Gli esseri umani sono sempre più consapevoli dell’impronta che lasciano sul Pianeta. Man mano che questa consapevolezza prende forma, aumenta l’attenzione alla riduzione del proprio impatto ambientale. Certi aspetti della nostra vita, però, sono più difficili da modificare di altri. Ad alcuni di essi, poi, non prestiamo alcuna attenzione, perché meno pubblicizzati di altri. Tutti – o quasi – siamo consapevoli del danno ambientale di piatti e bottiglie di plastica, ma quante donne conoscono l’impatto dei prodotti usa e getta per il ciclo mestruale?
L’impatto ambientale dei prodotti per il ciclo mestruale
Una donna usa in media 12mila prodotti per l’igiene intima usa e getta nella sua vita. 20 miliardi di questi finiscono ogni anno in discarica. Il tempo di decomposizione medio è di 500 anni. Questi numeri ci aiutano a comprendere meglio l’entità del problema. Come fare a produrre meno rifiuti di questo tipo? Sebbene non sia possibile ridurre il proprio impatto ambientale a zero, esistono sicuramente metodi per ridurlo. Uno di questi, ad esempio, è utilizzare la coppetta mestruale. Comoda, economica e soprattutto riciclabile.
L’aspetto sanitario: i materiali tossici
Una coppetta mestruale può durare fino a 10 anni. Inutile sottolineare quanti assorbenti e tamponi ci permetta di risparmiare. In più la maggior parte delle coppette mestruali in commercio sono fatte in silicone per uso medico, mentre i prodotti tradizionali sono di materiali plastici che a lungo andare creano problemi sanitari in quasi tutte le donne. Un dossier dell’ANSES, l’agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro francese, ha mostrato come gli assorbenti contengano un gran numero di materiali altamente tossici: diossine, furani, Pcb e formaldeide.
Un problema ecologico ed economico
Come dicevamo il problema non è solo ambientale, ma anche economico. 12mila assorbenti equivalgono a circa 6mila euro, una spesa che può essere drasticamente ridotta ricorrendo a prodotti riutilizzabili. Non solo coppette, ma anche assorbenti di stoffa o mutandine assorbenti. Un cambio di abitudini al riguardo è quindi un’opzione win-win: vinci tu, vince l’ambiente che ti circonda.
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