Vorrei proporre qualche breve riflessione sul rapporto tra malattia e salute. Due opposti, di cui è bene considerare l’unità: l’unità del loro conflitto e della loro armonia.
Malattie acute e malattie croniche
Non mi riferisco tanto alle malattie acute, che provengono dall’esterno, subentrano bruscamente ma tendono a estinguersi per loro stessa natura: con la guarigione e purtroppo qualche rara volta con la morte. Mi riferisco a quella malattia che è un nostro adattamento ad una situazione di stress, che si insedia come formazione reattiva e che tende a perdurare e a riattivarsi come nostra risorsa in ogni nuova situazione di stress. Finisce per diventare una parte del nostro carattere, quell’armatura dietro cui ci nascondiamo e a cui ci affidiamo per non rispondere a ciò di cui veramente avremmo bisogno. La corrispondenza tra sintomi mentali e fisici nella Materia medica dei rimedi omeopatici ci mostra la predisposizione di ciascun carattere ad ammalarsi secondo una certa modalità.
Malattia come equilibrio regressivo
Se la salute è omeostasi, la malattia più ancora che uno squilibrio è un equilibrio regressivo. E siamo noi a sceglierla come una zona di conforto ma anche di difficoltà e rinuncia a rispondere ai nostri più profondi desideri, alle aspettative di una vita migliore e più autentica. Buddha: “Ogni essere umano è autore della propria salute o malattia”.
La malattia è il segnale che ci stiamo allontanando dalla nostra natura, ma è un segnale che la natura stessa ci invia affinché le portiamo rispetto e riconsideriamo la sua Forza guaritrice (vis medicatrix).
Perciò, la malattia essendo comunque una risorsa in certi momenti per evitare il peggio (una malattia ne evita altre simili più gravi, quelle dissimili si cumulano), non va eliminata ma gradualmente sostituita da un nuovo equilibrio che ci rimetta in movimento verso le nostre più alte esigenze, verso il nostro vero essere. L’Omeopatia lo sa bene: sostituisce alla reale malattia una malattia simile ma energicamente in grado di sopravanzarla e renderla non più utile alla Forza vitale. La Forza vitale sarà così messa in condizione di liberarsi di quello stato di equilibrio divenuto patologico, di averne consapevolezza e di riorientarsi verso più alti livelli di energia.
Teoria dei miasmi: equilibrio evolutivo
In parte Hahnemann stesso sembra invero ragionare dal punto di vista di una concezione dicotomica tra salute e malattia, la guarigione venendo intesa come un ritorno ad uno stato anteriore: togliere la totalità dei sintomi, il male, per ripristinare lo stato di salute. Ma che si tratti in realtà di un equilibrio evolutivo, lo si capisce dalla sua teoria dei miasmi.
Il sintomo è un nostro alleato, ci informa che qualcosa non va, che qualcosa ci manca. La malattia toglie gradi di libertà al corpo, toglie consapevolezza alle nostre emozioni, toglie creatività alla nostra vita intellettuale e spirituale. Ma è anche il segnale che stiamo sbagliando direzione, che dobbiamo riorientarci, che dobbiamo riavvicinarci a noi stessi. La direzione della malattia è centripeta, quella della guarigione è centrifuga: ma la salute passa per il miglior equilibrio tra queste due forze. E comincia dalla consapevolezza di essersi adagiati su una falsa percezione del mondo, la quale innanzitutto va modificata e rivolta alla verità.
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