Lettera da Venezia.
Adorata moglie mia, sto tornando da questo mio lungo viaggio e penso, con molto disappunto, alla tua sbadataggine. “Ti fa le robe a la carlona” , mi verrebbe da dirti e, sinceramente, sono un po’ stufo di doverti comprare, ogni volta che vado via, sempre quelle stesse cose che tu immancabilmente perderai appena io te le avrò regalate. D’altra parte, è risaputo che “Dòna bela, la ze mata o vanarèla” quindi stai tranquilla, ti farò avere ciò che mi hai richiesto: la seta, dal momento che tu vuoi solo articoli di seta, costa parecchio e quando l’ultimo mercante mi ha presentato il conto “a moménti la va a finir che squasi me mass!” Tesoro mio, ma quanto mi costi? Le porcellane cinesi, l’avorio africano, i gioielli d’oro provenienti dalla Spagna mi costerebbero assai di meno! Immagino a cosa stai pensando: se io fossi meno impegnato nel lavoro e più presente in casa, tu saresti meno stressata e non avresti quella tua bella testolina sempre tra le nuvole. “ Se mia nona gavesse le ròde la sarìa ‘na cariola”, ti risponderei io. Ti rendi conto che non è colpa mia se i miei datori di lavoro mi mandano spesso e volentieri lontano da Venezia? Inoltre devi smetterla di dare le colpe alle mie origini e alla mia religione, per accusarmi di avere un carattere particolare. Con questa scusa, so già che vuoi che io assuma Hyosciamus niger. Questo rimedio omeopatico, in verità, mi serve solo quando passo davanti al piccolo negozio, quello vicino a casa nostra: in effetti, appena lo vedo, il mio pensiero verso di te cambia: mi sento diverso, più nervoso e sospettoso nei tuoi confronti, con voglia di imprecare contro di te e, persino, di stringere il tuo bellissimo collo tra le mie possenti mani. Grazie a Hyosciamus, come tu sostieni, questa mia collera aggressiva è sempre stata bloccata. Invece non è vero nulla. In verità, anche se io penso che “co se ga zelosia è segno che se vol ben”, questa volta ti dimostrerò che anche senza Hyosciamus io mi comporterò da perfetto gentiluomo inglese. Sbarcherò sulla terraferma, passerò sul canale, camminerò con perfetta tranquillità davanti alla merceria di Cassio, che trabocca di fazzoletti di seta, quelli da me pagati e da te dimenticati in giro, ed entrerò nella nostra dimora per abbracciarti Non vedo l’ora!
Saluti dal tuo maritino,
Otello, detto anche “el moretto de Venezia”