Con grande piacere e ringraziando l’autrice, la dott.ssa Paola Gulden, medico veterinario, riproponiamo questo articolo comparso meno di un mese fa su La Professione Veterinaria, rivista dell’ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani.
Sono di grande attualita i webinar organizzati dalla Sive (Societa Italiana Veterinari per Equini) sull’omeopatia e la medicina tradizionale cinese. Quasi contemporaneamente al loro svolgimento, il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanita, Tedros Adhanom Ghebreyesus apriva ii Congresso Mondiale di Medicina Integrata (Roma, 20-23 settembre) dando pieno sostegno, in maniera più che ufficiale, all’omeopatia e alle altre medicine non convenzionali rivendicando un impegno iniziato in questo senso fin dal 1976. L’omeopatia e stata infatti definita come una “risposta efficace, rispettosa e sostenibile per l’ecosistema”, con l’auspicio che le conoscenze antiche e moderne possano creare una sinergia per la salute di tutti.
Moderato da Sara Nannarone, ii webinar “Omeopatia in lppiatria” ha visto intervenire David Bettio, Presidente della Societa ltaliana di Omeopatia Veterinaria, e Alessandro Battigelli (Siov Societa ltaliana di Omeopatia Veterinaria) libero professionista ippiatra. II webinar ha presentato alcuni casi clinici in ippiatria, con interventi della Presidente Sive, Viviana Caracciolo Di Brienza, e ha ripercorso l’iter di riconoscimento dell’omeopatia come alto medico veterinario, inserito e regolamentato dal Codice Deontologico del Medico Veterinario. Anche per i rimedi omeopatici utilizzati in medicina veterinaria, dal 2019 sussiste l’obbligo di ricetta veterinaria elettronica, al pari del farmaco veterinario allopatico.
L’approccio della medicina omeopatica è un approccio di tipo olistico, che va oltre la malattia, rappresentando “una modalità di comprensione delle circostanze complessive osservate in cui il malato viene descritto nella sua sintomatologia analitica soggettiva e oggettiva, in una correlazione unitaria”. È questa la premessa fondamentale che, come spiega la Presidente Sive (Società Italiana Veterinari per Equini) Viviana Caracciolo Di Brienza, permette di comprendere le basi sulle quali si e costituita la medicina omeopatica.
L’approccio Olistico
L’approccio olistico che contraddistingue la medicina omeopatica si sviluppa nella prima meta dell’800, grazie a Samuel Hahnemann, medico tedesco che per primo “rifiuta ii paradigma sintomatologico della medicina allopatica”. Hahnemann decide di indagare gli effetti della china del Peru, sostanza utilizzata per curare la febbre malarica, sul paziente sano e decide di assumere la sostanza per verificarne gli effetti su se stesso. Osserva che il chinino determina l’insorgenza della febbre, che scompare sospendendo l’assunzione. Questa osservazione gli permette di formulare ii principio di similitudine, principio base della medicina omeopatica: “similia similibus curentur” cioè, “per guarire una malattia occorre somministrare all’individuo che ne è affetto un rimedio che, se fosse sano, gli provocherebbe la stessa malattia”. Secondo Hahnemann, infatti, non ci sono malattie bensi malati, che manifestano uno squilibrio dello stato di salute provocato da cause diverse. La terapia deve “stimolare la reazione dell’organismo, ossia ii lavoro che questo compie da sé per ristabilire l’omeostasi, l’equilibrio di salute”. I rimedi omeopatici, completamente naturali, agiscono attraverso sostanze diluite e dinamizzate in soluzioni acquose, che perdono la tossicità e mantengono il potere terapeutico delle sostanze, ottenute con diluizioni progressive della tintura madre del principio attivo. Queste soluzioni mettono in atto un’azione riparatrice contraria e di opposizione alla stessa malattia, per qualità (rimedio) e per quantità (dose), che è identificabile con il processo di autoguarigione dell’organismo, quella Vis Medicatrix Naturae che anche lppocrate, padre della medicina moderna, ricercava. Le soluzioni si presentano con diluizioni diverse, da decimali (D) e centesimali (CH), a quelle korsakoviane (K) e cinquantamillesimali (LM).
Diagnosi e Rimedi
L’omeopatia, in ogni caso, quale strumento terapeutico, non può prescindere da una diagnosi clinica precisa, ottenuta tramite una storia e un protocollo biopatografico, ossia tramite la raccolta dei dati anamnestici, compresi gli eventuali farmaci assunti e lo stile di vita adottato, l’esame obiettivo generale e particolare, mirato a evidenziare e analizzare le caratteristiche fisiche e mentali e i sintomi, generali, mentali, fisici, peculiari e particolari. lmportante anche la storia familiare che può evidenziare predisposizioni croniche verso alcuni stati patologici. Si parla quindi non di sintomatologia ma di corredo sintomatologico del malato. Questo deve essere in linea con “la patogenesi del rimedio frutto della sperimentazione pura, cioè l’interazione del rimedio con il soggetto sano”. L’analisi dei sintomi mentali, in medicina veterinaria, e inevitabilmente mediata dal racconto dei proprietari. Occorre quindi porre particolare attenzione all’etologia delle specie esaminate, per non confondere comportamenti normali con sintomi relativi a situazioni patologiche. L’iter diagnostico corrisponde con quella che, in medicina omeopatica, è la materia medica, mentre lo strumento per ricordare i rimedi che hanno espresso sintomi simili alle situazioni patologiche è il repertorio. La scelta del rimedio deve necessariamente seguire ii principio di similitudine, cioè la coerenza tra il rimedio stesso e i sintomi mentali, generali e fisici del malato. La guarigione inizia con un miglioramento che procede dall’intemo all’estemo e dall’alto in basso, privilegiando la sfera mentale poi quella fisica, cominciando dagli organi più importanti, in maniera proporzionale all’energia vitale del soggetto, massima nel neonato e in progressiva diminuzione con l’età. In sintesi, “l’approccio della medicina omeopatica mira ad assecondare la natura nel suo sforzo curativo e nel rispetto del concetto primum non nocere”, con lo scopo di ripristinare lo stato fisiologico del paziente.
La Malattia e il Malato
Allopatia vs. Omeopatia equivale a contrapporre i sintomi della malattia ai sintomi del malato. I sintomi patognomonici della malattia sono quelli che ci fanno diagnosticare una determinata malattia e hanno un carattere comune in tutti i malati di quella determinata malattia. Ci guidano nella scelta de! farmaco allopatico, il quale agisce quasi sempre per soppressione de! sintomo. I sintomi del malato sono diversi rispetto a quelli della malattia, il che rende l’individuo peculiare rispetto a quella data condizione patologica. Rappresentano infatti una reazione caratteristica e autonoma di un determinato organismo e indicano all’omeopata la scelta del rimedio, in analogia con ii principio di similitudine.
Un caso clinico
Il caso clinico, presentato dalla Presidente Caracciolo è riassunto nelle immagini, riguarda un sarcoide ulcerato in sede ombelicale in una fattrice gravida, con concomitante lacrimazione cronica dell’occhio dx. La fattrice trottatrice ha 8 anni, di buona fertilitil ed e alla terza gravidanza (parto previsto a marzo 2022). Cavalla da corsa a fine carriera per emorragia polmonare, è stata abbastanza forte, di indole tranquilla, molto ostinata. La cavalla e stata trattata scegliendo ii rimedio omeopatico in base alle caratteristiche del paziente e ai sintomi descritti. Secondo ii principio di similitudine è stato scelto Nitricum acidum 6 LM dose unica, 3 somministrazioni a distanza di 5 gg una dall’altra. La patologia, evidentemente regredita come mostrato dall’immagine dopa 25 giorni, si e ripresentata dopa ii parto, evento normalmente stressante anche se fisiologico. Si è ripetuto ii trattamento con granuli di Nitricum acidum a una diversa concentrazione (30 CH), ottenendo la completa remissione della patologia.