Avevo mal di pancia. Indubitabilmente. Mi faceva male davvero. Forse sono gas incarcerati mi aveva detto un amico infermiere. Oddio, pensare a dei gas prigionieri del mio intestino mi metteva in uno stato d’ansia come pochi. Il mio intestino si chiudeva alle estremità per non fare uscire i gas? E quelli premevano contro la pancia? Per questo avevo dolore? Davvero? Oppure invece i gas si nascondevano nelle sue circonvoluzioni, trattenuti da chissà cosa. E poi, era quello tenue o quello crasso? E se poi non fossero stati i gas, cosa mai avrebbe potuto essere? Potrebbe anche essere una disbiosi, mi aveva detto qualcun altro. Dis-biosi? Una vita storta? Questo voleva dire che il mio intestino viveva in modo sbagliato? Ma no, mi ha spiegato, vuol dire che non ci sono i batteri giusti nell’intestino. A scuola te lo insegnano, però. Il dis non è mai portatore di buone notizie.
Quindi, forse ero davvero malato. Forse avevo qualcosa di molto grave. Ma no, non ti preoccupare, mi aveva detto un altro amico. Basta assumere qualche fermento lattico e tutto si rimette a posto. Mmm. Era senz’altro una possibilità, e allora ho iniziato a cercare in rete. Sono andato alla fonte, mica nella pubblicità. Pubmed, gli articoli scientifici. Conosco l’inglese, potevo leggere. E quello che appariva non mi piaceva affatto. Primo, per curare – non guarire – la disbiosi, il metodo più usato è quello che si chiama fecal transplant. Cioè, prendono la cacca da un donatore sano, sì, perché i batteri stanno nella cacca, e te la mettono nell’intestino con lo scopo di colonizzarlo con i batteri buoni e cacciare quelli cattivi. Altro che prendere qualche fermento lattico. Oggettivamente, la cosa mi faceva un po’ schifo. Prendere qualche fermento d’accordo, ma farsi mettere la cacca di un altro nell’intestino, al momento non mi pareva davvero opportuno. Ho deciso allora che la mia condizione non era poi così grave. E poiché non era grave ho pensato di affrontarla prima con una medicina dolce, magari avrei presto risolto il mio piccolo – decisi di chiamarlo piccolo – problema con la medicina omeopatica.
E sono andato a cercare su Pubmed disbiosi e Omeopatia. E c’erano sempre questi strani microbi manipolati all’omeopatica per la cura. Proprio tanto neppure mi piaceva. Ma c’era anche tutta la rete da esplorare. Così ho cercato su Google disbiosi e Omeopatia. Medicina dolce? Davvero l’Omeopatia sarebbe una medicina dolce? Ho trovato decine di farmaci: Sulphur se c’è diarrea, Colocyntis se c’è una tale pressione che ci si piega in due per migliorare il dolore, Argentum nitricum se la diarrea è liquida (???) e la persona è angosciata e timorosa, Lycopodium se c’è costipazione e diarrea alternate, Nux vomica se la persona è arrabbiata! Natrum carbonicum se invece c’è come un’indigestione, e poi Cina, Veratrum album, Antimonium crudum, Calcarea Carbonica, Pulsatilla, Alumina!!! Come fare a scegliere? E poi, questa Omeopatia, duecento tipi diversi di diluizioni! Come fare?
Beh, cominciamo dal cominciamento mi sono detto. Cosa avevo io? Mal di pancia. E poi senso di gonfiore? Sì, forse. Mi piegavo in due? Davvero? Mi piegavo in due per ridurre il dolore? Ma c’erano crampi? E poi come mi sentivo? Ero arrabbiato? Depresso? Scorbutico? Volevo la compagnia oppure stare solo? E le feci com’erano? Chiare scure, liquide, dure, gialle, verdi? Avevo prurito oppure no? Ho fatto una tabella, ho inserito tutti i sintomi che pensavo di soffrire, ma c’era sempre da scegliere tra più di un medicinale. Anche perché appena leggevo la lista dei sintomi corrispondenti ad uno di essi, pensandoci un po’, mi convincevo di averli. Quindi a rotazione mi grattavo ed ero nervoso con mia moglie, ma volevo la sua compagnia, e subito dopo mi lamentavo come un agnellino. E ancora tornavo ad allontanarla, evidentemente disturbato dalla sua presenza. E le feci? Le ricordavo ora gialle ora verdi ora azzurre. Qualche volta erano liquide, e poi, invece erano normali. Peggioravo o miglioravo con il caffè? Io non bevo caffè, quindi mi sono detto che sarei senza dubbio peggiorato. E stavo bene o male dopo mangiato? Andavo in bagno subito dopo oppure aspettavo un po’? Dio santo! Avevo ogni sintomo possibile, ogni segno immaginabile. Uno dopo l’altro si disponevano in fila indiana oppure arrivavano sparsi o, ancora, ricordavo di averli avuti qualche momento prima. Dopo un’ora buona di pensamenti e ripensamenti mi sono steso sul letto, disfatto dalla fatica. Ho chiuso gli occhi, ho respirato profondamente. E ho deciso. Invece di andare a cercare il mio medicinale omeopatico su Dr. Google, avrei cercato il numero di telefono di un buon medico omeopatico.
Devo dire, da quel momento in poi sono notevolmente migliorato.
2 commenti
Fiorenza Osele
Sono una semplice lettrice e vorrei curarmi solamente con l’omeopatia, ma purtroppo non posso!
Ho letto il racconto del dott. Vincenzo, complimentoni, una breve lettura piacevolissima .
Quanta ironia e quanta competenza , comunque, trasmette . Bello bello .
Generiamosalute
Grazie Fiorenza del suo gentile apprezzamento.
Se le piace come scrive Vincenzo Rocco, troverà molto gradevole il suo romanzo End of the World Tour uscito da pochi mesi.
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