Siamo in una sorta di imbuto: oppressi dai ritmi del progresso, schiavi di un meccanismo economico che ci schiaccia e ci fa dimenticare che c’è vita oltre il lavoro, siamo ossessionati dal guadagno per consumare, comprare e buttare. Non c’è spazio e tempo da dedicare a noi stessi, per fermarci, ascoltarci e poter comprendere quali sono i nostri veri bisogni. Ma una via d’uscita c’è.
Intervista di Annalisa Lullo su Terra Nuova a Mauro Scardovelli.
Come si esce da questo imbuto? Secondo Mauro Scardovelli, fondatore dell’associazione Aleph, è necessario ritrovare se stessi, invertire la rotta, abbandonare l’ego e tornare al sé, liberando il sentire, individuale e collettivo, da zavorre, pensieri sporchi, regole ‘inquinanti’ che rendono l’uomo nemico di se stesso e del bene comune.
Nel contesto di questa trasformazione è importante avere una corretta visione del panorama economico, politico e sociale,comprensione resa spesso ardua dalla sistematica distorsione massmediatica.Questi temi possono apparire lontani dalla crescita personale e dall’evoluzione sociale, ma solo attraverso una retta visione di cosa sia un’economia sana e una politica vera, attenta e al servizio dei cittadini, ci si può realizzare pienamente come esseri umani appartenenti ad un’autentica comunità.
Ed è proprio la ‘mission’ portata avanti con entusiasmo da Mauro Scardovelli, giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta e ideatore del dialogo sonoro e della Pnl umanistica, nonché mente e anima di Aleph, associazione che ha creato per educare le coscienze verso un bene comune in ambito, sociale, economico, spirituale. Scopo dell’associazione è la ricerca e la diffusione di una nuova cultura e di una pratica educativa e terapeutica in grado di favorire il benessere psico-fisico-spirituale delle persone e dunque della società. In altre parole,la ‘mission’ di Aleph è promuovere una cultura della pace nella società, partendo dalla trasformazione del proprio mondo interiore.
Dottor Scardovelli il primo passo per attivare il cambiamento sociale dunque è nell’uomo, meglio nella Persona,attraverso una rivoluzione interiore e nella conseguente apertura e scoperta del proprio mondo interno?
Certo ed è molto semplice comprenderne l’importanza, la società è lo specchio esterno dell’interiorità umana. Oggi siamo nell’epoca Neoliberista che è un’epoca terminale, andando avanti così non c’è uscita per l’intera umanità, stiamo rischiando di distruggere la terra in cui abitiamo. In questa epoca anche la psiche individuale è cambiata adeguandosi, anzi condizionata ad adeguarsi alla struttura esterna. Una struttura in cui prevale la competitività interiore ed esterna, dunque una competizione continua con se stessi e una lotta costante tra persone che hanno difficoltà ad unire le forze. L’uomo ha accentuato il suo criticismo, ha parti critiche più violente, più severe che alcune volte rendono la sua vita molto difficile. Questo non è altro che lo specchio di una società dominata da un’ideologia in cui ognuno deve dimostrare di essere imprenditore di se stesso, diventare quindi capitalista e lavoratore nello stesso tempo. Capitalista perché deve incrementare le proprie risorse, le proprie competenze, il proprio capitale e dall’altra deve lavorare per sostenere tutto questo, facendo un lavoro che spesso non è più nutrimento, ma frustrazione. Ormai i lavoratori sembrano aver perso diritti e non hanno la forza di reagire, piuttosto la lotta è diventata interiore, contro se stessi. La persona che fallisce, si sente in colpa, si auto rimprovera, si sente frustrata. Non chiede aiuto e sostegno, piuttosto si colpevolizza. Importante dunque ri-cominciare da noi, per acquistare consapevolezza, approfondire e ampliare la conoscenza e riappropriarsi della dignità, condividendo e agendo insieme, per l’insieme.
Solo un uomo consapevole è generatore di una Società sana. Come diffondere questa consapevolezza e nutrire pensieri nuovi e diretti a creare uno spirito reattivo, positivo ed ottimistico?
La soluzione è nell’offrire l’alternativa, un contesto nuovo in cui la cornice è completamente diversa. Al momento ci sono diversi percorsi individuali, ma l’ideale è creare una formazione collettiva che insegni a vivere in modo sensato, avere una corretta visione del mondo e una profonda conoscenza del proprio mondo interiore. Creare dunque una Scuola nuova, aperta e libera in cui l’approccio alla persona è completamente diverso. Un ambiente in cui la persona si senta accolta così come è, ascoltata in particolare in quegli aspetti di solito inascoltati e poi via via accompagnata verso l’evoluzione. Dunque importante il gruppo di lavoro che favorisce la condivisione e consente di osservare che il problema non è personale, ma comune. In questo modo le preoccupazioni, le paure, le frustrazioni vengono condivise e risolte insieme. Senza distinzioni, di età, sesso, mestieri, formazione, le dinamiche di sofferenza interiore sono condivise equamente da ciascun essere umano. Fondamentale realizzare un’Università nuova, finalizzata alla conoscenza e allo sviluppo pieno della persona e mirata alla restaurazione del mondo interiore e quindi alla ricostruzione del mondo di fuori.
Non sempre è facile approcciarsi ad una visione nuova e ad una conoscenza profonda di se stessi. Questo può spaventare, talvolta è più comodo rimanere dove si è, nella propria zona comfort.
Certo, non tutti siamo pronti, ciascuno di noi ha il suo tempo di maturazione ed è giusto rispettare questo. Altrettanto vero che sono molte le persone aperte rispetto alla possibilità di un cambiamento, di una trasformazione che parte da dentro e si trasferisce fuori. E poco importa essere pochi perché se davvero quei pochi fanno passi avanti e uniscono le forze si potrà creare una massa critica che porterà ad una svolta necessaria a cui anche gli altri potranno aderire. Di sicuro si tratta di un passaggio storico indispensabile per sopravvivere, un Rinascimento pacifico che urge nel rispetto di noi stessi, dell’altro e dell’ambiente in cui viviamo. In termini di qualità di vita è essenziale maturare questo approccio, tornare al sé ed imparare ad ascoltare la voce dell’Anima.Si può scegliere di continuare a vivere nell’alienazione e fare una vita che spesso non soddisfa, facendo pagare quella tristezza alla famiglia, alle relazioni, all’ambiente circostante o avere il coraggio di cambiare. Bisogna essere consapevoli che il buio che portiamo dentro si riflette inevitabilmente in quello che è fuori, prima di tutto in famiglia. In altri termini possiamo decidere se vivere come essere umani coscienti, consapevoli, anche sofferenti in alcuni momenti o restare individui tristi, condizionati, gestiti come robot da forze che non conosciamo e dominati da un sistema cui spesso fa comodo questa alienazione. Un sistema che ha una visione separata delle cose, in cui domina la divisione e che distingue come fossero parti non connesse mente, corpo e spirito. Noi invece siamo uno, c’è unione, connessione in ogni nostra parte, al nostro interno e nel riflesso fuori. E’ l’ormai vecchio modello neoliberista che vuole tutto scisso, anche la conoscenza è spesso ‘parcelizzata’, manca una visione olistica delle cose, anche nello studio della malattia ogni analisi è parziale, sintomatica e da questo approccio non può uscire una soluzione vera e definitiva del problema o della malattia.
Manca dunque una formazione completa dell’individuo, una conoscenza che lo conduca verso una piena evoluzione?
Già in effetti anche in altre epoche e tradizioni la nostra evoluzione si è fermata ad un certo punto. Spesso non si riesce a fare il salto e si rimane nel livello intermedio dell’Io sociale, un Io che riesce a gestire le relazioni più esteriori, ma non prosegue in un profondo cammino evolutivo. Si sosta quindi in un livello intermedio fortemente dominato dall’Ego che non vede il mondo così come è ma è un Io proiettivo, che vede fuori i disturbi che ha dentro, anzi li crea pure. Nella nostra cultura manca un percorso che possa educare e approfondire a pieno la propria consapevolezza. Una formazione insomma che conduca verso una trasformazione profonda e continua che è prima di tutto ascolto dell’Anima. Solo così, ascoltandosi, approfondendo, ampliando la propria conoscenza si può fare il salto e portare gioia, giustizia e amore a sé, nonché valore, crescita ed evoluzione nella società. Un cammino evolutivo che la nostra Costituzione prevede già, perché quando parla di ‘pieno sviluppo della persona umana e dice che abbiamo doveri di solidarietà politici economico e sociali e che tutti i lavoratori devono essere in grado di partecipare all’organizzazione politico economico sociale del paese’ sta dicendo questo, che dobbiamo superare gli handicap culturali di formazione, anche psicologici e spirituali, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e quindi la sua felicità sulla Terra. E’ molto semplice, appare difficile da capire perché siamo istruiti a non capirlo, bombardati e distratti da cose molto meno rilevanti.
Passo dopo passo si può cambiare e dare vita ad una vera Ri-nascita?
Esatto e lo stiamo già facendo ad un ritmo sempre più veloce. Ci sono sempre più persone, più gruppi che si muovono verso questa direzione, che stanno delineando una massa critica fatta di persone consapevoli. Quello che manca è la reale coordinazione dei diversi movimenti ad un Progetto unitario, facciamo tutti più o meno la stessa cosa con nomi diversi, ora bisogna incrementare la sinergia. Solo con l’unione, la condivisione, la comunicazione si può creare un unico e forte progetto teso a diffondere un Nuovo pensiero umanistico al servizio di ogni essere vivente e non rimanere vittime inerti di un pensiero tossico al servizio esclusivo dei pochi. L’auspicio è quello di tornare ad una forma di Umanità che metta al primo posto l’uomo e la relazione con se stesso, con l’altro e con il tutto. Un’umanità che sa ascoltare e vedere in profondità, che sa usare un tipo inedito di intelligenza relazionale, transpersonale e spirituale. Un’umanità che ripudia la mercificazione di ogni singola esperienza di vita e che ripudia l’idea che tutto, abbia un prezzo. Un processo emergente che si sta già manifestando in modo graduale, il desiderio è impegnarsi e sforzarsi per sostenerlo e trasformarlo in una Nuova Umanità in cui il cuore, la natura, l’arte, la bellezza e l’onestà salveranno noi e il meraviglioso pianeta che ci ospita.
4 commenti
giorgio
giorgio semproni
che dire, sarebbe arrivare al kosen-rufu buddista….un mondo di pace…per quanto mi riguarda, se pur a 60 anni, ho iniziato un cammino su me stesso per arrivare agli altri…spero che questo pensiero si diffonda, anzi sono ottimista e dico si diffonderà per forza, ormai il barile e’ raschiato, diritti umani 0, diritti sul lavoro 0, solidarietà 0, amore 0, ecc.ecc.. o si cerca di tornare indietro, partendo da noi stessi, oppure il demone ha vinto…
grazie professore per le sue illuminazioni, la seguo con piacere e i suoi interventi mi aprono sempre una riflessione profonda.
Giuseppe
Caro Giorgio, sono molto d’accordo sull’impostazione “Certo non posso cambiare il mondo attorno a me da solo, ma posso cambiare me stesso”. Quando una massa critica sufficiente avrà adottato questo semplice e saggio modo di vivere la vita, il cambiamento sarà!
Lino
Buon giorno signori.
Mi fa piacere sentire queste parole che esprime un pensiero,un modello di una naturale vita Umana.
E confortante sapere questo,
Ho 53 anni e da bambino mi son costruito questa visione di vita e proseguo su questa strada che mi viene naturale.
Grazie.
Giuseppe
Grazie, anche per noi e per molti altri è confortante sapere di non essere soli ad avere una certa visione dell’esistenza, anzi…