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Coronovirus e Omega-3: il legame in un nuovo studio
3 Febbraio, 2021

Coronavirus e Omega-3: il legame in un nuovo studio

RedazioneRedazione
Le persone con livelli ematici di acidi grassi a catena molto lunga (EPA e DHA) più alti hanno il 75% in più di possibilità di sopravvivere all'infezione

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Gli Omega-3 sono acidi grassi essenziali. E, in effetti, mai termine fu più azzeccato di “essenziali”. Perché questi minuscoli filamenti sembrano avere davvero proprietà miracolose per l’organismo. È ormai noto, infatti, che integrarne la giusta quantità nella dieta aiuta a prevenire obesità, diabete, tumori, demenze, infarto, artrite e altre serie patologie. E, a quanto risulta da studi recentissimi, anche le conseguenze peggiori del COVID-19.

Coronovirus e Omega-3: il legame in un nuovo studio

Questa ulteriore, eccezionale proprietà sembra emergere dai test effettuati dagli scienziati del Fatty Acid Research Institute (FARI) e della Facoltà di Medicina “Sanford” dell’Università del sud Dakota. Il team ha lavorato in collaborazione con i colleghi del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles-Orange County e del Centro medico Los Alamitos.

I test effettuati dal team di ricerca

Secondo quanto emerso dagli esperimenti, le persone con livelli ematici di acidi grassi a catena molto lunga (EPA e DHA) più alti hanno il 75% in più di possibilità di sopravvivere all’infezione. Per verificare questa correlazione gli scienziati hanno analizzato i dati di 100 pazienti infettati da Sars-Cov-2 ricoverati presso il Cedars-Sinai Medical Center a partire dal 1 marzo 2020  (di questi, 14 sono successivamente  morti). Li hanno poi divisi in quattro gruppi in base alla percentuale di Omega-3 nel sangue. Ben 13 di quelli che erano nel gruppo con una percentuale inferiore al 5,7 per cento sono morti. Mentre, nel gruppo di coloro che avevano un valore superiore a quella percentuale, si era verificato un solo decesso.

Il team: “dati importanti, ma campione troppo piccolo per avere certezze”

“Pur non soddisfacendo le soglie standard di significatività statistica, questo studio pilota – insieme a molteplici linee di prova riguardanti gli effetti antinfiammatori di EPA e DHA – suggerisce fortemente che questi acidi grassi disponibili con l’alimentazione possano aiutare a ridurre il rischio di esiti avversi nei pazienti con COVID-19. Sono chiaramente necessari studi più ampi per confermare questi risultati preliminari”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Arash Asher, autore principale dello studio.

“Una risposta infiammatoria eccessiva, denominata ‘tempesta di citochine‘, è un evento frequente della forma grave della COVID-19. Gli acidi grassi Omega-3 (DHA ed EPA) hanno potenti attività antinfiammatorie e questo studio pilota suggerisce che questi acidi grassi possono attenuare la tempesta di citochine della COVID-19”, ha affermato il professor James H. O’Keefe, direttore del Dipartimento di Cardiologia preventiva presso il Saint Luke’s Mid America Heart Institut.

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