In occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi del 29 ottobre pubblichiamo questo articolo del dott. Stelio Mazziotti di Celso che ci consente di allargare lo sguardo oltre la semplice definizione nosologica della “malattia psoriasi”.
La psoriasi, come altre malattie, è curabile in Omeopatia secondo la specificità della persona che ne è malata, secondo le modalità, secondo la concomitanza di altri sintomi.
Il fatto d’altronde che Hahnemann abbia indicato nella psora (e lui pensava in particolare alle reazioni tipiche della patologia da scabbia) il miasma principale, la primitiva predisposizione ad ammalare che tutti abbiamo, consente qualche riflessione omeopatica sulla psoriasi in generale. E cioè in primo luogo l’analogia tra la natura della patologia psoriasica di iperproliferazione e ricrescita oltremodo veloce delle cellule dell’epidermide e del derma, con l’atteggiamento caratteristico del miasma psorico che è di minus, ipoadattamento alla realtà esterna compensato e comunque correlato ad una iperreattività mentale ed ipersensibilità.
La Psora, come la psoriasi, si situa in quel fragile equilibrio tra la guarigione o almeno la remissione dei sintomi da una parte, e dall’altra parte l’accumulo irrisolto delle reazioni fino all’aggravamento in forme come l’artrite psoriasica.
La Psora è caratterizzata da una sintomatologia essenzialmente centrifuga, esonerativa, denotata dagli sforzi eliminatori degli emuntori (pelle, mucose, organi escretori) nonché da denotabili comportamenti adattativi di fronte ad un pericolo esterno: fuga, difesa, ansia, insicurezza, timidezza. Per quel che riguarda gli emuntori, un loro blocco ed in particolare un sovraccarico del fegato determina un accumulo di tossine e la pelle viene in supporto per cercare di eliminarle. C’è una possibile correlazione con la sindrome metabolica e con uno stato infiammatorio cronico.
Il termine ‘psora’ dovrebbe derivare dall’ebraico tsorat, che significa difetto o mancanza. Il suo sintomo principale è quella amplissima rubrica del Repertorio omeopatico che va sotto il nome di itching, termine che significa prurito, ma anche smania, voglia, brama, desiderio. C’è chi ci ha voluto leggere un’immagine del peccato originale, o i buddisti la chiamerebbero l’illusione che porta al desiderio, alla brama come principio di un modo insano di vivere. Lo psorico è veloce nell’ideazione, nel pensare e nello scrivere (nella crescita dei cheratinociti), ma lento nel parlare e nell’azione, bloccato nelle sue insoddisfazioni, ansie, paure. Quando il suo principale sintomo, che è l’eruzione esterna, sia stato soppresso, essa produce un’innumerevole quantità di malattie croniche secondarie.
Hahnemann nel suo Trattato sulle malattie croniche distingue una psora primaria, il primitivo stato infiammatorio accompagnato da una manifestazione cutanea; la sua soppressione determina uno stato comune di psora latente, con apparente buona salute ma con una serie di sintomi più o meno lievi riconoscibili ed una predisposizione alla slatentizzazione. Che può essere indotta da stress, traumi, stili di vita errati, cause iatrogene. Si manifestano allora sintomi più gravi, cronici, degenerativi e progressivi.
Ne deriva evidentemente un invito chiaro, semplice ed utile a valutare sempre l’evoluzione dinamica di una malattia, a comprenderne l’eziologia e la sua tendenza a persistere modificandosi, ai fini di individuare una corretta e profonda via di guarigione.