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7 Agosto, 2024

Tail chasing: aiuto! Il mio cane si insegue la coda!

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Il tail chasing è un comportamento patologico che si manifesta nel cane ed in altri animali, ma soprattutto nel cane. Letteralmente “tail chasing” significa “inseguimento della coda” ed è una difficoltà riscontrata frequentemente in cani con disturbi del comportamento o alcuni malanni fisici.

Già dagli anni 90 e nei decenni successivi è stato provato attraverso diversi studi che questo problema ha molto spesso una componente comportamentale ma in alcuni casi, come accennato, ci possono essere anche delle patologie organiche che promuovono questo comportamento patologico.
I cani affetti da tail chasing si rincorrono ossessivamente la coda e se riescono ad afferrarla tra le fauci possono provocarsi delle vere e proprie ferite; il comportamento quando fortemente patologico, può stravolgere la vita sia dei cani che ne sono affetti, ma anche degli umani o degli altri animali conviventi. Il cane che si insegue la coda, infatti, non reagisce a stimoli esterni ed arriva perfino a smettere di mangiare e ad avere il sonno disturbato. Le ferite che si può provocare possono faticare a rimarginarsi ed infettarsi facilmente.
Vi sono tuttavia delle soluzioni per arginare questo grave disturbo. Vediamo insieme quali sono le cause e le eventuali terapie.

Cos’è il tail chasing

Come accennato si tratta prevalentemente di un comportamento patologico di tipo compulsivo: i cani, infatti, ripetono ossessivamente ed insistentemente l’atto di girare su se stessi inseguendosi la coda talvolta mordendola, come se fosse un oggetto da predare. Questo comportamento è simile a quello osservato negli esseri umani affetti da disturbo ossessivo compulsivo e può avere ripercussioni molto gravi sulla qualità di vita dei cani che ne sono affetti.

Il tail cashing può essere paragonato ad un disturbo psichiatrico come ad esempio il DOC (disturbo ossessivo compulsivo) che si verifica in medicina umana, o ad alcune manifestazione del DSA (Disturbo dello spettro autistico) nel quale le persone che ne sono affette manifestano comportamenti ripetitivi, stereotipati e difficili da far interrompere.

Uno studio del 2011 ha messo in evidenza come il comportamento di inseguirsi la coda nei bull terrier possa avere dei parallelismi con i comportamenti ossessivi e stereotipati di bambini affetti da DSA. In un altro studio è stato visto che nei cani che si inseguono la coda vi sono delle alterazioni ormonali osservate anche in bambini affetti da DSA. Anche in medicina veterinaria il tail chasing è considerato un grave disturbo comportamentale.

Come mi accorgo che il mio cane e’ affetto da tail chasing?

Molte volte il comportamento di inseguirsi la coda viene sottovalutato dagli umani che convivono con i cani e viene ritenuto un gioco piuttosto che un vezzo o addirittura un vizio. Ma la realtà è che questo comportamento è spia di un disagio interiore molto forte. In generale i disturbi comportamentali nel cane sono normali comportamenti che vengono però ripetuti in modo costante e decontestualizzati; spesso hanno come oggetto stimoli o oggetti impropri, e possono nel tempo sostituirsi ai comportamenti normali.
Mediamente insorgono tra i 12-18 mesi ed i 3 anni di età e nella maggior parte dei casi si verificano a seguito di forti stress emotivi. Un cane maltrattato, abbandonato, deprivato o tenuto a lungo da solo è maggiormente predisposto a questi disturbi.

I disturbi comportamentali compulsivi si possono suddividere, a grandi linee, in:

  • o disturbi compulsivi orali: in questi disturbi i cani utilizzano le fauci per dissipare ansia e stress; possono grattarsi o leccarsi costantemente alcune parti del corpo fino a procurarsi veri e propri traumi e dermatiti da leccamento, oppure indirizzare il comportamento verso oggetti inanimati come giocattoli mobili o tessuti che vengono masticati e perfino ingeriti creando gravi situazioni anche pericolose per la vita del cane; a causa dell’ingestione del corpo estraneo infatti ci possono essere occlusioni e perforazioni intestinali o gastriche.
  • o disturbi compulsivi locomotori: sono dei comportamenti compulsivi che si manifestano attraverso il movimento come ad esempio il camminare in cerchio (circling) o avanti e indietro senza una regione, o anche inseguire oggetti inesistenti o ombre; il tail chasing fa parte di questa ultima categoria.

Se in questa breve descrizione riscontri comportamenti messi in atto dal tuo cane con una certa frequenza, parlane quanto prima con il tuo veterinario di fiducia o rivolgiti a un medico veterinario comportamentalista. Quanto prima si agisce per bloccare tali comportamenti e tanto prima si potranno ottenere risultati e rasserenare il tuo cane.

Cause di tail cashing

Le principali cause scatenanti che provocano il tail chasing, come altri disturbi compulsivi, sono molto spesso da ricercare in fattori stressanti e frustranti. In primo luogo la relazione con l’umano di riferimento; molto spesso questi comportamenti vengono messi in pratica dal cane per richiamare l’attenzione su di se e poiché molto spesso questo accade, perché l’umano di riferimento gli si rivolge per farlo smettere, il comportamento può continuare all’infinito, diventando un meccanismo ripetuto e stereotipato che viene messo in atto dapprima solo davanti al suo umano, e nel tempo inizia ad essere ripetuto anche quando il cane resta solo, diventando un meccanismo del quale non riesce più a fare a meno.

Anche una vita noiosa e ripetitiva, poco ricca di stimoli può essere causa di questo disturbo. Quando un cane non viene mai portato in passeggiata, non ha mai la possibilità di incontrare suoi simili e non fa alcuna attività fisica può in breve tempo manifestare questo ed altri comportamenti patologici compulsivi. È di fondamentale importanza ricordare che i cani sono animali sociali che necessitano di compagnia e di attività fisica all’aperto e chi pensa di non essere in grado di potergli garantire questi due fondamentali aspetti è bene che si astenga dall’adottarne uno.

Vi sono poi cause genetiche che predispongono al tail chasing, come accennato in precedenza; alcune razze di cani hanno infatti una predisposizione genetica a sviluppare questo disturbo, come ad esempio i Pastori tedeschi, i Bull terrier, i Jack russel e gli Amstaff; tuttavia anche molti meticci, se sottoposti a stimoli stressogeni, possono svilupparlo.

L’ultima causa riconosciuta come fattore scatenante è quella di origine neurologica, come ad esempio in corso di patologie espansive e compressive del sistema nervoso centrale. Molto spesso in questi casi vi sono anche altri sintomi neurologici ed il nostro medico veterinario dalla visita clinica o affidandosi ad uno specialista in neurologia, potrà emettere una diagnosi di sospetto per poi confermarla attraverso diagnostica di livello superiore come la TAC o la Risonanza Magnetica.

Come aiutare un cane affetto da tail chasing

Se siamo certi che il nostro cane sia affetto da questo disturbo dobbiamo immediatamente contattare un medico veterinario comportamentalista che ci indicherà un percorso da effettuare per ridurre il disturbo. Molto spesso fanno parte della terapia riabilitativa alcune modifiche nella gestione del cane. In primo luogo bisogna aumentare l’attività fisica e proporre delle attività gratificanti, come potrebbero essere alcuni tipi di sport o di attività di ricerca. Aumentando l’attività fisica molto spesso i livelli di stress diminuiscono.
Poi vanno ridotte al minimo le situazioni che possono generare tensione ed ansia; molto importante per questi cani è avere una routine ben definita in modo che non possano sperimentare ansia nei confronti di ciò che non conoscono, e si sentano invece sereni controllando la situazione.

Un altro stratagemma consigliato è quello di distrarre il cane con altre attività mentre mette in atto il comportamento, anche se questo ultimo consiglio potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: se proponiamo un gioco al nostro cane affetto da tail chasing lui prova gratificazione in questo è probabile che ripeterà il comportamento per ottenere di nuovo il gioco; quindi, attenzione ad improvvisare! Facciamoci sempre guidare da un professionista.
È molto importante poi un arricchimento ambientale che si può ottenere oltre che con giochi interattivi, anche con lunghe passeggiate nella natura e svolgimento di attività con l’umano di riferimento o con altri suoi simili.

È fondamentale quindi riconoscere questo disturbo fin dagli esordi in modo che non possa esacerbarsi fino a divenire un comportamento fisso e continuativo; rivolgersi al medico veterinario di fiducia e chiedere informazioni su medici veterinari comportamentalisti risulta essenziale nel contenere e cercare di curare il disturbo. Vi sono poi alcune medicine energetiche come l’Omeopatia che possono dare un grande aiuto in questi ed altri casi comportamentali.

Nel prossimo articolo vedremo insieme quali sono i rimedi omeopatici di più frequente utilizzo per questi disturbi compulsivi.

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