L’Omeopatia funziona? Secondo i farmacisti decisamente sì. La qualità e l’assenza di effetti collaterali, insieme alla naturalità e all’efficacia dei prodotti, portano all‘84,5% dei casi la raccomandazione di questi farmaci per prevenire le patologie più comuni. Questo emerge dal campione statistico analizzato dalla Professoressa di Statistica Economica Silvia Figini dell’Università degli Studi di Pavia e da Alfredo Sassi, CEO di H-Ventures e Professore a Contratto di Big Data e Modelli Computazionali per il Marketing presso la stessa università. Sono gli autori dello studio “L’Omeopatia in Italia: Analisi del settore omeopatico prima, durante e dopo la pandemia nelle farmacie italiane”, presentato presso l’Aula Foscolo dell’Università degli Studi di Pavia insieme a Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le aziende del settore in Italia, alla presenza della Fondazione Guido Muralti.
Omeopatia amata da 8 farmacisti su 10
Giovanni Gorga, Presidente di Omeoimprese, ringrazia “i professori Figini e Sassi per questo lavoro che evidenzia le tendenze di mercato e ci aiuta a comprendere quali interventi sono prioritari per le nostre aziende nel contesto normativo nazionale. Un ringraziamento va anche a Federfarma e alle decine di migliaia di associati che trovano nelle medicine complementari un valido supporto terapeutico per i loro clienti”. La Presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, conferma questo legame: “L’omeopatia rappresenta un settore importante per le farmacie, che seguono con interesse la sua evoluzione e si impegnano a fornire informazioni corrette ai pazienti, consigliandoli e assistendoli nel trovare la soluzione più adatta ai loro problemi di salute”.
Prodotti omeopatici in crescita dopo il Covid
Secondo la ricerca, durante il periodo pandemico, mentre le farmacie italiane hanno registrato una diminuzione sia dei volumi di vendita che dei fatturati complessivi, il mercato dell’Omeopatia ha subito un contenuto calo in termini di unità e valori, mentre il 2021 è stato un anno di sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente, soprattutto nei grandi centri urbani del Centro e del Nord Italia. Ma non solo: il 56% del campione intervistato ha dichiarato che durante la pandemia ha ricevuto un numero di richieste di prodotti omeopatici da parte dei clienti pari, se non superiore, al periodo pre-Covid.
I farmacisti hanno fiducia nelle medicine naturali: il 76,5% ha dichiarato di aver consigliato i prodotti omeopatici come prima scelta durante la pandemia. E sembra che questa tendenza non sia destinata a cambiare: il 91,5% afferma che anche nel periodo post-Covid continuerà a proporre farmaci omeopatici ai propri clienti.
Hahnemann e l’Omeopatia come tecnica farmaceutica
Anche Paolo Vintani, membro del direttivo della Fondazione Guido Muralti, conferma tutto ciò: “Hahnemann ha sviluppato i principi dell’Omeopatia nella farmacia di suo suocero. Ma non dobbiamo dimenticare che l’Omeopatia non riguarda solo la clinica e l’anamnesi, ma anche la tecnica farmaceutica, e chi può capirlo meglio se non il farmacista? Inoltre, essa è sempre stata uno strumento per conoscere il proprio cliente, diventando un alleato essenziale per il recupero professionale della categoria”.
Molti farmacisti preferiscono Omeopatia ad Allopatia
Tornando alla ricerca, lo studio evidenzia come i farmaci complementari vengano utilizzati per la prevenzione e la cura. Il 61,5% dei farmacisti intervistati addirittura preferisce l’omeopatia all’allopatia per alcune patologie che permettono questa scelta. Il 95,5% delle farmacie ha clienti che utilizzano prodotti omeopatici per bambini in età pediatrica. Chi utilizza farmaci naturali lo fa per se stesso e per la propria famiglia. Affinché i medicinali omeopatici vengano consigliati con efficacia, è necessaria una formazione specifica: i farmacisti richiedono più corsi di aggiornamento, soprattutto ora che la fase acuta della pandemia sembra superata e c’è meno pressione sulle farmacie.
La mancanza di indicazioni terapeutiche sulle confezioni
“È un caso tipicamente italiano”, conclude Giovanni Gorga “la mancanza di indicazioni terapeutiche sulle confezioni. Si tratta di un’anomalia legislativa a cui stiamo cercando di porre rimedio attraverso il dialogo tra il settore e le istituzioni sanitarie. L’Omeopatia è una disciplina medica regolamentata da leggi statali che si basano su direttive europee, pienamente adottate in altri paesi, con Francia e Germania in testa. In Italia, invece, il quadro normativo è molto restrittivo, a differenza di altri paesi. Da un lato, i farmaci omeopatici sono equiparati a quelli allopatici dal punto di vista normativo secondo l’AIFA, ma dall’altro c’è la grande contraddizione dell’assenza di indicazioni terapeutiche o almeno di ambiti di applicazione da poter citare sulle confezioni”.
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