se gli adulti sono numerosi e rischiano di occludere la camera cardiaca destra. Per la Filariosi sottocutanea causata da Dirofilaria repens invece non ci sono terapie in grado di eliminare gli adulti, ma il cane o il gatto con presenza di microfilarie, sono dei veri e propri serbatoi di infezione per i loro simili; occorre pertanto sottoporli mensilmente a dei trattamenti antiparassitari che eliminino le microfilarie dal loro torrente ematico, in modo da migliorane i sintomi e soprattutto da ridurre la diffusione dei parassiti nell’ambiente. Questi trattamenti sono in ogni caso ben tollerati e quasi privi di effetti collaterali quando consigliati dal nostro veterinario di fiducia.
Prevenire e davvero sempre molto meglio che curare
La prevenzione, anche in questo caso, è il cardine della buona salute dei nostri amici. Vi sono infatti numerosi prodotti che possono prevenire l’infestazione da Filariosi, se somministrati nei periodi e con le modalità corrette. Per la prevenzione esistono infatti numerosi presidi da applicare sulla cute o da somministrare per via orale o sottocutanea ai nostri amici con la coda. Per prevenire la puntura delle zanzare che trasmettono la Filariosi, con i climi temprati del Sud dell’Europa occorre utilizzare questi prodotti sicuramente da aprile, maggio fino a fine novembre. Oltre ai prodotti che prevengono la Filariosi cardiopolmonare è bene associare antiparassitari che impediscano la puntura da parte delle zanzare vettrici; il vostro veterinario di fiducia, basandosi sulla situazione epidemiologica dell’area in cui vivete, saprà di certo consigliarvi il protocollo più adatto ai vostri amici.
Cosa fare quando viaggiamo con fido e micia
All’avvicinarsi di un viaggio è sempre bene chieder consiglio al vostro veterinario sul da farsi. Molti cani e gatti che vivono in aree geografiche dove la Filaria non è così diffusa possono infatti ammalarsi viaggiando con i loro umani. Quando i nostri amici provengono da una zona con alto trasso di Filariosi è in linea di massima consigliato testare i soggetti e trattarli sia per le Filarie adulte che per le microfilarie circolanti. Se non si conosce l’anamnesi infettiva di quel dato soggetto è bene effettuare due trattamenti preventivi a distanza di un mese l’uno dall’altro ed effettuare i test diagnostici sia per gli adulti che per le microfilarie dopo sei mesi e dopo un anno. Quando invece Fido e Micia provengono da una zona non endemica e si spostano verso una zona endemica va effettuato un trattamento entro 30 giorni dal loro arrivo nell’area endemica. Se il loro soggiorno dura meno di un mese sarà sufficiente un solo trattamento, altrimenti vanno ripetuti almeno due trattamenti.
Filaria e sistema imminutario
La Filariosi, come tutte le malattie infettive, provoca danni maggiori ad animali immunocompromessi e fragili. Se il vostro amico a quattro zampe gode di ottima salute la patologia sarà meno invasiva. Per mantenerlo sempre in buona salute valgono le solite regole: alimentazione bilanciata e naturale, stile di vita sano e che accontenti i bisogni dei nostri amici e sia rispettoso del loro etogramma di specie, e tanta, tanta prevenzione che si effettua anche mediante trattamenti a base di fitoterapici quali l’Echinacea purpurea o la Rosa canina. Anche nei soggetti che manifestano la forma clinica è possibile offrire un aiuto attraverso le Medicine Non Convenzionali quali Omeopatia, Agopuntura e Fitoterapia, in quanto queste medicine energetiche riescono ad innalzare il livello di salute del paziente rendendolo più forte per affrontare al meglio qualsiasi avversità. Sarà sempre utile quindi, parallelamente alle terapie convenzionali associare protocolli non convenzionali, a patto che sia sempre un medico veterinario esperto in queste discipline a indicarci il piano terapeutico.