La sperimentazione del vaccino di Johnson & Johnson è stata sospesa. Uno stop che segue un incidente grave e, al momento, molto misterioso. Si tratta della seconda battuta d’arresto nella frenetica corsa ai vaccini, che vede tutti i principali player di Big Pharma sgomitare per arrivare primi al traguardo. A differenza di quanto accaduto per il vaccino di AstraZeneca, meglio noto come “vaccino di Oxford”, in questo caso la multinazionale non ha lasciato trapelare nulla sulla natura della malattia che ha colpito uno dei 60mila partecipanti alla fase 3 della sperimentazione. Quello che è certo, però, è che si tratta di una malattia grave.
Una corsa frenetica
Purtroppo, come abbiamo sottolineato più volte da queste pagine, l’eccessiva foga nell’individuazione di un salvifico vaccino, la famosa “pallottola d’oro”, può comportare gravi rischi per la salute. Tanto per quella di coloro che si sono sottoposti volontariamente alla sperimentazione, quanto per chi dovesse essere esposto a problemi di lungo periodo, una volta che uno dei vaccini candidati dovesse effettivamente arrivare alla grande distribuzione. I protocolli sanitari per il rilascio di un vaccino, infatti, sono molto lunghi, e difficilmente comprimibili senza metterne in discussione la sicurezza. Un allarme che i produttori si ostinano a far finta di non sentire, accecati dal raggiungimento dell’obiettivo ad ogni costo. Un traguardo che permetterebbe al vincitore di essere celebrato come salvatore del mondo, con tutti i bonus che questo status comporta.
Uno stop inevitabile
“Seguendo le nostre linee guida, la malattia del partecipante viene valutata dal Data Safety Monitoring Board (che è un’entità indipendente) oltre che dai medici ed esperti della sicurezza interni – spiega la multinazionale Usa in una nota – Il rischio di eventi avversi, come malattia o incidenti, anche seri, rientrano in ogni studio clinico, soprattutto se di larga scala”. Inciampa così anche un altro dei principali candidati a risolvere miracolosamente l’emergenza pandemia. Uno dei più promettenti, fra l’altro.
I test erano entrati in fase 3 gli ultimi giorni di settembre, rispettando quanto aveva annunciato l’azienda Janssen (controllata da Johnson & Johnson) in precedenza. Questo vaccino dovrebbe funzionare con una sola dose. Come già detto, i volontari arruolati sono 60mila, distribuiti nei 215 centri USA. È il quarto test di fase 3 in corso negli Usa dopo quelli delle aziende Moderna, AstraZeneca e Pfizer. L’ottimismo era dato dal fatto che, secondo uno studio pubblicato su Nature, il vaccino aveva dimostrato di proteggere contro l’infezione da SARS-CoV-2 nei primati su cui era stato testato. Aveva, infatti, generato una forte risposta immunitaria grazie ai vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26).