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30 Luglio, 2024

Enneatipo 4 sessuale Lachesis

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L’invidia del sottotipo sessuale dell’enneatipo Quattro è un’invidia competitiva. Il suo amore può tramutarsi in odio: “odia la persona che non soddisfa la sua ricerca di appagamento” (D’Agostini, Fabbro, Enneagramma e personalità). “Trasforma l’autosvalutazione interiore in superiorità e disprezzo dell’altro”.

  La sofferenza assume in questo carattere tratti sadici, come suggerisce Claudio Naranjo (Dramatis Personae). È un carattere sensibile ed aggressivo, come in una dantesca infernale combinazione drammatica di passione e di crudele vendetta.
Cosa principalmente invidia il carattere Quattro sessuale? Invidia l’amore, quello che non può avere ed anche quello degli altri. Ed ordisce una trama vendicativa, come Jago nell’Otello di Shakespeare.

Quella di questo carattere può essere una passione distruttiva, ardente ma anche possessiva e vendicativa. È in Cime tempestose di Emily Brontë un amore passionale ed intenso quello tra Catherine ed Heathcliff. Questi vive la sua condizione di orfano e zingaro adottato con invidia e risentimento, sentendo l’intensità del suo irruente amore con la sorellastra, ma anche la violenza della società che vuole contrastarlo. Si sente umiliato ed offeso e reagisce con odio. In vita sarà animato dal desiderio di vendetta, solo la morte potrà coronare il suo assoluto amore per Catherine, accanto a cui si farà seppellire.

L’invidia vendicativa di questo carattere è anche quella fratricida, di Caino contro Abele. Tema biblico evocato nel romanzo La valle dell’Eden di John Steinbeck, nella cui saga familiare C. Naranjo riconosce tre personaggi con le caratteristiche del Quattro sessuale: Charles ed il suo odio-amore per il fratello Adam; Cathy, che sposa Adam e seduce Charles, per poi dopo aver partorito due gemelli, Cal ed Aron, abbandonarli e finire per gestire una casa di prostituzione specializzata in sadismo; infine Cal, uno dei due gemelli rivali, interpretato da James Dean nel film che nel 1955 Elia Kazan trasse da questo romanzo. Più disperato che malvagio, Cal cerca di trovare nell’amore la salvezza.

Nastasia, il personaggio del romanzo L’idiota di Dostoyevski, è, come questo carattere, intensa e distruttiva, fervida e vendicativa. “Ora descritta come un pallido demonio, ora come un nostalgico angelo” (Dramatis Personae). Adottata e trasformata in amante dal suo tutore, si sottrae da un matrimonio di convenienza propostole e viene contesa dal candido principe Mishkin e dal passionale Roghozin. Fino al tragico finale “ella riunisce elementi dei due protagonisti maschili del triangolo; da una parte può mostrare l’ ingenuità e la trasparenza del principe idiota, dall’altra la passione, la collera ed il sarcasmo di Rogozhin”.

Fëdor Dostoevskij

Ha questo carattere qualcosa di maledetto e seduttivo, di spericolato ed avventuroso. Come avvincente e scandalosa è la vita di Eduard Limonov narrata da Emmanuel Carrère. Un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante, mai mediocre.

Regale è la personalità del rimedio omeopatico Lachesis, uno dei più grandi serpenti velenosi, simbolo di una primitiva forza vitale, indolente finché qualcosa non scateni la sua passione.
C’è, secondo P. Bailey (Psicologia omeopatica), in Lachesis una intensa sensualità. “La potente forza sessuale di Lachesis è attenuata da una natura raffinata e sensibile”. Se dovesse reprimerla, può sublimarla in una vorticosa loquacità. Oppure in intriganti silenzi. È un altro carattere dionisiaco; se introverso, sarà sensibile, artistico, mistico.

La gelosia è spesso causa della sua rabbia. “Può anche diventare furioso e vendicativo quando è contrariato”. Ma sa e vuole impegnarsi in una relazione. “Può essere capace di avere relazioni impegnative e intime… a patto che gli sia concesso dello spazio quando ne ha bisogno e che il suo partner non gli dica cosa deve fare”. Tipica di Lachesis è la paura di sentirsi soffocato.
Bailey azzarda la descrizione di un tipico aspetto di Lachesis: “lineamenti acuti e ossuti e una carnagione rossastra e lentigginosa”. Un immagine a cui si potrebbe pensare è Cate Blanchet nel film Elizabeth.

Catherine Coulter, in Nature and Human Personality. Homoeopathic Archetypes, così definisce l’ individualità di Lachesis: “Nell’individuo Lachesis ci sono forze opposte continuamente in lotta tra di loro: indulgenza e controllo, arroganza ed umiltà, fede e cinismo, amore ed odio – l’una cercando di sopraffare l’altra”. È primariamente il conflitto tra la sua natura dionisiaca ed il suo regale super-io. Tra il suo essere diretto, chiaro, inequivocabile ed il potersi invece mostrare sospettoso, ingannevole, fallace. Fa la Coulter riferimento per esempio alla regina Elisabetta I “capace al tempo stesso di crudeltà ma anche di magnanimità e sincero amore per i suoi sudditi”. Lachesis è compulsiva ed appassionata, fedele e maniacalmente gelosa, sensuale e mistica, intensa e sovreccitata, potendosi la sua energia creativa liberare di notte meglio che di giorno.
Coulter fa riferimento qui a Dostoyevsky: “Dostoyevsky, il più chiaro esempio possibile di un Lachesis maschio, dimostra il ritmo e gli orari di questo rimedio. Poteva alzarsi di notte e scrivere a ritmo frenetico come in preda ad una ispirazione demoniaca, come a voler dare drammatica espressione all’immediatezza ed intensità delle sue intuizioni prima che queste potessero svanire nel nulla alla luce del giorno”. L’energia creativa di Lachesis raggiunge il colmo ed ha bisogno di esprimersi o di trovare comunque una valvola di sfogo.

Un altro Lachesis maschio lo ritroviamo infine, se non in Orson Welles, nel personaggio di un suo film, L’orgoglio degli Amberson, come suggerito da M. D’Agostini e F. Fabbro (Enneagramma e personalità). George Amberson è figlio unico di una ricca famiglia. Sensibile ed impulsivo, teatrale ed arrogante, si oppone per gelosia a che la madre vedova si risposi, mentre ama in modo possessivo la figlia dell’uomo che vorrebbe sposare sua madre. É un odio che vorrebbe trasformarsi in amore, ma che resta irresoluto: “Più George diventa teatrale e tragico, più la ragazza risponde con risate e sorrisi“