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4 Maggio, 2023

C’è una differenza sostanziale tra curare e guarire

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Si va dal medico per avere una cura, la guarigione è del paziente, mai del medico. E la guarigione necessita di tempo e di cambiamento. Ma soprattutto di tempo. Altrimenti non si parla né di cura né di guarigione ma di soppressione di sintomi. Ed i sintomi soppressi aggravano la malattia.

La guarigione non è un processo di soppressione ma di “riparazione”. Non si elimina il sintomo ma si avvia un processo che porterà l’organismo ad un nuovo equilibrio, funzionale alla vita. È, in fondo, la differenza sostanziale tra l’essere e l’apparire. Tutto sta a capire se si vuole guarire o far vedere di essere sani. Se voglio star bene o non sentire più i campanelli che il mio corpo sta suonando per avvertirmi che qualcosa non va.

Oggi, triste a dirsi, non si chiede al medico una cura per guarire, si chiede una pillolina che non mi faccia sentire più quel campanellino. Che mi faccia credere che, passato il sintomo, io possa finalmente tornare come prima, perché non c’è nulla che non vada. E non fa nulla se dopo la prima pillolina ne debba prendere una seconda, una terza, una quarta… l’importante è non sentire i messaggi che il corpo sta provando a mandarmi, non sentire che qualcosa non va, non essere nella condizione di dovermi mettere in discussione ed affrontare i problemi che sono alla base di quel sintomo. Come metto filtri sulle foto che pubblico sui social, così ingurgito pillole per illudermi di stare bene.

E così, piano piano ma in modo costante, anestetizzo il mio corpo fino a scotomizzare parti intere dello stesso. Fino a non sentire più nulla, né col corpo né col cuore. Se non un vuoto, un buco nero che si fa sempre più grande e che fatico sempre di più a riempire, perché si arriva ad un momento in cui le pillole non bastano più. E la malattia avanza. Come il Nulla che distrugge Fantasia nella storia infinita. Perché arriva per tutti il momento in cui apriamo la cantina e vediamo, come Dorian Gray, il nostro ritratto, quello vero e non quello coi filtri.

E allora, da medico e non da prescrittore, dico: impariamo ad ascoltarli, quei sintomi e non ad averne paura. Perché è solo grazie a loro che il medico vero potrà curarci e noi potremo guarire. Sono la nostra salvezza e non certo la nostra condanna.

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