Dal dicembre 2019, diversi casi di polmonite di eziologia sconosciuta sono stati segnalati a Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina. In realtà pare molto prima, infatti anche in Italia molti medici già dai primi di dicembre, hanno iniziato a segnalare casi molto frequenti di polmoniti “anomale”, anche tra i bambini. Una percentuale significativa di pazienti si sono presentati alla valutazione clinica inizialmente con
sintomi gastrointestinali atipici (vomito e diarrea / dissenteria).
Quello che noi stiamo osservando sia in ospedale, che in ambito extraospedaliero è che la stragrande maggioranza dei pazienti che vanno incontro a complicanze da Covid-19, sono pazienti con un quadro sottostante e ben evidente di infiammazione che la letteratura internazionale ormai ci ha insegnato a correlare inequivocabilmente a uno stato di infiammazione intestinale, ovvero di disbiosi.
La maggior parte dei pazienti con complicanze, anche letali, da Covid-19 sono nella maggior parte dei casi: obesi, ipertesi, diabetici o in sindrome metabolica. Altri pazienti presentano patologie croniche così dette “autoimmuni” (artrite reumatoide, lupus, psoriasi) che sono correlate anch’esse a uno stato di disbiosi cronica intestinale. L’osservazione anche dei cluster di diffusione, rende evidente l’esistenza significativa di concause ambientali e farmacologiche rilevanti.
COVID-19 microbiota intestinale.
Questo editoriale del febbraio 2020 riporta in realtà tesi che molti di noi dicono e trattano (credendoci) già da molti anni.
Anche in questo caso, appare non fantasioso ipotizzare che l’intestino sia la causa o che comunque aggravi l’infezione da SARS-CoV-2.
Curare il microbiota intestinale può essere una nuova opzione terapeutica o almeno una scelta terapeutica adiuvante. Ad oggi non esiste un antivirale specifico per il trattamento di Covid-19, ma si ipotizza che i probiotici possano modulare il microbiota intestinale per ridurre i sintomi gastrointestinali, proteggendo anche l’apparato respiratorio”.
Buona lettura e abbiate cura di voi.