Perché alcuni si infettano e altri no? Sono solo sfortunati? O è il castigo di Dio per i loro peccati?
Per rispondere alla domanda arriva, senza mezzi termini, il grande microbiologo del novecento: Louis Pasteur (1822-1895), che dopo 48 anni di ricerca e di vita appassionata e rica di straordinarie innovazioni scientifiche, conclude dicendo:
IL TERRENO È TUTTO. IL MICROBIO E’ NIENTE.
Nel 1847, anno dell’inizio della carriera scientifica di Pasteur, Hahnemann, il fondatore dell’Omeopatia era già morto da quattro anni. E la Dottrina Omeopatica era già stata scoperta e sistematizzata nei dettagli. Tutta la dottrina e il metodo. Tutta la farmacologia, farmacoprassia e metodologia clinico-scientifica omeopatica. Rubricate tutte le condizioni cliniche per poter essere in grado di leggere, capire e rispondere a “ciò che accade” con ogni quadro di sofferenza, allo stesso tempo totale, individuale e sociale. Il primo Organon dell’Arte del Guarire era stato pubblicato già nel 1810 e già lì si parla con precisione del beneficio del vaccino e le condizioni per l’identificazione, elaborazione e uso del “rimedio” per vaccinare come terapeutico e come preventivo.
Cosa significa tutto questo?
Possiamo verificare come le conoscenze scientifiche raggiunte con approcci diversi coincidano, sull’analisi di uno stesso fenomeno, pur partendo da visioni e angolazioni diverse. In questo caso: la malattia in una sua manifestazione specifica come la malattia infettiva ed epidemica.
Le domande, di fronte alla forte affermazione di Pasteur sono immediate.
Come modificare il terreno di un essere umano in modo rapido ed efficace? Come si fa? Chi lo fa? È sufficiente ripristinare l’igiene di vita? E… se non c’è tempo?
La Medicina Scientifica Omeopatica, in questo dimostra la sua grandezza! Ha reso disponibile la risposta scientifica, riproducibile e chiaramente comprensibile. In una prassi efficace e dimostrabile! Come? Attraverso la pratica della sperimentazione pura sull’uomo sano, che innesca la grande rivoluzione delle risposte organizzate, alle immense incognite del mistero della malattia, della salute e della guarigione. Organizza un Logos medico, un Corpo di Dottrina Medica e stabilisce un metodo scientifico certo.
Perchè il SARS-COV-2 è così efficace?
Il SARS-COV-2 è un coronavirus, ormai tutti sappiamo che ce ne sono diversi, è uno dei tanti bioelementi esistenti in natura, che se fosse al suo posto non causerebbe alcun danno. È stato un avvenimento spontaneo o manipolato? Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stato “costretto” ad uscire, in “fuga da un laboratorio di ricerca”. Lasciare il proprio “spazio” è qualcosa che accade quando le condizioni del terreno vengono modificate, per svariati motivi. Ecco perché la sua manifestazione iniziale: essere ciò che è, diventa aggressiva per il destinatario, per colui con cui entra in contatto. Questi, essendo al di fuori delle sue condizioni naturali, del suo ecosistema, diventa capace di alterare la natura vivente del suo ospite. Ed è per questo che inquina tutto ciò che non appartiene al suo ambiente. I suoi sintomi, cioè le alterazioni che provoca col suo modo di essere, nelle funzioni di organismi ospiti, sono la somma dell’azione dell’ospite che lo riceve, e la sua stessa natura – che come tutto ciò che è vivo tende ad esprimersi… a dire chi è!
Niente di nuovo o misterioso che non possiamo comprendere con altri esempi. Lo stesso farebbe qualsiasi “droga” da noi assunta: caffè, tequila, o altro. Ma anche altri eccessi, come l’eccessiva esposizione al sole. Tutti questi, elementi vivi o attivi, sono in grado di esprimersi e causare alterazioni nel nostro modo di stare, respirare, camminare, dormire, evacuare, sentire e pensare… se vengono assunti in dosi che superano la resistenza del nostro organismo individuale.Tuttavia per agire, ciò che è vivo ha bisogno di un ricevitore adatto per potersi sviluppare. Necessita di condizioni fisiche e organiche che daranno come risultato ciò che chiamiamo sintomi e/o malattia. Gli elementi vivi hanno bisogno di un terreno a loro favorevole.
Cosa succede quando incontriamo un agente patogeno?
Avendo compreso questa premessa elementare, chiediamoci come un organismo umano risponde a un contagio con una noxa, agressione o un germe, che si tratti di virus, batteri o patogeni di qualsiasi natura. Anche se parliamo di uno spavento, una caduta, o un litigio violento, il meccanismo è molto simile. Il primo passo, dopo il contatto, è quello di subire l’infezione a seguito dell’invasione e dello sviluppo dell’effetto patogeno con la sua potenza e le sue specifiche caratteristiche. Così come quando si beve caffè. L’effetto primario ha alcune caratteristiche:
- emerge quando la persona è sensibile all’agente patogeno per la sua idiosincrasia o la sua predisposizione patologica.
- diventa inevitabilmente più manifesto a causa di dosi in eccesso o per la virulenza dell’agente. Non è lo stesso bere 1 tazza di caffè oppure 8 tazze.
- diventa evidente quando si supera il limite di resistenza e vulnerabilità della persona in contatto con la natura dell’agente patogeno. Per alcuni, basta una tazza di caffè per iniziare a modificare il funzionamento dell’organismo infetto, per altri almeno 5. Così con il Coronavirus.
- in ogni caso, con forza maggiore o minore, vi è la sottomissione alla natura della persona infetta che, per un certo periodo di tempo, a seconda della natura e della potenza dell’agente patogeno, la obbliga a subire gli effetti dell’agente. Ad esempio, quelli prodotti dalla caffeina contenuta dei nostri caffè.
- La durata di questo effetto primario è relativamente variabile, ma limitata. L’effetto diretto del caffè non dura più di 8 ore se la persona non è ipersensibile. Anche il Coronavirus ha un tempo di azione limitato. Oltre il limite, termina l’effetto primario del contagio. Cioè, nel caso di Coronavirus, anche con un tampone positivo, i primi sintomi dello stato catarrale comune invernale, quasi aspecifico, possono passare semplicemente lasciando la persona che lo ha subito “auto-immunizzata”.
È la naturale evoluzione di una malattia acuta come descritto nei libri medici: contagio, incubazione, crisi e lisi. Alla fine del quale, l’organismo sopravvive o perisce. Se vive, torna alla sua normalità. Se la malattia è stata così aggressiva tanto che l’individuo malato non è stato in grado di rispondere in modo vitale al contagio, può anche morire, pur trattandosi di una malattia acuta. Per esempio, così è stato per il Tifo, l’Antrace, la “Spagnola”, la Peste. ecc. e le epidemie moderne come AIDS e altre
E cosa succederà dopo? Perché alcuni muoiono e altri no?
Qui inizia un’importante considerazione sul terreno e sul come trattarlo. Nel nostro caso specifico, il terreno umano. Ricordiamo che l’uomo è un’entità sia psicofisica che anímica. La Medicina Omeopatica, in questo, ha la straordinaria capacità, di restituire e reintegrare la totalità di ogni individuo malato (in base alle possibilità del malato stesso), sia nel corpo che nella mente,
È una peculiarità importante quella della Medicina Omeopatica, non solo di armonizzare, ma anche di innescare il potenziale di tutte le risorse biologiche dell’essere umano, correggendone e risanandone il terreno e la struttura in modo dolce, veloce e permanente. Perché, questa, ha la facoltà dimostrata di aumentare la capacità di risposta dell’individuo in termini di forza, resistenza e qualità, tanto nella funzionalità quanto nel modo di pensare, sentire e vivere la propria vita. Per questo parliamo dell’enorme importanza della Scienza Medica Omeopatica, della comprensione dell’Omeopatia, delle sue scoperte rivoluzionarie e anticipatrici dalle quali scaturiscono soluzioni concrete. Tra queste, il rimedio vaccinale.
Una volta superato il primo contatto e concluso il suo effetto, possono accadere diverse cose, a seconda della natura della persona infetta. Sempre per tutti, con maggiore o minor violenza, avviene la contro-reazione. Cioè, si manifestano i sintomi contrari a quelli innescati dall’azione iniziale dell’agente contagiante. Al posto dell’eccitazione e l’iper-attività provocata dalla caffeina, subentrano stanchezza, intontimento e voglia di riposare. Questo è ciò che corrisponde frequentemente al periodo di convalescenza…
Ogni individuo risponde secondo le sue possibilità
- Se la persona è sana e forte, ma è stata comunque infettata perché ha bevuto 3 litri di caffè o l’agente è stato molto aggressivo, dopo aver subito il primo impatto, la sua Forza Vitale ripristina la sua salute. Una volta scomparsi i sintomi e contro-sintomi la convalescenza sarà completata.
- Se la persona è debole, gli effetti primari possono causare una reazione secondaria indesiderabile perché la persona non ha abbastanza forza vitale per correggere il danno iniziale. Supererà la sintomatologia con difficoltà, in più tempo di una persona forte, e a volte non si riprenderà completamente. Il periodo di convalescenza non si concluderà pienamente. Molte volte, a causa di tali malattie acute, si resta ammalati.
- Se la persona ha già condizioni di vita povere e deviate, cioè con poca capacità di reagire a causa di una malattia cronica o dell’età avanzata, la malattia acuta può agire come causa sufficiente ad innescare una gravità inaspettata. In parte legata all’aggressività della malattia acuta e si parla di complicazioni della malattia, come nel caso del morbillo, che scompare naturalmente dopo il momento della crisi o può complicarsi in alcuni casi, provocando anche la morte.
È facile comprendere che, se una malattia acuta colpisce una persona con un quadro cronico di infiltrazione polmonare o di insufficienza renale, cardiopatica o con cirrosi epatica… o ancora, una persona con depressione cronica, la reattività della totalità del suo organismo sarà solo parziale. La sua Forza Vitale, risponderà come potrà, e nei limiti di ciò che ha. Sappiamo tutti che una persona cardiopatica può morire anche solo per la paura della pandemia coronavirus e dei suoi rischi. Anche senza infettarsi col Coronavirus in quanto tale! Le notizie e le parole sono bastate!
Una Forza Vitale impoverita e degenerata è qualcosa di molto più profondo di un sistema immunitario debole, parola molto in voga di questi tempi. nell’attualità. Il sistema immunitario è un solo uno dei sistemi nella totalità dei sistemi compongono il nostro organismo. La Forza Vitale, è molto più del sistema immunitario. Questo ultimo semplicemente veicola.
Nei casi di malattie croniche, la Forza Vitale impoverita, quella forza per la vita, quella forza totale che proietta la vita del paziente verso il suo futuro fisico e morale, potrebbe non essere in grado di risolvere la malattia acuta e, a sua volta, la malattia acuta può mettere molto a dura prova le sue debilitate condizioni, al punto di impedire la possibilità di una risposta. Pertanto, come conseguenza, si possono instaurare gravi complicazioni anche fatali. Non necessariamente relative alla natura patologica dell’elemento che si diffonde, sia esso morbillo, caffè o coronavirus. Tali complicazioni sono l’inevitabile conseguenza dell’aggressione su terreni poveri, limitati e degenerati, aggressione che scatena difficoltà e conseguenze anche mortali.
Il terreno ereditario silente
C’è ancora una situazione importante da considerare. Il terreno ereditario patologico silente. Cioè, una predisposizione ereditaria patologica, quindi cronica, più o meno presente nella costituzione dell’individuo che non produce una malattia cronica conclamata. Quello stato per il quale, quando parliamo di un amico o di un familiare, diciamo che “è la sua natura”. Un aspetto del carattere: collerico, malinconico, biliare, flemmatico, ecc. con tutto ciò che comporta anche a livello fisico. Quello che la Medicina Omeopatica chiama condizione miasmatica ereditaria e che è decisiva nel modo di rispondere agli stimoli della vita, buoni e nocivi, e nella possibilità di guarigione. Cioè, il tema vero e corretto del cosiddetto terreno
Facciamo l’esempio di una persona che si ammala frequentemente di raffreddore e bronchiti prolungate, non gravi ma persistenti, e che si presentano più severe dopo aver preso freddo o per un cambio di temperatura. Diventa comprensibile che tale individuo ha un terreno fertile per l’annidamento di quei germi il cui potere patogeno è di tipo freddo/bronchiale, come fa l’attuale Coronavirus. In tal caso, che sia giovane o vecchio, la malattia acuta del Coronavirus innescherà facilmente un’acutizzazione del quadro cronico del paziente con una modalità più complicata. A seconda delle condizioni vitali del paziente, svilupperà un quadro più o meno complicato, grave o addirittura mortale. Sviluppando esiti ben peggiori del potere patogeno iniziale del Coronavirus.
Malattia e collettività.
“Io sono io e il mio ambiente” come diceva il grande filosofo spagnolo Ortega y Gasset. E per questo motivo, c’è un elemento che ha una forte e decisiva influenza sulla forma di risposta dell’organismo: IL PANICO.
Una cellula in laboratorio, come una persona nella vita, se spaventata e in preda al panico per un pericolo, si blocca. Tutta la cellula si paralizza. Fa la morta, come si suol dire. E può morire di panico se non muore per l’aggressione. Tutto il suo organismo collassa, psichicamente e fisicamente, non solo il suo Sistema Immunitario.
Ed ecco che ritorna a galla il problema del terreno e della predisposizione patologica ereditaria. Di fronte al pericolo, gli inibiti minimizzano tutte le loro manifestazioni ed espressioni, si nascondono senza cercare soluzioni. Gli esuberanti si allarmano, urlano, pensando che questo aiuti, e ingrandiscono il problema. Quelli più distruttivi, invece, sono capaci di buttarsi giù dalla finestra per salvarsi prima di vedere le possibili soluzioni.
Nell’attuale situazione di emergenza non si distinguono tutte queste cose. Stiamo vivendo un accumulo di paura che cresce, come una “palla di neve” che rotola, e infuria non solo per il sistema sanitario al collasso, ma si somma alla paura di tutto il resto, futuro compreso. La debolezza generale aumenta, il contagio aumenta, e anche se non grave, la risposta di persone isolate e abbandonate alla propria paura con il continuo stimolo di notizie letali diventa un germe epidemico ancora più grande del Coronavirus stesso.
Bene… di fronte a tutto questo. cosa fare? E quanto è importante l’omeopatia?
L’importanza della Scienza Medica Omeopatica si evidenzia per i seguenti motivi:
La scoperta della Legge della Guarigione a partire dalla Sperimentazione Pura sull’Uomo Sano. La legge nota con l’assioma: “similia similibus curentur”. Per la prima volta nella storia della medicina la certezza dell’efficacia terapeutica.
Cioè, la scoperta è la dimostrazione di qualcosa di fondamentale per sapere esattamente cosa si deve fare per curare. Attivare il rapporto obbligatorio e indispensabile tra la malattia e l’elemento terapeutico che innesca la Reazione Curativa Efficace, nella sua totalità a partire dalla propria Forza Vitale. Proprio come dice la saggezza popolare: “è guarito da solo, solo con le sue forze”.
Come si applica questa conoscenza in una situazione epidemica?
Attraverso il riconoscimento dei sintomi dell’epidemia, cioè di tutte le alterazioni di cui soffrono la maggior parte delle persone contagiate (i sintomi che hanno in comune, anche detto quadro epidemico). Una volta raccolti, tali sintomi conducono, al riconoscimento del rimedio più simile al quadro epidemico riscontrato. Questo rimedio, nella Scienza Medica Omeopatica viene denominato: genio epidemico. Esso rappresenta lo stimolo terapeutico che il corpo sta chiedendo, attraverso la serie di sintomi organizzati, il più simile possibile a ciò che l’organismo, nel suo squilibrio, necessita.
Questo rimedio omeopatico agisce in una modalità veloce, delicata e permanente. Innesca la reazione di guarigione utilizzando l’effetto secondario del potere farmacologico del rimedio. Quello che gli scienziati chiamano oggi “effetto rebounding” e che già Hahnemann aveva sottolineato nei paragrafi 63-64 del suo Organon dell’Arte e della Scienza di Curare.
Se le persone non sono infette, questo rimedio, dato in prevenzione, agisce come rimedio vaccinale, innesca gli anticorpi necessari e riordina la Forza vitale in modo così specifico che la persona risulta protetta. Qui, con l’omeopatia, è nata la scoperta del rimedio vaccinale preventivo. Se la persona è infetta e ha i sintomi del genio epidemico, il rimedio prescritto agisce non solo come rimedio vaccinale, ma come rimedio terapeutico. Se la persona ha superato la fase di contagio e produce sintomi di complicanza e di contro-reazione, il suo rimedio terapeutico sarà corrispondente al quadro sintomatologico, diverso dal quadro iniziale.
Applicandolo alla nostra epidemia di Coronavirus abbiamo quanto segue:
I Fase: sintomi di influenza comuni o raffreddore tipici di un rimedio come Gelsemium. O come Nux Vomica. Col passare del tempo e col contagio di massa, il quadro si è fatto più complicato.
II Fase: fase con sintomi dell’influenza, tali sintomi, per intensità, sono già più riconoscibili in Nux Vomica o in Eupatorium Perfoliatum. Nella
III Fase: se il quadro si sviluppa più pienamente, i sintomi reclamano un rimedio più profondo e con il potere curativo per le broncopolmoniti violente come Arsenicum Album, Posphorus Flavus o Sulphur.
Per l’anamnesi necessaria e per la ricerca della realtà di un quadro clinico completo, al medico omeopatico mancano informazioni chiare e accurate che potranno essere fornite dal paziente o dalla famiglia del paziente. Queste informazioni includono: il tipo di sudorazione, odori, sete o mancanza di essa, le ore in cui si manifesta la febbre, ecc… Se tali sintomi sono accompagnati o meno da brividi e da altri sintomi (dominanti, straordinari, peculiari e singolari) sintomi manifestati dal paziente nella sua totalità, compresi il cambio nel carattere e le alterazioni del sonno o del comportamento.
Per questo motivo è necessario che ogni paziente vada dal proprio medico omeopatico per poter identificare, nelle fasi più complicate dell’evoluzione dei sintomi, il rimedio personale che ciascuno deve assumere, una volta che si sia ammalato nella causa dell’epidemia, magari con la complicazione della sua patologia personale, come abbiamo già chiarito.
Cioè, il quadro del genio epidemico, come si riferiscono le informazioni ufficiali è molto aspecifico per stabilire la similitudine personale, ma possiamo dire che è sufficiente per la prescrizione di un rimedio vaccinale preventivo, secondo la fase. Questo rimedio sufficientemente simile alle esigenze dimostrate dal corpo attraverso i sintomi creerà una reazione immunitaria positiva, aumentando la resistenza della Forza Vitale del paziente e attiverà automaticamente il suo Sistema Immunitario Personale in modo più efficace di qualsiasi farmaco dato a caso, anche se prescritto con tutta la buona volontà.
È una legge universale quella che governa e dirige. Quella che si realizza.
Senza dubbio dobbiamo lodare l’estrema disposizione di tutti e la buona volontà, per risolvere la situazione e cercare di guarire. E se è vero che l’Amore può tutto… e certamente favorirà la risposta dei pazienti, è anche vero che la prescrizione deve essere fatta secondo la Legge di Guarigione, cosa più complicata. La realtà è che la sola buona volontà applicata in modo aspecifico non basta per guarire efficacemente, come dimostrato.
Alcuni governi come l’India, che ha una lunga e grande esperienza di medici omeopati classici, e di interventi sulle masse hanno reso noto che, secondo loro, il rimedio vaccinale, il genio epidemico riconosciuto è principalmente Arsenicum Album.
Detto questo, possiamo prendere per buona questa affermazione e assumerlo preventivamente – dal momento che possiamo riconoscere che il quadro di Arsenicum è all’interno della tabella presentata dei sintomi del Covid-19.
Cioè, data la fase della pandemia che si è scatenata, a questo punto, è possibile utilizzare:
ARSENICUM ALBUM 30ch 3 gr mattina e sera, x 3 giorni e fermarsi. Pazienti, familiari e amici. Mi ASSUMO LA RESPONSABILITA’ DI QUESTO CONSIGLIO E PRESCRIZIONE. Fino ad oggi ha avuto successo. Nessuno dei miei pazienti, amici o familiari è stato infettato, essendo a rischio. E chi ha un quadro sospetto, è guarito con il suo rimedio.
AZIONE SUCCESSIVA. Ogni paziente o persona che vuole essere trattata in modo più profondo e specifico deve contattare il proprio medico omeopatico di fiducia.
Un cordiale e affettuoso saluto a tutti.
Al momento penso che sia sufficiente per comprendere un pochino meglio la situazione e sapere che esiste la via della soluzione, prima, durante e dopo il contagio o qualunque sua evoluzione.
2 commenti
Maria
Salve vorrei sapere se c è un bravo omeopata a Bologna a cui rivolgermi .grazie
Giuseppe
A Bologna ci sono, per fortuna, diversi bravi omeopati. Qualche nome: dott. Giorgio Carta, dott. Ennio Masciello, dott.ssa Giovanna Gallerani(pediatra) e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
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