Il mercato alimentare sta vivendo una vera e propria invasione proteica con un nuovo fronte che si apre nel settore dei dessert. L’ascesa dei dolci proteici risponde alla crescente domanda di consumatori desiderosi di incrementare l’apporto proteico nella propria dieta, riducendo al contempo l’assunzione di zuccheri aggiunti. Questa tendenza si manifesta in una vasta gamma di prodotti, tra cui yogurt arricchiti di proteine, tè in stile asiatico con aggiunta di latte proteico in polvere, budini, biscotti, barrette e creme spalmabili ad alto contenuto proteico.
I grandi marchi alimentari, fiutando il potenziale business, stanno già orientando la loro produzione verso questi dessert proteici. Alcuni prodotti sono già presenti sugli scaffali dei supermercati e la caratteristica comune a tutti questi alimenti, siano essi gelati, yogurt o snack, è l’accattivante dicitura “alto contenuto proteico”. Le proteine aggiunte a questi dessert possono derivare da diverse fonti, come le proteine del siero di latte, proteine vegetali da piselli o soia, proteine della caseina o altre fonti proteiche. Questi dessert sono spesso formulati per contenere meno zuccheri, conferendo un’aura di salubrità anche a prodotti tradizionalmente considerati poco salutari come torte e biscotti.
Gli sportivi in particolare sembrano aver abbracciato con entusiasmo un nuovo approccio alimentare che privilegia l’alto contenuto proteico e la riduzione degli zuccheri. Questa tendenza ha portato alla diffusione di pratiche come la preparazione di frullati proteici, visti come un compromesso ideale tra golosità e benessere. Molti consumatori si concedono questi dessert con la convinzione di star facendo una scelta nutrizionale vantaggiosa, bilanciando il piacere del palato con presunte virtù salutistiche.
È importante notare, tuttavia, che mentre gli atleti professionisti sono generalmente seguiti da nutrizionisti e dietologi specializzati, gli sportivi amatoriali spesso adottano queste abitudini alimentari senza una guida esperta, basandosi su informazioni non sempre accurate o adatte alle loro specifiche esigenze. Questa tendenza solleva legittimi interrogativi non solo sull’effettiva utilità di tali prodotti nella dieta quotidiana, ma anche sulla reale comprensione da parte dei consumatori delle proprie esigenze nutrizionali. Ci si chiede se questa proliferazione di alimenti “fortificati” stia effettivamente contribuendo a una dieta più equilibrata o se, invece, stia creando confusione e potenziali squilibri nutrizionali.
L’allontanamento dalla dieta mediterranea
L’ossessione per le proteine sembra basarsi su una premessa errata: l’idea che un elevato consumo proteico sia la chiave per perdere peso. Tuttavia, questa convinzione non trova riscontro nella realtà. Molte persone che hanno sperimentato diete iperproteiche hanno constatato che, dopo un iniziale calo di peso, il corpo si adatta al nuovo regime alimentare, vanificando ulteriori risultati in termini di dimagrimento. L’origine di questa tendenza può essere ricondotta alla popolarità delle diete chetogeniche, che però sono protocolli dietetici ben definiti e personalizzati, non semplicemente basati su un alto apporto proteico.
È fondamentale sottolineare che tali regimi dovrebbero essere elaborati e monitorati da un nutrizionista professionista, e non possono essere replicati semplicemente consumando prodotti etichettati come “high protein”. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli studi scientifici dimostrano che la popolazione italiana non soffre di carenze proteiche. Al contrario, la dieta media italiana tende ad essere eccessivamente ricca di proteine, soprattutto a causa di un consumo elevato di alimenti di origine animale come carne e formaggi. Questo allontanamento dal modello tradizionale della dieta mediterranea si osserva non solo negli adulti, ma anche nei bambini. L’attuale fissazione per i prodotti ad alto contenuto proteico potrebbe portare a uno squilibrio nella dieta piuttosto che ai benefici sperati.
II giusto equilibrio tra proteine e carboidrati
L’idea che chi pratica sport necessiti di un maggiore apporto proteico è diffusa, ma spesso si trascura l’importanza dei carboidrati come fonte primaria di energia. In realtà, anche per chi frequenta regolarmente la palestra, una dieta iperproteica non è necessaria. L’aumento della massa muscolare non dipende semplicemente da un eccesso di proteine, ma richiede un’alimentazione bilanciata e personalizzata, che tenga conto del tipo di attività fisica svolta e delle esigenze individuali. Gli atleti agonistici, infatti, sono ben consapevoli dell’importanza di una dieta equilibrata che includa un’adeguata quantità di carboidrati per garantire l’energia necessaria alle loro prestazioni.
Un consumo eccessivo e prolungato di proteine può avere effetti negativi sulla salute, in particolare affaticando reni e fegato. Inoltre, molti alimenti “high protein” sono spesso ultraprocessati e contengono numerosi additivi. Le ricerche scientifiche hanno evidenziato come il consumo frequente di questo tipo di alimenti ultraprocessati sia correlato a un aumento del rischio di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari. Mentre concedersi occasionalmente un dessert proteico può non essere problematico, l’abitudine di consumare quotidianamente numerosi alimenti arricchiti di proteine potrebbe avere conseguenze negative sulla salute a lungo termine.
Per quanto riguarda il fabbisogno proteico giornaliero, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per un adulto un apporto di circa 0,9 grammi di proteine per ogni chilogrammo di peso corporeo. Ad esempio, per una persona di 60 kg, il fabbisogno quotidiano sarebbe di 54 grammi di proteine. Questa quantità è facilmente raggiungibile attraverso una dieta varia e bilanciata che includa, ad esempio, una porzione di yogurt o latte, pasta o riso integrale, pesce o carne, legumi e frutta secca. Questa composizione alimentare rende superfluo il ricorso a cibi industriali iperproteici, dimostrando che una dieta equilibrata e naturale è sufficiente per soddisfare le nostre esigenze proteiche quotidiane.
L’ossessione per gli alimenti “high protein” ci allontana dalle nostre radici alimentari, ben rappresentate dalla dieta mediterranea. Forse è giunto il momento di chiederci: stiamo davvero nutrendo il nostro corpo, o stiamo solo alimentando un’illusione? Sembra che nella corsa a “sviluppare i muscoli”, abbiamo dimenticato di nutrire adeguatamente non solo il corpo ma soprattutto “il cervello”, forse il più importante da allenare. La vera sfida non è aggiungere più proteine al piatto, ma ritrovare la saggezza di un’alimentazione varia, moderata e naturale. In fondo, il segreto della salute non è in una barretta proteica, ma nel ritorno a quella semplicità alimentare che abbiamo frettolosamente abbandonato, in nome di un rapido snack confezionato in un packaging accattivante che fa purtroppo promesse che non può mantenere.