Un nuovo studio sembra dimostrare che molti anziani ricevono trattamenti contro il diabete tipo 2 troppo aggressivi. Il diabete di tipo 2 è una patologia molto comune in terza età. tuttavia sempre più ricerche mostrano come i farmaci e i dosaggi che i medici prescrivono siano troppo forti, finendo per comportare più danni che benefici. L’ipoglicemia infatti, al pari dell’iperglicemia, è una condizione che può avere effetti negativi anche gravi.
Trattamenti per il diabete 2 troppo aggressivi: lo studio
È quanto emerge dallo studio osservazionale globale DISCOVER, pubblicato sulla rivista BMJ Open Diabetes Research & Care. Questa ricerca comprende due studi osservazionali non interventistici condotti per un periodo di 3 anni. Gli scienziati hanno monitorato più di 16mila pazienti provenienti da 38 diversi Paesi, a cui era stata prescritta una terapia ipoglicemizzante di seconda linea. Tra i dati dei pazienti hanno dato particolare attenzione alle variabili potenzialmente d’interesse, sia demografiche che cliniche: sesso, età, indice di massa corporea, durata del diabete e livelli di HbA1c. Oltre, ovviamente, ai trattamenti ipoglicemizzanti di prima e seconda linea.
I numerosi casi di trattamenti inappropriati
Da quanto emerso dallo studio, il 23,5% dei pazienti over 65 aveva iniziato una terapia ipoglicemizzante di seconda linea con un livello di HbA1c <7%, laddove le linee guida raccomandano un livello target HbA1c ≤7,5%. O, addirittura, HbA1c ≤8.5% nel caso il medico riscontri comorbidità complesse. Gli autori hanno quindi considerato tutti questi casi come trattamento inappropriato perché troppo intenso. L’eccesso di farmaci ha comportato molti casi di ipoglicemia con tante conseguenze negative, dalle cadute con infortunio al deterioramento cognitivo, oltra a problemi al sistema cardiocircolatorio.
Politerapia ed effetti collaterali
Non è tutto: nei pazienti anziani sono frequenti i casi di politerapia, ossia l’uso di più di 5 farmaci contemporaneamente, una situazione che espone il paziente a un gran numero di effetti collaterali, tra le quali non si escludono le interazioni fra farmaci e l’inefficacia dei trattamenti sanitari. Alcuni farmaci, poi, sono considerati a maggior rischio di indurre ipoglicemia, in particolare insulina, sulfoniluree e glinidi. Questi farmaci sono stati somministrati statisticamente di più nei paesi a reddito medio che in quelli a reddito alto.
Ipoglicemia spesso più problematica dell’iperglicemia
«L’uso di farmaci ipoglicemizzanti associati a ipoglicemia in una percentuale sostanziale di questi pazienti è particolarmente preoccupante – hanno commentato gli autori dello studio – I dati di studi precedenti hanno dimostrato che l’ipoglicemia grave è una causa comune di ospedalizzazione tra gli anziani con diabete di tipo 2, più frequente rispetto all’iperglicemia. Considerata l’associazione tra un trattamento intensivo inadeguato e il rischio di ipoglicemia, alcuni medici dovrebbero prendere in considerazione la semplificazione del regime di trattamento. Dovrebbero eliminare almeno un antidiabetico o ridurre il dosaggio in alcuni pazienti più anziani, in linea con quanto raccomandato dall’American Diabetes Association»
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