Il tipo 5 è un Osservatore, la sua idea sacra è l’Onniscienza, in nome della quale sarà Avaro delle sue emozioni, in virtù della quale saprà mantenersi equanime e distaccato.
L’Osservatore vive come in una tana, da cui poter guardare senza essere visto. Si è sentito invaso da bambino, e si sforza perciò di proteggere il suo spazio privato, evitando contatti troppo stretti. Preferisce non farsi coinvolgere, vive soprattutto a livello mentale. Sa vivere con poco. Preferisce avere un rapporto specifico ed esclusivo con ciascuno dei suoi amici.
Cerca di sapere in anticipo cosa lo aspetta, per ripensare poi in solitudine e rielaborare le emozioni che ha vissuto. Scompare all’attenzione degli altri, separa i suoi ricordi. Ha bisogno di ricaricarsi, si sente vivo quando è solo. Cerca nei momenti di solitudine di armonizzare mente e cuore. È fortemente emotivo, ma ha paura dei sentimenti. Ritiene di poter scendere in profondità dentro se stesso, in un punto dove non vi siano più emozioni.
Resiste all’autorità ed al controllo, ritirandosi. Preferisce l’indipendenza ai vincoli del dare e del ricevere. Assorto nella sua fervida mente, comprende tuttavia quanto poco ci sia una vera alternativa all’amore.
Il sottotipo conservativo in particolare si isola, comprime i suoi impulsi, si ritrae dal chiedere qualcosa o dal lottare per averla.
Ad un certo punto, come Bartleby lo scrivano, si sottrae dicendo che preferirebbe di no. Le geniali descrizioni che Melville attribuisce a Bartleby, ben si addicono a questo carattere. La sua eccentrica mite indifferenza. Il suo essere al tempo stesso signorile e cadaverico. Scarno ed emaciato. Il suo pallido sussiego, l’austero riserbo, la gravosa solitudine. Un’anima sofferente, di fronte a cui la pietà non sa tradursi in buona azione.
Risuonano in questo carattere alcuni personaggi di Kafka, di cui sappiamo come fosse stato soverchiato da un padre arrogante e come si sia sempre sottratto ad un legame affettivo stabile.
Un digiunatore, letteralmente Ein Hungerkünstler, un artista della fame, si intitola un racconto di Kafka, che è un elogio dell’auto-privazione, del poter fare a meno del mondo esteriore e degli altri. Un elogio della rinuncia.
Indipendente e prevalentemente femminile è, secondo Philip Bailey (Psicologia omeopatica), il carattere di Sepia. Carattere fieramente indipendente, acuto ed intuitivo, che rifugge dalla moralità convenzionale.
Si ritrova con se stessa, graziosa e spontanea, nella solitudine di non dover dare conto a nessuno. Balla da sola. Ha timore che la sua sensualità venga soffocata, e che la sua femminilità vada perduta nella perdita della sua indipendenza. Se sente di aver perso la sua indipendenza, manifesterà allora la sua avversione alla famiglia e la sua apatia.
Nel film The Hours tre personaggi femminili compongono il ritratto di questo carattere. Di Virginia Woolf (interpretata da Nicole Kidman), suicida per non aver potuto più combattere la sua depressione, viene raccontata la giornata in cui comincia a scrivere La signora Dalloway. La lettura di questo romanzo è l’unico conforto di Laura (interpretata da Julianne Moore), una donna infelice, soffocata da un matrimonio da cui ha avuto un figlio, Richard. Il giorno del compleanno del marito progetta di suicidarsi in un albergo, poi decide di scappare e rifarsi una vita. Di Richard, malato di AIDS, si occupa Clarissa (interpretata da Meryl Streep), sua ex amante che egli ama chiamare la sua “Signora Dalloway”.
Solitario, taciturno, austero è Titta, il protagonista del film di Sorrentino Le conseguenze dell’amore. Osserva impassibile, distaccato, silenzioso, nell’isolamento ha potuto rifugiarsi dalla sua stessa vita interiore. “Ma la vita non si lascia solo guardare. Titta lentamente ma inesorabilmente si innamora della barista dell’hotel. La guarda sempre più insistentemente fino a non riuscire più a toglierle gli occhi di dosso” (D’Agostini, Fabbro Enneagramma e personalità. Tipi e sottotipi nei personaggi dei film). L’amore distruggerà il suo equilibrio e la sua vita stessa.
Catherine Coulter (Nature and Human Personality. Homoeopathic Archetypes) elogia la madre Sepia per il suo saper essere rispettosa della personalità dei figli e sobria, senza indulgere nell’essere troppo protettiva, sentimentale o permissiva. È altera e riservata. “Non rivela facilmente le sue emozioni, preferendo tenersi per sé i suoi sentimenti e scoraggiando ogni intrusione”. Sa ritrarsi: “disinteressata a quel che gli altri dicono, riluttante a dare il suo contributo, troppo stanca per seguire la conversazione (incapace di rispondere o reagire), si sente in quel momento veramente indifferente agli altri e vorrebbe solo acquattarsi nella sua tana ed essere lasciata sola”.
Ovvero si lascia andare. “È comunque significativo che una volta che Sepia abbia compiuto il grande sforzo di essere presente ad un incontro sociale – una volta che comincia a circolare in lei l’adrenalina e a contrastarne l’apatia – diviene vivace, di buona compagnia e si diverte a fondo”.
È onesta con gli altri e con se stessa. Ma può deprimersi, diventare insicura e lamentosa.
Sa sottrarsi alle convenzioni, ed anche attraversare i confini di genere. “La donna cerca di emanciparsi dal ruolo femminile passivo e ricettivo, il mondo della casa e dei sentimenti, e cerca di intraprendere una vita attiva. Il maschio, per converso, stanco della lotta competitiva, vuole staccarsi dal mondo attivo della politica e degli affari e dal peso delle responsabilità per poter condurre una vita più calma e contemplativa”.
“La sfida di Sepia è di esprimere creativamente il genere inconscio – potendo così muoversi da una cronica insoddisfazione ed oscurità (le profonde acque scure in cui la seppia dimora) verso la vivificante luce del giorno”.
Concludiamo con un altro ritratto cinematografico di questo carattere, proposto da Claudio Naranjo (Dramatis Personae). Andy, interpretato da Tim Robbins nel film Le ali della libertà. Andy viene condannato, benché innocente, a due ergastoli, accusato ingiustamente della morte della moglie, che lo tradiva (“non sapevo come amarla”). In carcere si adatta, mostrando un carattere indipendente, solitario, silenzioso. Sopravvive grazie alla sua capacità di vivere nella sua mente e di sognare la libertà. Dice di lui il suo amico in prigione: “Sembrava che avesse una corazza invisibile che lo proteggeva dal mondo esterno”. Diviene il responsabile della biblioteca del carcere, fa ascoltare Mozart attraverso gli altoparlanti in tutto il carcere (dice in quell’occasione: “Questo è il bello della musica, nessuno può portarla via”), si scava una via di fuga piano piano con un martelletto da geologo. Si ritrova finalmente in Messico con il suo amico Red, che viola la libertà condizionata ricordando questa frase di Andy: “O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire”. Andy è come un libro chiuso. Ma – come dice Red – persone come lui “sono nate libere. E libere devono essere”.
L’immagine di copertina è opera della pittrice Nadia Gaggioli – Riflessi boreali “Nel silenzio mi appago di carezzevoli sfumature”