Tale madre, tale figlio. Che i bambini imparino dagli adulti come stare al mondo è cosa nota. Ogni aspetto della loro crescita è modellato sui genitori: camminare, socializzare… e ovviamente mangiare. È quindi ragionevole che alcune abitudini, buone o cattive che siano, vengano assorbite quasi interamente. Se il numero di bambini che superano la soglia dell’obesità continua ad aumentare anno dopo anno, insomma, molta della colpa è dei genitori.
Le cinque abitudini delle madri che prevengono l’obesità nei figli
Non si tratta certo di un’affermazione basata sul senso comune. Già nel 2018 uno studio della Harvard School of Public Health pubblicato sul British Medical Journal le aveva dato solida base scientifica. I ricercatori hanno sottoposto a sondaggio le madri di più di 24mila bambini minorenni, tra i 9 e i 14 anni d’età. Nel questionario, oltre alle domande direttamente collegate all’alimentazione, ce ne erano altre riguardanti l’uso di alcol, l’abitudine al fumo e la frequenza di esercizio fisico. Anche i figli sono stati tenuti sotto stretta osservazione. L’obiettivo era chiarire qualche potesse essere il meccanismo causale che portava all’obesità.
Uno studio su più di 24mila bambini
Tra i bambini inclusi, il 5,3% ha sviluppato una forma di obesità durante il periodo di follow-up. Quando i ricercatori hanno esaminato i fattori di rischio e li hanno confrontati con i bambini non obesi, due fattori hanno dimostrato un collegamento che non lasciava margini di dubbio: un peso corporeo sano in una madre era associato a un rischio di obesità inferiore del 56% nei suoi figli, e l’essere una non fumatrice era associato a una diminuzione del 31%.
Una diminuzione ancora maggiore del rischio di obesità – 75% – è stata riscontrata quando le madri hanno seguito combinato 5 diverse abitudini sane: mantenere un peso corporeo sano, non fumare mai, fare 150 minuti di esercizio a settimana, mangiare sano e avere un consumo ridotto (o nullo) di alcol. Sebbene alcune di queste scelte di vita siano note per contribuire all’obesità, per altre il collegamento era più labile, e per certi versi più sorprendente.
La dieta non basta, servono altri comportamenti virtuosi
“Attualmente non ci sono molti dati specifici sui comportamenti materni dopo il parto e sulle associazioni con l’obesità infantile”, ha detto il dott. Qi Sun, assistente professore nel dipartimento di nutrizione presso la Harvard School of Public Health. “Ci sono molti fattori di rischio che possono essere modificabili. Ricerche precedenti hanno dimostrato, ad esempio, una correlazione tra vizio del fumo materno e sviluppo dell’obesità infantile. Non abbiamo ancora, però, dati certi su quale sia la giusta combinazione di fattori per ridurre al minimo i rischi per la salute dei figli”.
Nello studio, la combinazione dei cinque comportamenti di salute sembrava avere più importanza di qualsiasi fattore individuale. Ad esempio, non importava molto cosa mangiava la mamma: la sola dieta materna non era associata al rischio di obesità infantile. I ricercatori ritengono che ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la dieta dei bambini è influenzata anche da ciò che mangiano a scuola e tra amici. Anche la dieta può essere un fattore difficile da controllare.
Lo stress come elemento fondamentale
Un grosso limite dello studio riportato è che i dati di partenza sono tutti auto-dichiarati dai partecipanti. “Sfortunatamente le persone di solito non riportano i loro schemi dietetici in modo accurato“, ha detto il dottor Robert Lustig, endocrinologo pediatrico e professore emerito presso l’Università della California di San Francisco, esperto nazionale di obesità pediatrica. “Ma l’associazione con il fumo ha molto senso. Soprattutto se la madre ha fumato durante la gravidanza: sappiamo che ciò può portare resistenza all’insulina nel bambino. E abbiamo buoni dati che suggeriscono che questa resistenza all’insulina può manifestarsi nel neonato e continuare per tutta la vita”.
“A mio avviso, la cosa più importante da fare per le madri, per ridurre il rischio di obesità nel loro bambino, è ridurre i propri livelli di stress. E non è così facile”, ha detto Lustig. “Per i bambini stessi, è importante limitare gli alimenti che aumentano la resistenza all’insulina. Quindi, ad esempio, diminuendo o eliminando il consumo di bevande zuccherate. Il succo è probabilmente il peggior colpevole”.
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