Un’antica devozione popolare, vuole il mese di maggio dedicato alla madre e alla Madonna, Maria, colei che ebbe il privilegio di diventare la Madre di Gesù.
Queste ragioni affondano le loro radici in tradizioni precristiane, come il culto pagano di antiche divinità greche e romane preposte alla fertilità, alla fecondità e al ritorno alla vita.
I romani adoravano Maia, madre di Ermes, una delle Pleiadi, dea del risveglio della natura in primavera. Dal suo nome deriva la parola Maggio.
Ricordiamo anche Persefone, unica figlia di Zeus e Demetra, conosciuta come Proserpina dai Romani, che a causa dell’inganno di Ade, signore degli Inferi, poteva far ritorno sulla Terra solo dopo il freddo e buio inverno, e con lei tornava la primavera, con il suo calore, i suoi colori e i suoi fiori rigogliosi.
Dunque Maggio è un mese legato alla simbologia della rinascita, del ciclo della vita, dell’Amore e della Bellezza.
È il mese dei fiori, il mese che, dopo la Pasqua, segna il risveglio della natura dopo i lunghi freddi dell’inverno.
Maria è simbolo del primo fiore della nuova creazione nata dopo la Risurrezione di Cristo, il più bel fiore del creato, l’unico preservato fin dal principio. Il fiore del cuore.
La stessa preghiera mariana per eccellenza, il Rosario, prende il proprio nome dal fiore caratteristico del mese di maggio, la rosa.
La parola “rosario” deriva dall’usanza medioevale di mettere una corona di rose sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle preghiere “belle” e “profumate” rivolte a Maria.
Da qui l’idea di utilizzare una collana di grani (la corona) per guidare la meditazione.
Esistono anche altre interpretazioni.
Nell’ordine della Rosacroce, il simbolo della rosa al centro della croce, si riferisce all’evoluzione spirituale dell’uomo come la Rosa che si apre lentamente alla luce.
La rosa è sempre stata usata come pianta medicinale a partire dalla Cina antica, ma anche in Persia, Grecia e a Roma. Questo è rimasto tale fino ad oggi.
Come molti altri fiori, vanta proprietà terapeutiche. Per tale motivo, nell’Europa medievale si coltivavano come piante officinali. Già gli antichi Romani avevano scoperto che la rosa era un valido aiuto contro il mal di denti. E grazie ai legionari, si diffusero oltralpe, fin nelle regioni nordiche.
La famiglia delle Rosacee comprende tante specie famose dal punto di vista erboristico e cosmetico, tra cui Rosa Canina, Rosa gallica, Rosa centifolia, Rosa Mosqueta, Rosa Damascena.
Da sempre sono associate all’allegria. Infatti, i petali di rosa, insieme ai fiori di borragine, venivano fatti macerare nel vino. A fine giornata, si beveva per lenire la stanchezza e migliorare l’umore.
Secondo quanto riportato sull’Iranian Journal of Basic Medical Sciences, i petali della rosa, varietà Damascena, svolgono un effetto ipnotico-simile. Le rose sembrano avere un effetto affine al diazepam, un farmaco usato per ridurre la tensione muscolare e l’ansia. I flavonoidi in essi contenuti, stimolando il rilassamento e il sonno profondo.
I petali di rosa inoltre sono un ottimo protettivo del fegato. In più, il suo infuso è un noto afrodisiaco, sia nell’uomo che nella donna.
La pianta più utilizzata nella medicina olistica è la Rosa Canina.
Arbusto spinoso, diffuso ai bordi di boschi, nelle siepi e sui dirupi sassosi, è l’antenata di tutte le rose.
L’arbusto vigoroso di rosa canina, ha fiori solitari, semplici, con un cuore intensamente dorato, simbolo dell’intelligenza racchiusa nella materia organizzata, ovvero nell’anima umana. Le robuste spine dei suoi rami indicano la capacità di lottare che sta alla base della capacità di fiorire, in senso figurato e letterale.
Rappresenta la delicatezza, il silenzio, la riservatezza, la gioia di vivere ma anche la “protezione”, come quella di una vera madre.
Si utilizzano le bacche per estratti secchi e tinture madri oppure le gemme nei gemmoderivati o fitoembrioestratti.
Ha proprietà immunostimolanti, depurative, diuretiche (ma non affatica i reni), tonificanti dei vasi sanguigni, in particolare dei capillari, ipocolesterolemizzanti (riduce il colesterolo cattivo LDL), antiossidanti. Particolarmente utilie nelle carenze di vitamina C e nell’assimilazione di ferro.
Possiede proprietà antinfiammatorie, soprattutto in caso di problematiche a livello del sistema respiratorio, come tosse e raffreddore, ma anche in faringiti e tonsilliti. Di aiuto in presenza di asma e contro forme allergiche, sia in modo preventivo sia curativo.
Nella terapia con i fiori di Bach, Wild Rose (ovvero i petali della rosa canina) è indicato per coloro che sono affetti da stati di apatia, che si rassegnano senza lamentarsi, senza più desideri né aspirazioni, che si sentono stanchi per mancanza di interesse nella vita quotidiana. Di fronte alla malattia oppure a un cambiamento, chi ha bisogno di questo fiore non sente di avere la forza per affrontarli.
Il rimedio floreale Wild Rose ricongiunge l’anima al corpo, restituendo l’interesse e il gusto della vita.
Anche l’estetica olistica si avvale delle proprietà delle rose. Icona senza tempo della femminilità, la rosa viene utilizzata sia nei trattamenti viso che nei trattamenti corpo.
Come dimenticare l’invenzione dell’acqua di rose del farmacista inglese Henry Roberts già nel 1867, ottenuta dal distillato di petali.
Dagli estratti botanici, uniti ad oli biologici, nascono prodotti dalle preziose azioni antinfiammatorie e antietà.
L’olio di Rosa Mosqueta, ricco di omega 3 e Omega 6, antiossidanti e vitamina A, stimola il rinnovamento cellulare e la produzione di collagene restituendo compattezza ed elasticità alla pelle. Apprezzabili i risultati nelle cicatrici e smagliature recenti.
Gli estratti di Rosa, specie Damescena, gallica e Rosa Canina, lenitivi e stimolanti, rigenerano la cute.
Anche negli squilibri o blocchi energetici, il quarto chakra, o chakra del cuore (Anahata chakra) che rappresenta la trasformazione e l’energia dell’amore incondizionato, dell’armonia degli opposti, viene trattato con olio di Rosa Damescena, in
un massaggio ritmico costante, com è il ritmo del cuore.
Il quarto chakra è associato alla nostra capacità di sentire, di entrare in sintonia a livello empatico con le nostre emozioni e con tutto ciò che esiste e circonda. Ci aiuta a cogliere la perfezione e la bellezza dell’universo insegnandoci a prendersi cura di noi stessi e degli altri, nonché dell’ambiente.
E a proposito di ambiente e piante ad effetto “barriera”, nel passato la rosa fungeva come vera e propria sentinella delle vigne; veniva, e viene tutt’ora chiamata, “pianta spia”, in quanto manifesta per prima i sintomi di eventuali malattie o parassiti
che possono colpire la vite stessa.
Oggi, con il mutare e lo sviluppo delle tecniche agrarie e di allevamento della vite, e con la nascita di nuovi sistemi scientifici di analisi e previsioni, la messa a dimora delle rose nei vigneti non ricopre più questo ruolo di sentinella, in quanto non più necessario. Tuttavia essa rimane un’antica tecnica ancora molto diffusa tra gli agricoltori, soprattutto tra i più attenti alla difesa delle tradizioni passate e alla salvaguardia dei naturali cicli biologici della pianta, senza ricorrere a forzature o a moderne tecniche invasive. In questo modo è possibile ottenere dei frutti sani e genuini ed un prodotto biologico e di qualità.
Ed è bellissimo e non certo un caso, pensare alla pianta della rosa come “protettrice” della Vite.
Anche l’Uva e il Vino sono simboli di Rinascita, di Amore, di Pace, di Gioia, di rivincita sulla Morte (tema carissimo anche allo stesso Cristianesimo). Con la sua Abbondanza, l’uva riporta la vita dove sembrava che non potesse più esserci.
“Molti pensieri sbocciano solo da una cultura universale come i germogli dai rami verdi.
Al tempo delle rose si vedono fiorire rose dappertutto.”
Johann Wolfgang Goethe