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27 Gennaio, 2020

I fertilizzanti sono il passato, l’Agro-Omeopatia è il futuro

RedazioneRedazione
Nel mondo si moltiplicano le esperienze di successo in questo settore, che coniuga tutela dell'Ambiente e cura dei raccolti, regalandoci rosee prospettive per il futuro

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Nell’autunno 2018 una sentenza storica rivoluziona per sempre l’approccio dell’Uomo all’agricoltura: Monsanto, la più grande multinazionale al mondo nel campo delle bio-tecnologie agrarie, un colosso da 15 miliardi di euro, viene condannata da un tribunale di San Francisco a versare un risarcimento da 78 milioni di dollari. L’accusa: Roundup, un diserbante di sua produzione, ha provocato il cancro in un agricoltore americano, Dewayne Johnson. 78 milioni sono meno di una puntura d’insetto per Monsanto, ma il danno arrecatole da questa pronuncia va ben oltre la sanzione economica, creando una crepa profonda nella credibilità dell’azienda, e dando il via a una rivisitazione generale del rapporto tra l’Uomo e l’agricoltura, e più in generale tra l’Uomo e la Natura.

Oggi l’interesse delle persone verso forme agricole alternative ed eco-sostenibili è molto aumentato, anche grazie a quella sentenza. Ovunque in italia e all’estero proliferano esperienze di coltivazioni green, biologiche, bio-dinamiche, sull’onda di una nuova, meravigliosa attenzione alle tematiche di tutela dell’equilibrio naturale del Pianeta, devastato da anni di sconsiderato sfruttamento predatorio. Nella vasta galassia di questi nuovi approcci, uno in particolare ha saputo dimostrare la sua efficacia, combinando i due obiettivi di salvaguardia dell’Ambiente e cura delle piantagioni: si tratta dell’Agro-Omeopatia. Un nuovo, prolifico filone di ricerca e sperimentazione che promette di rivoluzionare le colture, liberandoci dalla dipendenza da pesticidi e fertilizzanti e garantendoci raccolti sani e abbondanti.

I fratelli Rosolino e Benedetto Palazzolo nelle loro piantagioni in Sicilia

Tra le tante esperienze di successo nel mondo dell’Agro-Omeopatia, quella siciliana dei fratelli Palazzolo può essere emblematica. Come molte storie a lieto fine, parte da un momento di crisi, quella della vendita di agrumi siciliani: l’azienda ereditata dal padre lavorava proprio in quel settore, così Rosolino e Benedetto decidono di cambiare produzione e orientarsi verso frutta esotica e caffè. Prodotti in forte boom, certo, ma non abituali nella Regione oltre lo Stretto. i Palazzolo, però non si sono fatti scoraggiare. Hanno deciso di osare, sperimentando l’approccio agro-omeopatico, grazie alla consulenza tecnica di un agronomo che nel settore si è fatto un nome importante: si tratta del dottor Francesco Di Lorenzo, attualmente coordinatore di un progetto dell’ECH (European Commitee for Homeopathy) sull’Agro-Omeopatia. I risultati non sono tardati: il primo è stato debellare con successo un’infestazione da ragnetto rosso dalle papaye. Poi, l’anno successivo, ancora ottimi risultati nella produzione delle fragole, cresciute di più e per un periodo più lungo rispetto alle coltivazioni tradizionali.

Di Lorenzo, però, ci tiene a mettere in guardia chiunque sia interessato riguardo alle competenze necessarie per una buona riuscita di questo tipo di colture. Non è infatti possibile, come ovvio, trasporre l’esperienza omeopatica semplicemente dall’Uomo alla Pianta. Perché tutto fili per il verso giusto è indispensabile che l’Agro-Omeopatia vada accoppiata ad adeguate tecniche agronomiche, che vengano sviluppate lavorazioni del suolo e dei vegetali ad hoc curate da persone specializzate nel settore. Nel mondo della Ricerca la letteratura in merito diviene di giorno in giorno più copiosa ed esaustiva, offrendo ottime prospettive di un futuro in cui questo settore possa trovare sempre maggiore spazio.

 

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