Una delle domande più frequenti mi viene fatta dalle persone riguarda la gestione della fertilità dei loro compagni animali: Sterilizzare la cagna o no? quali sono i pro e contro della sterilizzazione del cane? Partiamo dall’inizio: cani e gatti in particolare presentano dei cicli ormonali differenti, di conseguenza le indicazioni per il loro benessere sono diverse. In questo articolo vediamo come comportarci con la nostra amica cagna.
Le cagne presentano solitamente il primo ciclo estrale tra i 5 ed i 13 mesi con qualche settimana di scarto, a seconda della taglia e della razza. Alcune razze sono infatti più tardive nel raggiungimento della maturità sessuale. Solitamente i soggetti di taglia piccola e medio piccola sono più precoci rispetto a quelli di taglia grande. In linea generale le cagne presentano uno o due cicli estrali all’anno. Sono caratterizzati da perdite ematiche che possono perdurare dai sette ai ventuno giorni. L’ovulazione avviene solitamente tra il decimo ed il quattordicesimo giorno dall’inizio delle perdite. Ha una durata di circa 3-5 giorni durante i quali la femmina recettiva ricerca il maschio e ne accetta le attenzioni.
In caso si cerchi una gravidanza è consigliabile portare il maschio a casa della femmina che, in ambiente più sicuro, si “concederà” più facilmente! Ovviamente ogni cagna ha un ciclo estrale e un carattere a sé, queste sono solo indicazioni di massima. Una volta avvenuto l’accoppiamento, la gravidanza ha una durata di circa 60 giorni al termine dei quali la cagna darà alla luce i suoi cuccioli. Solitamente più di uno, e vanno da 2 fino anche a 12 o 14 in base alla razza ed alle caratteristiche di prolificità del soggetto in questione. La mamma cagna allatta la sua cucciolata anche fino a 45 giorni ed oltre, ma già a 30 giorni i cuccioli si mostreranno interessati al cibo solido che mangia la madre. Questo, soprattutto se umido e molto appetibile, e pian piano inizieranno a svezzarsi imitando la madre.
Se la cagna non si accoppia mai
In caso invece non si desideri alcuna gravidanza, per ragioni “ecologiche”, ad esempio nel caso di un meticcio, l’estro, volgarmente detto “calore”, viene spesso vissuto come un disagio da parte dei proprietari. Frequente la domanda se l’assenza di riproduzione non sia dannosa per la salute della propria cagna. Sterilizzarla o no? A questo punto la decisione deriva da una serie di fattori che dipendono sia dalla condizione clinica della cagna, sia dal contesto familiare ed ambientale. Sterilizzare chirurgicamente mediante l’asportazione di utero ed ovaie ha infatti dei pro e dei contro.
Quando la sterilizzazione un cane femmina
A favore di tale intervento, oltre alla prevenzione delle gravidanze indesiderate, c’è anche la prevenzione di neoplasie mammarie e di infezioni uterina. Entrambe le condizioni patologiche sono in ogni caso legate a squilibri ormonali ed alla condizione non fisiologica legata all’assenza di gravidanza e parto. In molte cagne, circa un paio di mesi dopo il calore, i livelli di progesterone si mantengono molto alti. Questo perdurare di livelli top di progesterone, provoca una complessa reazione ormonale che può portare alla pseudociesi, meglio conosciuta come falsa gravidanza o “gravidanza isterica”. In questa particolare condizione, che riguarda secondo alcuni autori circa il 50% delle cagne che non rimangono gravide dopo un calore, si ha infatti produzione di latte con possibile insorgenza di ingorghi mammari e mastiti.
Affiorano spesso anche sintomi comportamentali molto severi come aggressività, ricerca di una tana dove accudire i cuccioli immaginari o raccolta di oggetti inanimati che vengono appunto vegliati ed accuditi come fossero essi la prole. Le cagne che hanno forme molto pronunciate possono soffrire davvero tanto durante questo stato, e necessitare di specifici trattamenti omeopatici o ormonali che riportino i livelli di progesterone e prolattina nella norma. A lungo andare, queste gravidanze isteriche possono ripercuotersi a livello mammario con frequenti mastiti predisponendo anche i soggetti alla comparsa di neoplasie. Non in tutte le cagne però avviene questo e spesso durante il periodo che intercorre tra un estro ed un altro non si manifesta alcun tipo di problema.
I comportamenti di gruppo
Ci sono alcune teorie infatti che considerano la pseudociesi parafisiologica. Queste teorie derivano dall’osservazione che nei branchi di canidi selvatici. Si è osservato che soltanto la femmina alfa dominante, o poche femmine giovani e sane, si riproducono. Le altre restano a guardia delle cucciolate fungendo da balie, ed arrivando finanche ad allattare le cucciolate di altre madri intente alla caccia o alla difesa del territorio. E’ proprio il meccanismo della falsa gravidanza che consente l’accudimento delle prole non propria. Il problema sorge però quando questo latte prodotto non viene succhiato da nessun cucciolo ed è in questi casi che possono insorgere problemi alla mammella.
Altri fattori negativi sono l’irregolarità del ciclo estrale ed i disturbi fisici e comportamentali che alcuni soggetti possono presentare durante questo periodo. Frequenti e caratteristici sono l’ansia, la paura, l’aggressività, ma può anche manifestarsi come uno stato di malessere generale, scarso appetito o urinazioni frequenti. Anche in questo caso però ogni cagna è differente e non tutte manifestano questi sintomi.
Gli svantaggi della sterilizzazione del cane femmina
I fattori invece negativi legati alla sterilizzazione chirurgica sono stati oggetto negli ultimi anni di diversi studi osservazionali. Per quanto concerne la sterilizzazione in età prepubere, ovvero anticipata rispetto al primo estro, presenta sia dei vantaggi che degli svantaggi. Previene quasi completamente l’insorgenza di neoplasie mammarie ormono-dipendenti e l’infezione acuta dell’utero. D’altro canto espone le cagne a notevoli problemi comportamentali dovuti alla precoce eliminazione degli ormoni sessuali, fondamentali per il completo sviluppo emotivo e somatico del soggetto.
Anche l’anomala distribuzione del grasso addominale, o l’aumento del peso corporeo, sono aspetti negativi della sterilizzazione. In queste problematiche non sono da trascurare gli scompensi metabolici, provocati dall’assenza degli ormoni sessuali, quali diabete, l’incontinenza urinaria, la lassità dei legamenti che provocano ad una sorta di “invecchiamento“ precoce in assenza degli ormoni sessuali.
Qual è quindi la soluzione migliore per la cagna?
Non c’è una soluzione per tutte le cagne, va valutato il singolo soggetto con le proprie peculiarità. facendo attenzione agli aspetti fisici ed a quelli emotivo-comportamentali. In linea di massima quello che consiglio è di evitare la sterilizzazione in età pre-pubere. Osservare l’andamento del ciclo estrale e comprendere se emergono con il tempo disagi.
In caso di cagne che non vadano incontro a pseudociesi molto pronunciata ed abbiano cicli regolari e senza particolari disturbi, si può aspettare fino ad un’età media, intorno ai 5- 7 anni, per optare per la sterilizzazione. In questo arco di tempo va sempre effettuato un controllo delle mammelle per individuare da subito l’eventuale presenza di neoformazioni. In questo malaugurato caso, si procederà quanto prima all’asportazione della massa ed alla sterilizzazione. Se la neoplasia si individua e si asporta quando la cagna è ancora molto piccola non temete, la maggior parte delle neoplasie mammarie canine sono spesso benigne e si risolvono solo con l’intervento chirurgico di asportazione.
Di contro, i vantaggi di mantenere un ciclo ormonale fisiologico per qualche anno, consente di ritardare o addirittura prevenire gli effetti collaterali della mancanza di ormoni.
I trattamenti antibiotici ed antidolorifici
Gli unici suggerimenti aggiuntivi che mi sento di dare in caso decideste di procedere con la sterilizzazione della vostra cagnetta, sono di informarvi presso il vostro medico veterinario di fiducia sul rispetto delle Buone Pratiche Veterinarie, in merito alla procedura anestetica e chirurgica. E’ ormai risaputo che un buon controllo del dolore perioperatorio si ripercuote positivamente sulla rapidità di guarigione e sulla durata della convalescenza. Informatevi quindi se vengono rispettati i protocolli di analgesia ed il controllo del dolore durante l’intervento a mezzo di farmaci preposti a questi scopi. Un animale che non ha sofferto, riprenderà prima a camminare, a mangiare e ripristinerà velocemente tutte le sue funzioni organiche e metaboliche. Così potrà affrontare una convalescenza breve e serena. E’ quasi superfluo ricordare che le condizioni di sterilità e pulizia della struttura sono fondamentali per la prevenzione delle infezioni post operatorie. Una adeguata terapia antimicrobica post operatoria si rende necessaria per prevenirle. Come ultimo suggerimento posso riportare quello che è il protocollo omeopatico che viene praticato nella mia struttura. In aggiunta a sopra citati farmaci, in tutte le cagne che sterilizziamo somministriamo immediatamente nel post operatorio Arnica in preparazione operatoria, associata a Hypericum. Il primo rimedio principe dei traumi, il secondo sia chirurgici che accidentali, agisce sui sintomi dolorifici causati da traumi ai nervi. Entrambi i rimedi vengono somministrati al paziente ad una potenza abbastanza alta, come la 200K, e ripetuti spesso, almeno nei primi 7 giorni del post operatorio, sempre in associazione con antidolorifici, antinfiammatori ed eventualmente antimicrobici. Questo protocollo integrato è in grado di garantire un ottimo controllo del dolore, prevenire le infezioni e ripristinare ben presto lo stato di salute globale ed energetico della paziente.
Consiglio quindi di valutare in base alle caratteristiche peculiari ed uniche del ciclo estrale della vostra amica cagna, insieme al vostro veterinario di fiducia. Una decisione non priva di risvolti “sociali”. Dobbiamo esser consapevoli che, far venire alla luce altri cuccioli, potrebbe ingorgare il delicato sistema delle adozioni dei cani in cerca di padrone. Il risultato è quello di aumentare il numero di cuccioli che affollano canili e strade. Quindi decidete il meglio per lei, sempre con la coscienza e la consapevolezza dell’entità del problema randagismo che affligge il nostro Paese.