Un libro che parla della bellezza come capacità di salvare.
Di salvare da cosa? L’autore non ha dubbi «da un ben preciso tipo di sventure materiali: le sventure ecologiche dell’ambiente in cui viviamo e quelle dell’organismo umano». Una questione, dunque, di equilibrio.
Il saggio di Aldo Cichetti “Ripensare la bellezza. Oltre Bateson“ è un testo da non perdere: ogni pagina, ci fa entrare in un mirabile laboratorio delle idee, dove biologia, ecologia, zoologia, medicina, ambiente e psicologia, vengono tessute insieme per ottenere una trama che consente una lettura sistemica della realtà.
Il volume afferma che la conoscenza più adatta a gestire le ecologie mediche e ambientali non è l’attuale conoscenza scientifica, matematizzata, ma la conoscenza umanistica che oggi ancora si tende ad escludere da ogni intervento sul mondo naturale o sul corpo umano, con una perdita di senso e di efficacia sotto gli occhi di tutti.
Questo è il punto nevralgico, che mette in discussione la teoria della conoscenza imperante, che non deve essere solo quella scientifica, ma una conoscenza non matematizzata, cioè umanistica. Una conoscenza ecologicamente saggia per gestirne il moto; una conoscenza che non è quella puramente razionale, ma è quella estetica – legata all’arte, alla bellezza, al sacro – in grado di cogliere “ampie porzioni” dei circuiti complessi del più vasto sistema interattivo.
Il sistema, per Bateson, è uomo-e-ambiente; introducendo la nozione di controllo si traccerebbe un confine tra i due e si ottiene una contrapposizione tra uomo e ambiente.
La radice di molti problemi sta nella tendenza di ricercare soluzioni a breve termine per alleviare i sintomi, col rischio di «curare il sintomo in modo da rendere il mondo confortevole»; la malattia è la soluzione che il malato ha trovato a un determinato problema esistenziale. I medici si concentrano sui sintomi specifici e identificabili e quando scoprono una cura cessano le loro ricerche.
Per Cichetti «nessuno ha voluto scatenare la crisi ecologica, come nessuno somministra un farmaco per avere un effetto collaterale: eppure, ci si trova a fronteggiare la più grave minaccia di tutti i tempi per la sopravvivenza della specie umana, e scopriamo che gli effetti indesiderati delle terapie mediche sono tra le prime cause di morte nell’Occidente ricco e progredito».
L’autore poi indica alcune ecologie e medicine umanistiche che sono già in grado di ricoprire questo ruolo salvifico e tra esse colloca la Medicina omeopatica.
Aldo Cichetti è laureato in medicina e in filosofia, è specializzato in psichiatria e si interessa da molti anni di medicine non convenzionali e di temi ambientali. Vive e lavora a Roma, dove svolge la professione di medico omeopata e psicoterapeuta. Collabora con il nostro blog Generiamo Salute.
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