I coniugi Hahnemann, giunti in India, decisero di partecipare ad una caccia alla tigre. Entrarono nella giungla seduti su un baldacchino legato alla schiena di un elefante. Alla guida del grosso animale c’era Alessandro Magno. Il condottiero macedone, per superare gli altri cacciatori, pungolò con la spada il collo dell’elefante. L’animale s’infuriò e iniziò a correre lungo lo stretto sentiero. Il baldacchino urtò contro il ramo di un albero e s’infranse in mille pezzi. Hahnemann e Melanie restarono appesi alle orecchie dell’elefante. Hahnemann, dondolando dall’orecchio destro, inveì contro Alessandro Magno:- Fermate questo animale!–
Alessandro, con fierezza, gli rispose: – Io sono Alessandro, e come il cielo non contiene due soli l’Asia non conterrà due re.–
Melanie, appesa all’orecchio sinistro, sgridò il marito:- Costui è troppo altezzoso per darti ascolto. –
Alessandro, travolto da uno dei suoi soliti deliri di onnipotenza, continuò a sollecitare l’animale con la spada. Gridò: – Ricorda che dalle azioni del singolo dipende il destino di tutti.– L’elefante, furibondo, si alzò sulle zampe posteriori. Melanie, Hahnemann e Alessandro precipitarono a terra. Il primo a rialzarsi fu il generale macedone. Aveva ferite alla fronte e alle braccia.
Portò verso l’alto le mani sporche di sangue e gridò:- Vedete? È sangue umano! Umano! Non divino!-
Anche Hahnemann, contuso e dolorante, si rialzò: nelle mani teneva un grosso bastone. Urlò: – Pazzo, presuntuoso, vanitoso e megalomane! Per voi occorrerebbero numerose gocce di Platina che, in questo momento, non tengo. Quindi, per curarvi, vi darò un sacco di bastonate.-
Alessandro Magno fuggì sull’albero più vicino, seguito da Melanie. Il medico tedesco guardò sbalordito la moglie e disse: – Ma cara, perché fuggi da me?- I due si arrampicarono velocemente fino a raggiungere la cima dell’albero. Da là iniziarono a fare gesti in direzione di una parte della giungla. Hahnemann si girò, in tempo per vedere la grossa tigre, dagli occhi feroci e i denti aguzzi, spuntare tra la fitta vegetazione.
Mentre Hahnemann fuggiva terrorizzato, inseguito dalla tigre, Alessandro Magno si tolse elmo ed armatura. Completamente nudo si avvicinò a Melanie. Lei:- Signore, come osate?-
Alessandro :- Nulla è impossibile per colui che osa.–
Melanie, scrutandolo dalla testa ai piedi :- Sembrate una divinità immortale.-
Alessandro scosse la testa:- Il sesso e il sonno mi ricordano che sono mortale.– Rapidamente nella giungla si susseguirono vari tipi di grida: quelle di piacere dei due amanti, quelle di terrore di Hahnemann, quelle di fame della tigre, quelle di tutti gli altri animali.
Per un po’ tutti vissero felici e contenti, tutti tranne Hahnemann, seduto sul ramo di un albero, sconsolato, con solo una tigre affamata ad attenderlo, dieci metri più sotto.