Il rapporto degli italiani con cibo è unico. Non c’è Paese al mondo dove non ci prendano bonariamente in giro per la passione e la meticolosità con cui approcciamo a tutto ciò che riguardi il mangiare. Se questo rapporto morboso può da un lato portare benefici, anche economici, dall’altro però nasconde aspetti preoccupanti e molto seri, sui quali non possiamo abbassare la guardia. L’Italia si trova infatti al primo posto nella classifica europea per numero di bambini in sovrappeso o obesi nella fascia di età compresa tra i 5 e i 9 anni, con un preoccupante 42%. Anche nella fascia di età compresa tra i 10 e i 19 anni, l’Italia occupa il quarto posto con il 34,2% di ragazzi in sovrappeso o obesi. Questi dati allarmanti sono stati evidenziati dall’European Regional Obesity Report 2022 dell’OMS.
Italia al primo posto per numero di bambini obesi
A quanto pare dovremo riconsiderare quella nostra vecchia convinzione secondo la quale il nostro stile alimentare, oltre ad essere il più buono, sia anche il più sano. C’è da dire che è l’intera area dei paesi europei (e probabilmente dell’Occidente, anche se questo studio non l’analizza) a presentare grandi criticità: circa 1 bambino in età scolare su 3 convive con l’obesità o il sovrappeso. Noi, in ogni caso, siamo andati ben oltre questo livello già molto preoccupante.
I colloqui sull’obesità tenutisi a Zagabria
Il problema dell’obesità infantile è stato al centro dei colloqui tra i coniugi dei leader europei a Zagabria, su iniziativa della First Lady della Croazia, Dr Sanja Musić Milanović. Obiettivo è creare la prima rete dedicata alla prevenzione dell’obesità infantile nella Regione Europea dell’OMS. Durante il vertice, è stata adottata all’unanimità la Dichiarazione di Zagabria, che testimonia l’impegno politico dei partecipanti nel contrastare l’obesità infantile e sollecita gli altri paesi a fare altrettanto.
Prospettive future preoccupanti
Purtroppo, però, le prospettive sono molto negative. Secondo le proiezioni del World Obesity Atlas 2023 della World Obesity Federation, basate sulle tendenze attuali, è previsto un aumento del 61% dei ragazzi e del 75% delle ragazze affetti da obesità tra il 2020 e il 2035. Si stima che nel 2035 ci saranno complessivamente 17 milioni di ragazzi e 11 milioni di ragazze, tra i 5 e i 19 anni, affetti da obesità nella regione europea dell’OMS, con tutte le devastanti conseguenze per la salute che si possono facilmente immaginare.
La roadmap dell’OMS
Come agire per cercare di arginare questo fenomeno in continua crescita? L’OMS ha predisposto al riguardo un vademecum da seguire, identificando 3 strade principali:
1 – Enfatizzare la prevenzione: dobbiamo attuare politiche tese a contrastare l’obesità infantile fin dalla gravidanza e dalla prima infanzia. La prevenzione dovrebbe concentrarsi su una corretta alimentazione durante tutte le fasi della vita del bambino, coinvolgendo le famiglie, le scuole e le comunità.
2 – Regolamentare l’industria alimentare e delle bevande: in particolare l’OMS richiede che venga introdotta una tassa sulle bevande zuccherate, maggiore chiarezza riguardo alla composizione degli alimenti nelle etichette e la limitazione alle pubblicità dei cibi non salutari rivolte ai bambini.
3 – Promuovere l’attività fisica: in particolare attraverso una pianificazione urbana migliore e politiche di trasporto adeguate. È importante includere l’attività fisica nei programmi scolastici e nelle attività extracurriculari, oltre attuare una comunicazione opportuna, che sottolinei i grandi benefici di una vita sana e di attività fisica regolare.
Obesità infantile e rischi per la salute
L’obesità infantile rappresenta un grave rischio per la salute, poiché è associata a numerose malattie non trasmissibili come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e le malattie respiratorie croniche. Inoltre, l’obesità è un fattore di rischio per almeno 13 diversi tipi di cancro, con un impatto significativo sulla mortalità. Le persone obese o in sovrappeso sono state particolarmente colpite dalla pandemia di COVID-19, evidenziando la necessità di affrontare urgentemente questo problema.