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Green pass: una giungla di regole e divieti
Green pass: una giungla di regole e divieti
22 Novembre, 2021

Green pass: un percorso ad ostacoli tra regole e divieti

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Il termine Green oramai è universalmente sinonimo di positività e di salvaguardia della specie umana. Non solo i semafori sono green, ma l’economia è green, l’ambiente deve essere green per forza, e naturalmente il pass. Il rosso è diventato l’opposto, il colore degli impedimenti, delle negazioni, delle penalizzazioni, dei debiti.

Sono complementari, uno è il colore della vegetazione, l’altro è più animalesco. Uno è buono l’altro meno. La divisione è l’anima delle politiche vaccinali: io buono tu cattivo, io posso andare allo zoo comunale tu no, io posso lavorare tu no (il che non è poi così malaccio visto i lavori che ci sono in giro). Ma si sa l’uomo e la donna sono nati nudi e liberi, e cercano comunque istintivamente di riprodurre le loro condizioni primordiali. Quindi una parte più o meno cospicua si ribella al diktat: anche se non ne sei consapevole la parte rossa esiste anche dentro di te.

Green pass e lavoro

La nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Primo principio della Costituzione. Ma che cosa vuol dire? Allora una monarchia sarebbe basata sull’ozio? Ma il lavoro di chi? Lasciamo perdere. 

Siamo tutti anelanti a difendere la costituzione, ma con risultati piuttosto scarsi, specie in questi ultimi tempi di deriva genica, ma la faccenda del lavoro non va toccata. 

Invece l’hanno toccata: più importante del lavoro c’è la salute. Quindi altro che monetizzazione della salute, di un lavoro a rischio cancro dove sei pagato di più (concetto sindacaleggiante e piuttosto aberrante di una economia reale). Siamo oltre la monetizzazione. 

Pensandoci bene un decreto più punitivo ancora potrebbe costringere i recalcitranti a pagare per andare al lavoro. Ovvero non puoi stare neanche a casa, devi andare lavorare e pagare la multa. Se stai a casa paghi il doppio. Adesso se vieni beccato a lavorare di nascosto senza GP paghi da 600 a 1500 al giorno. Hai una probabilità su 5 visto che il datore di lavoro deve controllare il 20% della manovalanza. Ne devi guadagnare parecchi per potertelo permettere..

Green pass e tecnologia

Se hai l’esenzione al GP è ancora peggio. Non solo corri i rischi accertati al vaccino (shock anafilattico, trombosi, pericardite) ma devi avere uno smartphone ultimo modello. E’ appurato che i soggetti a rischio morte sono gli anziani con patologie, quindi l’anziano dovrebbe essere protetto dal vaccino a maggior ragione se ha patologie croniche ed è a rischio, ma se è a rischio vaccino allora può andare al lavoro bello bello esibendo l’apposito QRcode. Ma per conquistare il QRcode devi aver sputato sangue o fatto lo SPID, imprese fuori dalla portata di un essere umano specie se legge ancora il giornale cartaceo e gioisce tutte le volte che riesce a pagare una bolletta. Quindi se vivacchi con il tuo Nokia vintage hai due possibilità o ti aggiorni  e prendi uno smartphone che non saprai mai usare o ti vaccini come tutti i mortali, così diventi ancora più mortale di loro.

Green pass e tamponi

Per gli irriducibili, gli intolleranti ai diktat, i coraggiosi, ci sono i tamponi. Si prenotano in farmacia meglio se quella vicino al lavoro così sai come occupare la pausa pranzo, un giorno sì e uno no. Ci sono anche delle formule con sconto, oppure abbonamenti. Ogni cinque tamponi uno gratis ed è anche detraibile, non è proprio un incentivo ma meglio che niente.
C’è un vantaggio: lo stesso tampone sempre che sia negativo lo puoi spendere per godertela in posti altrimenti off limits, come musei, teatri, cinema, spettacoli vari ecc. 

Puoi andare anche al ristorante e abbassare la mascherina quando inserisci il cibo in bocca e finalmente comunicare come ai bei tempi, anche se è rigorosamente vietato fare assaggiare la tua lasagna alla moglie o condividere il digestivo con lo stesso bicchierino. 

Quindi il tampone ti sdogana e ti rassicura sul tuo stato infettivologico, alla faccia del GP da vaccinato che ti da’ la falsa sicurezza di non essere mai più contagioso.

Green pass e attività varie

Al bar si può sempre andare ma devi parlare a distanza, anzi meglio non dire niente consumare il tuo cappuccino e stare attento a non sederti o a toccare troppi oggetti. Invece dal parrucchiere non c’è problema, ti fanno la piega, il taglio, lo shampoo, ti frizionano il cuoio capelluto a mani nude e intanto racconti tutto quello che vuoi e senza documenti, tanto oramai sono tutti cinesi e non si interessano a quello che dici. Ma per i dipendenti è obbligatorio, chi ti lava la testa ne è munito. 

Nei centri SPA invece devi esibirlo ma ricordarti di non entrare in piscina con il cellulare nella tasca del costume da bagno. 

Non è obbligatorio invece nei centri estetici mentre nei centri benessere lo è. In pratica lo stesso massaggio che si fa in un centro estetico non lo si può fare in una area termale. La stessa discriminazione esiste nei bar all’aperto dove è concesso accedere senza GP diversamente che al bar di una manifestazione o spettacolo anche se all’aperto.  

Il bizantinismo domina anche le richieste per l’accesso agli uffici giudiziari. Non tutti sono tenuti. Sono esclusi i difensori, gli imputati, le parti civili, i periti e i testimoni. Hanno pensato che questi soggetti siano stati già vessati abbastanza rischiando di aggravare la loro posizione giudiziaria già compromessa. 

Green pass e trasporti

Durante l’estate erano circolate indiscrezioni sulle intenzioni del governo di estendere l’obbligo del certificato per qualsiasi tipo di trasporto pubblico, quindi anche autobus cittadini e metropolitane. La tentazione era anche quella di estenderlo al trasporto privato, ma poi hanno capito che non ci si poteva più muovere neanche per andare a trovare la suocera. 

Il pass resta dunque obbligatorio nelle ipotesi già previste in precedenza: aerei, navi, treni ecc. In generale, per tutti i mezzi infraregionali, a esclusione dei traghetti che navigano sullo Stretto di Messina e sulla linea ferroviaria Circumvesuviana. Anche le terre dei fuochi sono escluse dal divieto visto che sono fuori controllo. 

Sui treni

A proposito dei treni c’è una recente disposizione del Ministero dei Trasporti: al primo starnuto segnalato arriva la Polizia ad appurare se sei malato di Covid o meno. Il poliziotto dovrà fare un corso intensivo per valutare clinicamente la sintomatologia e magari proporre un tampone rapido. Nel caso fosse a rischio Covid il treno viene fermato e il passeggero fatto scendere senza raggiungere la sua destinazione, rischiando il linciaggio dagli altri passeggeri, e meno male che ci sono le mascherine che limitano il riconoscimento.

Green pass e luoghi di culto

In Vaticano Invece secondo un’ordinanza della Commissione Pontificia si può accedere esclusivamente con il GPV (Green Pass Vaticano), che viene concesso solo a vaccinati e comunicati. Se sei divorziato però devi fare la terza dose. Se ti trovano senza GPV devi recitare a memoria il rosario e finché non l’hai imparato rimani ostaggio delle Guardie Svizzere.

Le chiese italiche invece o altri luoghi religiosi sono accessibili liberamente, così le attività organizzate dalle parrocchie tipo oratorio, centri estivi ecc. E’ una forma di “moral suasion” per attirare l’utenza. Lo stesso per altre funzioni liturgiche, battesimi, funerali e anche le processioni, però non si possono baciare le reliquie, neanche quelle dei santi dopo averle sanificate.

Green pass e scuole

L’abbandono scolastico, fenomeno già in crescita negli anni pre Covid, sta avendo una impennata stratosferica.  

Tutti gli adolescenti che sopportavano malamente la frequenza scolastica sono in giro per le strade rigorosamente con la mascherina per non farsi riconoscere e compensare il vuoto comunicativo. Durante il lockdown c’è stata una impennata anche dei consumi di alcolici, cibaglie malsane e tabacco, senza parlare del resto. Gli unici che esultano sono gli amministratori delle Università perché le frequenze sono dimezzate e si risparmia in riscaldamento, cibo della mensa, usura degli arredi, luce e acqua. Però sono contenti anche gli studenti si godono la DAD e fanno gli esami da casa architettando prodigiosi stratagemmi innovativi per copiare. Il voto è inversamente proporzionale all’età dei professori e alle loro competenze tecnologiche. 

Ma poi che succederà?

Vista la pervicacia del diktat sanitario, anche Baumann, che non si aspettava un tale successo per aver affermato una semplice proprietà dei liquidi, sarebbe spiazzato di fronte a tanta veemenza. I vorticosi fluidi hanno valicato e travolto le precarie barriere del diritto, della scienza, dell’aggregazione sociale, della conoscenza, travolgendo senza remore tutto quello che hanno trovato sul loro cammino. Sarà il cambiamento climatico che ha stimolato una inversione di tendenza tra ragione e potere. Sarà l’iperbole demografica e telematica. L’inversione è globale, altro che rivoluzione verde. Persino le strade di Catania sono diventati fiumi in piena e l’Etna ha le ceneri bagnate.

L’acqua è sopra il fuoco, così il nobile pondera la disgrazia e se ne premunisce a tempo. (I KING 63).

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