Con questo settembre l’Italia si è lasciata alle spalle un trimestre estivo contrassegnato da un clima eccezionalmente caldo e secco.
L’Italia è posizionata in una fascia al sud dell’Europa che risente maggiormente dell’aumento di temperature e a fronte di un inasprimento della siccità è sempre più colpita da fenomeni meteorologici con piogge violente in tempi ristretti.
Il periodo di giugno e luglio è stato il più caldo di sempre superando anche il 2003, mentre ad agosto le temperature pur sempre al di sopra della media, sono state meno estreme. I dati sembrano comunque rilevanti e allarmanti.
I cambiamenti climatici sono sempre più visibili e hanno una ripercussione sulla vita della popolazione. Si è parlato molto nei TG e sui quotidiani maggiori dei decessi dovuti all’aumento di calore. Cerchiamo di inquadrare meglio questo fenomeno che riguarda non solo il nostro paese.
La sorveglianza (SiSMG)
Il Sistema nazionale di sorveglianza della mortalità giornaliera (SiSMG) consente di monitorare in tempo reale il numero di decessi giornalieri nella popolazione e di segnalare eccessi di mortalità al fine di attivare in tempi brevi interventi di risposta all’emergenza.
È attivo, inoltre, per effettuare tempestivamente una valutazione dell’impatto sanitario di eventi meteorologici estremi (ondate di calore, freddo, piogge intense) e di altri fattori di rischio (epidemie influenzali, inquinamento atmosferico).
Il SiSMG include 34 città italiane (capoluoghi di regione e città con oltre 250,000 abitanti. A partire dal 2020, il SiSMG è stato esteso per includere tutte le città con oltre 100mila abitanti per un totale di ulteriori 20 città.
I dati del SiSMG fanno parte del network europeo di sorveglianza EuroMOMO che pubblica un bollettino settimanale sulla sorveglianza della mortalità in 26 paesi Europei, compreso il nostro.
Dati generali
Il rapporto del SiSMG del Ministero della Salute sulla sorveglianza relativa al periodo 16 maggio – 15 luglio 2022 riporta i dati delle temperature nelle città di riferimento e il numero dei decessi.
In questo periodo le temperature sono state superiori al valore climatico di riferimento in media di 3° C.
Dal sistema sono stati presi in considerazione i dati che si riferiscono a tre periodi distinti: 17-31 maggio, 1-30 giugno e 1-15 luglio.
Nei grafici del SiSMG viene riportata la mortalità (per tutte le cause) osservata e il valore di riferimento (baseline, definito come media settimanale sui dati di serie storica dei 5 anni precedenti, pesato per la popolazione residente).
Nel periodo osservato l’incremento dei decessi seppur con molte differenze è rilevante anche se in alcune città si verificato un calo dei decessi a volte vistoso. I dati sono da mettere in relazione con la numerosità demografica. I riferimenti alla popolazione riguardano i residenti dei comuni e non le aree metropolitane.
L’incremento complessivo dei decessi in Italia nella seconda parte di maggio e in tutto giugno ha superato il 10%, mentre nella prima quindicina di luglio si è arrivati al 21%.
Mortalità e ondate di calore
Un altro fattore che dovrebbe essere considerato riguarda la durata dei giorni di calore in eccesso rispetto alla media.
Se la cosiddetta “ondata di calore” fosse più dannosa rispetto a giornate isolate di eccesso di temperatura, potrebbe costituire una variabile influente sui decessi.
Analizzando le singole curve nelle diverse città, che mettono in relazione la mortalità degli over 65, sono segnalate spesso aumenti della mortalità in alcune giornate concomitanti agli aumenti di temperatura. Lo stesso discorso può riguardare gli effetti delle ondate di calore sugli accessi al Pronto Soccorso.
Questa prima analisi evidenzia che le elevate temperature e le ondate di calore che hanno interessato il nostro paese di luglio sono state associate ad un incremento di mortalità, soprattutto nelle regioni del centro sud maggiormente interessate per intensità e durata del fenomeno.
In realtà gli andamenti sono molto disordinati visti complessivamente, anche se non escludono in alcuni casi relazioni proporzionali tra caldo e mortalità.
Livello di rischio
Il sistema di allarme HHWW presente in ogni città indica il numero delle giornate di rischio calore attribuendo tre livelli di pericolosità. Prendiamo in esame solo il terzo livello, il più alto, per metterlo in relazione con i decessi.
Infine, mettiamo in relazione i decessi con l’aumento medio delle temperature nel periodo di osservazione (17/5 – 15/7), presentando degli esempi che dimostrano una certa variabilità.
Le giornate a rischio e l’aumento di temperature sono indicatori che hanno un significato simile.
In alcune città dove il numero delle giornate a rischio è stato elevato come Campobasso (12 gg) o Frosinone (11 gg) osserviamo aumenti rispettivamente di 5.1°C e 4°C (2°C e 1°C maggiori della media stagionale) e una percentuale di decessi a Campobasso (+58%), ma non a Frosinone (0).
A Palermo abbiamo avuto un numero elevato di giornate a rischio (12) e un aumento relativamente basso delle temperature (+1,9), mentre l’aumento medio della mortalità è stato del 21%. Abbiamo preso in esame queste tre città per evidenziare le grosse differenze tra un rilevamento e l’altro.
Ci sono addirittura città come Rieti dove osserviamo un vistoso calo dei decessi (mediamente nei due mesi osservati un -48% con 9 giornate a rischio e +4° C di temperatura, (questo a luglio quando in molte città si verificava l’aumento più rilevante di decessi).
Ancora diversa la situazione a Bari dove un alto incremento dei decessi (>40%) ha visto 7 giornate a rischio e un modesto aumento delle temperature medie + 2,3.
Confrontando i dati significativi osserviamo una estrema variabilità che può essere chiarita solo attraverso una analisi statistica che include tutte le possibili variabili.
Decessi per Covid
Attraverso la sola analisi descrittiva è impossibile escludere che una minima parte dell’incremento di mortalità osservato possa essere attribuibile alla concomitante epidemia di Covid-19.
Consideriamo che la parte di popolazione più soggetta a rischi conseguenti all’eccesso di calore è grosso modo simile a quella che è più a rischio per gli effetti dell’epidemia, ovvero riguarda soggetti con patologie croniche gravi, soggetti fragili ecc. Quindi ci sarebbero due fattori concomitanti che andrebbero a sovrapporsi rendendo l’analisi dei dati più complessa.
A fine estate una analisi temporale più estesa consentirà di stimare la relazione dell‘incremento di mortalità associato alle elevate temperature per ciascuna città e di confrontare l’effetto stimato nell’estate 2022 con quella degli anni precedenti.
Questa analisi consentirà di valutare con maggior precisione l’eccesso di mortalità attribuibile alla temperatura, tenendo conto nel modello anche dell’effetto dell’epidemia di Covid-19.
In sostanza ci attendiamo che vengano realizzati studi con funzioni multivariate vista la complessità dei dati.
Dati europei sulla mortalità stagionale
Nei grafici che riguardano i decessi complessivi osservati in 19 nazioni della UE, osserviamo sempre un lieve innalzamento delle morti nei periodi estivi. Regolarmente dalla 25° alla 34° settimana i picchi sono evidenti anche se modesti in rapporto a quelli invernali. Nelle corrispondenti settimane del 2022, che si stanno concludendo, il numero dei decessi è circa il doppio rispetto agli anni passati.
Ci proponiamo di capire attraverso i dati nazionali se questo aumento sia determinato unicamente dall’anomalo aumento di temperatura che si è verificato in Europa come molte fonti danno per certo.
Osserviamo nei dati UE con una popolazione maggiore rispetto all’Italia, che l’aumento di decessi in tutto il 2022 (non solo nella parentesi estiva) ha colpito maggiormente la fascia di età 0-14 in modo molto evidente e in misura minora la fascia di età 15-44.
Nelle altre fasce di età si osservano nel 2022 decessi sovrapponibili al 2020 e al 2021.
Se l’ondata di calore possa aver avuto una rilevante azione sugli adulti e anziani non lo si evidenzia sicuramente da questi dati.
Il dato più inaspettato riguarda la fascia 0 – 14 che dimostra una curva in progressiva ascesa che già nella seconda metà del 2021 era presente.
Cause presunte ed effettive
La valutazione dell’effetto del rialzo di temperatura sui decessi rappresenta una misura indiretta (analoga a un indicatore) che serve per valutare fenomeni complessi. Analizzando solo i valori significativi delle città prese in esame (P < 0,05) non è possibile tracciare una relazione quantificabile senza una approfondita analisi statistica.
Gli altri valori con bassa significatività confermano le considerazioni già riportate e, in particolare, le erronee affermazioni di molti media che confondono cause con correlazioni. Queste notizie hanno spostato l’asse delle informazioni verso ipotesi non confermate che possono coprire altre determinanti scomode al “mainstream”.
I fattori di rischio come l’età avanzata, la presenza di patologie croniche ecc. sono sicuramente favorenti un aumento dei decessi in caso di ondate di calore, ma non possono essere considerati gli unici. Alcuni di questi come condizioni abitative ed economiche precarie potrebbero influire anche se anche queste non sono quantificabili. Le cure, l’assistenza, i mezzi tecnologici ecc. possono anch’esse influire sui decessi.
Non si esclude inoltre che una parte di decessi possa essere attribuitile all’epidemia di Covid in corso così come alla profilassi vaccinale che andrebbe monitorata con una vigilanza attiva per stimare correttamente gli eventuali decessi correlati.
Vista l’entità del fenomeno urge quindi la realizzazione di una analisi multivariata di tutte le possibili correlazioni nessuna esclusa.
Sitografia
https://www.deplazio.net/it/attivita/86
https://www.statsalute.com/mortalita-italia-cause
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2867_allegato.pdf
https://www.istat.it/it/archivio/240401
https://www.iconaclima.it/italia/clima/clima-italia-estate-2022-dati/