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4 Luglio, 2023

Enneatipo 7 conservativo Sulphur

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Il tipo Sette è l’epicureo, la sua passione è la Golosità, la sua strategia cognitiva è la curiosità. Si interessa di tutto per trarne superficialmente piacere, faticando ad approfondire le ragioni profonde in cui trovi ragione anche la sofferenza, sua e degli altri.

Sono persone allegre e solari, fortemente attratti dal gioco, dalla progettualità. Un po’ Peter Pan, eterno bambino, un po’ Narciso, assorbito in se stesso, un po’ figlio dei fiori, di un idealistico ritorno alla semplicità. Un po’ Pinocchio, che oppone alla disciplina la sua ricerca del piacere.

Ha sempre pronto un piano di riserva, meno è attento alla zona d’ombra delle possibilità che vuol tenersi aperte davanti. Al contatto profondo sostituisce l’immaginazione piacevole. È fascinoso, in una maniera che è al tempo stesso ingenua ed astuta. Una maggiore sobrietà darebbe virtù al suo carattere.

In particolare il sottotipo conservativo estende il suo proprio mondo alle persone vicine, alla propria famiglia, al clan cui sente di appartenere. Sarà con loro, sia pure superficialmente, franco e generoso. In particolare idealista ma superficiale se non opportunista nei rapporti di coppia, come il protagonista della novella di Cechov Oci ciornie.

Egocentrico e materialista, ma anche generoso ed immaginativo, Sulphur rappresenta quasi, dal punto di vista omeopatico, una sorta di denominatore comune del genere umano.

Carattere caloroso e vulcanico, Sulphur irradia calore ed allegria, è informale ed espansivo. Un esempio potrebbe esserne Tom Sawyer. Più curioso che diligente, più arguto che riflessivo. Comunque geniale: da Socrate ad Einstein.

Per un verso sono scettici di tutto quello che vada oltre un aspetto puramente pratico, per altro quasi competono con Dio sul piano del lavoro, della saggezza, della loro idea sacra di progetto.

Non si può propriamente dire di lui che sia superficiale, ma l’energia che egli mette nelle cose è propriamente mentale, più che emotiva o istintiva. Pertanto sarà curioso ed avido di esperienze, trasformando le sue paure nella fiducia in sé stesso; ma la sua irruenza sarà senza rancore, i suoi innamoramenti senza vera passione. Molto generoso in ogni caso verso chi lo lusinga. Alterna comunque convivialità e scontrosità.

È unico rimedio dal Repertorio per questo sintomo: vive beato nella sua sciocca felicità e fierezza.

È un edonista, curioso e disordinato: la ragazzina Sulphur è facile che dimentichi di rimettere il tappo al dentifricio. Ama le cose piacevoli, ricorrendo peraltro in molte rubriche del Repertorio che hanno per tema il disgusto. Arruffone e schifiltoso al tempo stesso. Magari non ama lavarsi, ma può essere un gran consumatore di prodotti di bellezza.

La ricerca del piacere di Sulphur nasce in realtà dalla sua ipersensibilità e dal suo evitamento del dolore. La sua saggezza è quella bonaria dell’orso Baloo, che nel Libro della giungla educa Mogwli ad una considerazione opportunista delle regole, e ottiene la sua amicizia anche perché sia il bambino a prendergli il miele evitando lui la puntura delle api. Sulphur ottiene di contravvenire alle regole in un modo accettabile, come Aladino che ruba al mercato un frutto qui uno lì, quanto gli basta senza recare troppo danno o fastidio a nessuno.

Quella di cercare alleanze reciproche è una strategia cara a Sulphur, quella di sentirsi protetto ed agevolato da una rete di conoscenze, amicizie e buoni rapporti. Per Sulphur tutto il mondo è famiglia: all’interno si può allegramente litigare, ma l’importante è sentirsi inclusi se non proprio al centro di una cerchia familiare. Questo può farli diventare politici, se non mafiosi.

Come Tartufo, il carattere sulfurico è seduttore e truffatore, goloso della vita. Ingordo della vita come Falstaff, che è compagno di bagordi del Principe,  filosofeggia nelle bettole ed è abile intrattenitore a corte. Ma è anche un carattere naturalmente buono che sa realmente trasformarsi, come Schindler di Schindler’s list, la cui iniziale benevolenza quasi interessata verso i suoi dipendenti diviene una coraggiosa ed appassionata dedizione affinché essi  possano salvarsi dalla persecuzione nazista.

Grazie alla sua intelligenza astratta ma immaginativa, Il pensiero di Sulphur è quello di una grande apertura alle meraviglie del mondo delle idee, alla ricchezza delle connessioni possibili, all’eclettismo visionario, alla riflessione vivida. Ha una forte ideazione, c’è in lui affluenza di un mucchio di idee. Bailey bene distingue il pensiero analitico del padre della psicanalisi, Freud (probabilmente un Arsenicum album), dalla ricchezza delle suggestioni e dei formidabili collegamenti delle scienze con i temi dei miti e delle leggende che ha saputo imprimere alla ricerca il suo più importante discepolo Sulphur Jung. Mentre Freud studia i meccanismi della nevrosi come un disagio necessario, Jung “cercava di guidare il paziente al di là delle sue difese e quindi nell’ignoto”.

L’intellettuale Sulphur sa essere geniale, irriverente, stravagante, spensierato. Il giovane Holden.

Sulfurica è la strabordante creatività di Balzac, un calderone di racconti e ritratti umani, a cui lavorava nelle sue notti piene di caffeina e che gli valevano l’ammirazione a cui anelava fin da bambino, le sue illusioni perdute. Sulphur vuole essere ammirato; se frustrato cerca di “diventare qualcuno” (Max in C’era una volta in America).

Sulfurica la verve rivoluzionaria di Danton, che sfida il moralista e morigerato Robespierre ad assecondare la golosità e la ricerca del piacere che è propria del popolo, invitandolo ad un ghiotto banchetto e colmandogli il bicchiere di buon vino. Non è un caso che eccellente interprete sia di Balzac che di Danton sia stato Gerard Depardieu, prototipo di attore che possa recitare ruoli di personaggi sulfurici.

A Sulphur piace teorizzare, accumulare dati, informazioni, conoscenze che riesce spesso a tenere a memoria, mentre magari non ricorda il nome di un parente.

Possiamo immaginare Sulphur venire a visita con una valigetta trasandata e piena di fogli, che comincia a lamentare i suoi disturbi digestivi, dal gonfiore dopo i pasti ad un’alternanza di feci dure e diarrea, a pruriginose emorroidi, raccontando il tutto con la prosopopea di un linguaggio scientifico e poca partecipazione emotiva.

È propria di Sulphur la straordinaria capacità di Tommaso d’Aquino di intellettualizzare le questioni emozionali e morali, mentre è più propria di Lachesis l’attenzione di Agostino per la rivelazione della grazia e della fede. È sulfurico il genio creativo di Mozart (fatte le debite proporzioni, oggi, di un Giovanni Allevi), che in Bach si unisce invece alla diligenza seria e pignola di Arsenicum.

È Sulphur la grande capacità di teorizzazione di Marx, l’analisi ricca di dati e la volontà, seppur inesperta, di trasformare la teoria in pratica. Sulfurico l’eclettismo e l’ostentata ricerca del piacere di Bertrand Russell. Sulfurico, se non mercuriale, l’ingegno di Hahnemann stesso.

La stanza di lavoro di un Sulphur è disordinata, la sua visione è di ampio respiro. Lascia cose in giro per casa, così come passa da un progetto ed un’idea ad un’altra.

Prevalentemente maschile, la verve sulfurica può essere riconosciuta anche nell’impresa intellettuale per esempio di Maria Montessori, la cui genialità pratica ed analitica, la mente visionaria e la profonda comprensione dei processi di apprendimento è stata recentemente ben interpretata da Paola Cortellesi.

Anche se in effetti il mal riposto orgoglio di Sulphur per la sua immediata facilità di comprendere tante cose diverse, potrebbe portarlo ad una sorta di disprezzo della educazione convenzionale e spingerlo verso l’immagine classica (di Hering) del filosofo straccione.

Finalmente il Sulphur anziano, non più sorretto dalla consueta energia, può mostrare la sua vena di saggezza, ma anche di ansiosa malinconia. Ottimismo ed abulia più che mai convivono nel Sulphur anziano.

Tom Sawyer

Schindler List