L’efficacia della vitamina D nel contrasto dell’infezione da coronavirus ha un nuovo, autorevole riscontro. Questa volta a sottolinearne l’importanza è uno studio del Policlinico San Matteo di Pavia, che ha preso in esame 129 pazienti ricoverati in primavera. 34 di questi erano poi deceduti durante la permanenza in ospedale. Si tratta dello studio più approfondito in materia effettuato fino ad oggi.
Vitamina D contro il virus: un nuovo studio italiano
Obiettivo della ricerca era approfondire la correlazione fra la vitamina D e gli esiti clinici della malattia. Verificare, cioè, se ci fosse una prevalenza di persone carenti di questo elemento essenziale tra coloro che hanno sviluppato una forma di Covid19 più grave. Un’insufficienza che avesse quindi portato a complicanze riscontrabili, quali polmoniti gravi, ricoveri in unità di terapia intensiva e/o mortalità intra-ospedaliera. Per una valutazione più accurata sono stati posti sotto osservazione i marcatori biochimici specifici del decorso della malattia, come la conta dei linfociti o la proteina C-reattiva. I risultati hanno confermato quello di cui la comunità scientifica è sempre più convinta: una carenza di vitamina D è legata a doppio filo con uno sviluppo potenzialmente pericoloso dell’infezione.
il 54,3% dei ricoverati era gravemente carente di vitamina D
“I livelli sierici di vitamina D sono stati valutati a 48 ore dal ricovero ospedaliero e il 54,3% ne era gravemente carente – spiega Riccardo Caccialanza, tra i firmatari del lavoro -. Tuttavia, se i corretti livelli di vitamina D possano prevenire l’infezione da Covid 19 o influenzare gli esiti clinici deve essere ancora valutato rispettivamente da studi di popolazione e studi di intervento dimensionati e progettati, che potrebbero essere molto rilevanti considerato l’andamento della pandemia a livello globale”.
Vitamina D, gli studi che dimostrano l’efficacia si moltiplicano
L’efficacia della vitamina D nel contrasto dell’infezione da coronavirus è ormai al centro di numerosissime ricerche in giro per il mondo, man mano che l’aumentare del numero di pazienti fornisce nuovi elementi di approfondimento. In particolare, l’utilizzo di integratori allo scopo di aiutare i malati ha avuto una forte spinta dal momento in cui è circolata la notizia che il presidente USA Trump l’avesse ricevuta durante le cure. Questa vitamina, per giunta, porta grandi benefici anche ad altri aspetti del nostro stato di salute.
Vitamina D, non solo anti-Covid19
Lo studio ha trovato subito riconoscimento internazionale, essendo stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Clinical Nutrition. Oltre a quella del prof. Caccialanza, porta la firma dei suoi collaboratori Emanuele Cereda, Federica Lobascio, Sara Masi Silvia Crotti; Carlomaurizio Montecucco, direttore Uoc reumatologia, insieme ai suoi collaboratori Laura Bogliolo e Ludovico De Stefano; Raffaele Bruno direttore Uoc malattie infettive; Stefano Perlini direttore Uoc pronto soccorso; Angelo Guido Corsico direttore Pneumologia; Antonio Di Sabatino, direttore medicina interna.
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