Hahnemann tornò nella sua casa di Parigi tormentato da una fastidiosa gastroenterite. Si precipitò in bagno. Ma lo trovò occupato da Michelangelo. L’artista, sdraiato e con la testa appoggiata sul pavimento, soffriva di una colica renale.
Hahnemann: – Proprio nel mio bagno dovevate venire?-
Michelangelo: – Circa il male mio del non poter orinare, io ne sono stato poi molto male, muggiato dì e notte senza dormire e senza riposo nessuno. Io son consigliato di andare al bagno di Viterbo, e non si può prima che al principio di maggio-
Melanie: – Poveraccio, guarda com’è vestito male. –
Hahnemann:- Tu, come al solito, non conosci la storia. Costui è, nonostante le apparenze, ricchissimo.- Aprì la borsa che lo scultore portava sempre con sé. Era piena di denaro. – Si veste da povero poiché non vuole dare nulla a suo padre e ai suoi fratelli.-
Michelangelo: – Si affermano mille menzogne sui più celebri pittori, e la prima è il dire che essi sono strani, e che la loro conversazione è dura e insopportabile. E così, non la gente moderata, ma quella stupida, li giudica fantastici e capricciosi.-
Hahnemann, piegato in due, in preda a spaventosi dolori di pancia: – Signore, uscite dal mio bagno, per amor del cielo! –
Michelangelo: – L’amore è l’ala che Dio ha dato all’anima per salire sino a lui.-
Hahnemann, disperato:- Sono anche disposto a pagarvi.-
Michelangelo: – Puoi comprare il mio tempo, ma non la mia mente.-
Hahnemann:- Non voglio la vostra mente, ma il mio bagno!-
Michelangelo, a braccia conserte: – Assai acquista chi perdendo impara.-
Hahnemann: – Siete infido e falso come quell’animale.- Indicò il gatto bianco di Melanie che, seduto sopra una cassapanca, li osservava con sguardo fisso e attento.
Michelangelo, scambiandolo per la statua del suo Mosè, gli scagliò contro un martello, urlando: – Perché mi guardi e non favelli?-
I coniugi Hahnemann, terrorizzati, fuggirono fuori dal bagno assieme al gatto ferito e miagolante. I medico tedesco, timoroso di farsela addosso, ebbe un’idea. Da una parete del corridoio tolse un quadro, un dipinto senza valore che raffigurava una delle sue figlie.
– Melanie, ti mostro questo quadro che, quando verrà esposto al Louvre di Parigi, diventerà il ritratto più famoso di tutto il mondo. L’autore è Leonardo da Vinci, il grande pittore toscano, che l’ha intitolato: La Gioconda.-
Michelangelo, roso dall’invidia, balzò fuori dal bagno e, con un coltello, fece a pezzi il povero quadro. Subito dopo gli diede fuoco e, mentre la tela bruciava, lui ci ballava intorno declamando: – Come fiamma più cresce più contesa dal vento, ogni virtù, che il cielo esalta, tanto più splende quant’è più offesa.- Poi nuovamente affranto rivolse le mani verso l’alto:- Desti a me quest’anima divina e poi la imprigionasti in un corpo debole e fragile, com’è triste viverci dentro.-
Fece per tornare in bagno ma Hahnemann l’aveva preceduto. Prima di chiudere a chiave la porta, il medico tedesco aveva affisso questo biglietto: – Caro Michelangelo, voi siete un uomo collerico, portato a distruggere le cose, un insoddisfatto, un permaloso facilmente offeso, un avaro nei confronti della vostra famiglia e soffrite pure di calcoli renali: quindi per voi il rimedio giusto è Nux vomica. Adesso cercate di fare silenzio poiché io, dall’altra parte della porta, sono impegnato … in un intenso lavoro di meditazione. Cordiali saluti, dottor Samuel Hahnemann.-
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